La storia della libera nelle Marche è indubbiamente legata alla nota Gola del Furlo. Proprio in questa gola nel 1987 Lino Liuti scalava lo spigolo della Pala rocciosa sopra la diga dell'Enel. Nasceva così la prima palestra del Pesarese. Ci vollero tuttavia diversi anni prima che nella valle di Piobbico venissero attrezzate le oggi popolari palestre di Fosso dell'Eremo e Balza della Penna. Oggi questi luoghi rappresentano un riferimento per tutti coloro che si dedicano all'attività arrampicatoria, big e neofiti. Dall'inizio degli anni Novanta sino ai primi 2000 si è continuato ad attrezzare pareti di notevole interesse, come Le Rocche, Carbonaia e Murabilandia, testimoni di quanto l'Appeninno possa offrire.Noi abbiamo visitato quattro delle falesie più note di questo angolo delle Marche: Fosso dell'Eremo, Rio Vitoschio, Balza della Penna e la Gola del Furlo. Sono luoghi particolarmente adatti a famiglie (per comodità) e le cui pareti si scalano bene nelle mezze stagioni. Nota su “vie che consigliamo”: riportiamo una breve lista delle vie che ci sono piaciute di più tra quelle che abbiamo almeno provato, ben consapevoli che ce ne potranno essere anche di più meritevoli a parità di grado o di grado superiore. Per le nostre capacità non siamo comunque andati oltre il 7a/7b.

Fosso dell'Eremo

La più frequentataSicuramente la falesia più nota in zona Piobbico, offre un buon numero di itinerari, vari nello stile, nelle difficoltà e nell'esposizione.La caratteristica del luogo è il dolce ruscello che scorre nel fondo del "fosso", cioè la gola, che rende il luogo molto rilassante e meta per famiglie. Proveniendo dal sentiero di accesso, arrivati alla falesia, si trova prima un bello spiazzo con alberi con vista sulla parete e poi, oltrepassato il ruscello tramite un comodo ponte in loco, si accede al settore Fiume. Questo è il più frequentato, a volte affollato, in virtù del gran numero di vie sul grado 6a-6b. La base non è molto spaziosa (non è semplice rimanere sotto parete con bambini piccoli) ma ci si adatta. I tiri sono molto lunghi, ma è possibile fermarsi alle catene intermedie.Spostandosi più in alto si trova il settore Muro Giallo, dove le difficoltà crescono e gli itinerari propongono un arrampicata di resistenza sulle dita. Qui vi si trova un bello spiazzo sotto la via Rotterdam.Ancora oltre si arriva al settore Grottone dove si trovano le vie più impegnative, su canne nere (è stata costruita una piazzola alla base, ma non è da considerarsi un settore comodo).Il parcheggio è il più capiente tra quelli delle varie falesie in zona, il sentiero di accesso fattibile anche da bimbi piccoli.L'attrezzatura è tutta ottima e nuova, spit ravvicinati.In primavera il sole arriva a metà mattina e dura fino al primo pomeriggio. Le vie che consigliamo?


Rio Vitoschio

La classica golaIl contesto è simile a quello di Fosso dell'Eremo, con le pareti che si alzano dal fondo di una gola solcata nel mezzo da un ruscello. Anche questa falesia è molto conosciuta e frequentata, fruibile anche nella stagione calda grazie alle correnti d'aria che si incalanano nella gola e alle varie esposizioni dei settori. Proveniendo dal parcheggio si incontrano prima Le Porte, due pilastri rocciosi nel punto più stretto della valletta. Il settore sinistro presenta roccia gialla levigata mentre il settore destro ha delle bellissime canne in strapiombo. Il settore è comodo anche per famiglie, anche se alcuni attacchi si trovano a filo del ruscello (comunque più comodo di Fosso dell'Eremo). Oltre le porte si trova il settore Panchina, con vie meno interessanti ma molto comodo e più soleggiato. Risalendo a sinistra si trova poi il settore Belvedere, molto soleggiato, dove salgono le vie più semplici, più scalabili e meno consumate (base è in pendenza).Chiodatura ottima e rinnovata, più friendly nel settore Belvedere, a volte un poco distanziata su alcune vie de Le Porte.La roccia è in genere rugosa, leggermente consumata sulle vie più ripetute.L'avvicinamento è molto semplice (fattibile con bambini), la falesia si raggiunge  in circa 10 minuti in piano. Le vie che consigliamoIl pianeta delle Formiche (6b+ atletico)


Balza della Penna

Tecnica e movimentoLa parete della Balza della Penna è famosa innanzitutto per le numerose vie di più tiri che ne percorrono la parete sud est, itinerari storici, di ogni livello e protetti prevalentemente con spit e resinati. Lungo tutta la base della parete sono stati però tracciati anche un buon numero di monotiri, così che il luogo è noto anche come palestra di roccia. Vista l'esposizione è consigliabile in inverno o nei giorni freschi delle mezze stagioni, diversamente da Fosso dell'Eremo e Rio Vitoschio.I tiri sono in genere piuttosto lunghi e su parete verticale di una bella roccia nera con inclusioni cristalline che la rendono unica. Tutti i tiri che abbiamo provato sono molto belli e li abbiamo goduti in solitudine, infatti anche se Pasquetta, eravamo gli unici in falesia, presente solo qualche cordata sulle vie lunghe. A tal proposito, fare attenzione ai sassi che possono cadere dall'alto a causa delle cordate o, peggio, dalle capre che si muovono sulle cenge superiori della parete. Noi abbiamo visto cadere qualcosa solo dopo la via l'inaffidabile, cioè sul lato sinistro della parete, comunque lontano dalla base.La base della parete è comoda, a volte con spiazzi pianeggianti, altre volte in leggera pendenza. Splendido il grottino, dentro al quale c'è un soffice prato (un bambino può giocare in tutta sicurezza).L'attrezzatura è rinnovata, a resinati e con catene a norma.Sui tiri che abbiamo provato la roccia è ancora porosa e mai consumata.L'avvicinamento è elementare e ben tracciato, solo un po' più faticoso e lungo rispetto ad altre falesie nei dintorni (30 minuti al massimo). Le vie che consigliamo?


Gola del Furlo

La prima palestra del PesareseNon c'è dubbio che la Gola del Furlo sia la principale attrazione per i turisti che transitano sulla superstrada tra Fano e Gubbio. Riserva naturale, colpisce il colore turchese del fiume che la attraversa e le pareti a picco sulla gola.La falesia si trova sul lato nord ovest della gola ed è parzialmente visibile già dalla superstrada sulla destra, prima di entrare nella galleria. Essa è divisa in 2 settori con esposizione opposta: sole al pomeriggio nella prima fascia ("A"), sole al mattino invece nella seconda fascia ("B"). La roccia è un bel calcare grigio chiaro, a buchi e lame, ben diverso da quello che si trova in zona Piobbico. Le vie sono in genere sui 15-20 m di lunghezza e sono bene attrezzate con resinati e catene a norma. Alcune vie risentono della frequentazione e sono oggi abbastanza unte, ma lo abbiamo riscontrato solo su alcune vie probabilmente utilizzate per riscaldamento.L'arrampicata è tecnica e di dita, le difficoltà dichiarate leggermente severe.La base della parete è in genere scomoda ed esposta, ma ci sono anche un paio di punti più comodi dove, con la dovuta cautela, è possibile fermarsi con bambini grandicelli, in particolare sotto la via Grisou e sotto la via Costanza Pazienza. Va detto comunque che per entrambe le piazzole si deve percorrere un breve sentiero esposto (presenti corde fisse).Nota sull'accesso - Fino a 2 anni fa era possibile attraversare le gole per intero in automobile, passando per il "passo" del Furlo, quindi con un accesso immediato. Un ordinanza comunale attualmente ne interdice l'accesso ai veicoli in tutta la sua lunghezza, ma si riesce comunque a raggiungere il parcheggio del "passo", dove inizia il sentiero per il rifugio e la falesia, dal lato di Calmazzo. Dal parcheggio si segue il sentiero CAI per il rifugio del Furlo, tralasciandolo poco dopo dove svolterebbe a destra con indicazione Terrazze. Qui si va a sinistra in piano. 15 minuti al primo settore, altri 5 al secondo. Le vie che consigliamo?

Per approfondire si consiglia la guida:Marco Nardi, Calcare di Marca. Falesie e vie moderne nelle Marche e dintorni, Versante Sud, Milano 2019