Rocchetta Alta di Bosconero, via Navasa

Bellissima e classicissima arrampicata, che con impeccabile logica ha risolto il problema dell’imponente e tipicamente dolomitica parete Nord della Rocchetta Alta.

Anche se oggi le vie sulla Rocchetta sono molto ambite e frequentate, vale la pena ricordare che fino agli anni sessanta su queste pareti erano state tracciate pochissime linee, tutte ai margini dei problemi principali e nella maggior parte dei casi portate a compimento dai “soliti noti”, tra i quali spicca Giovanni Angelini. Fu lui che nel 1964 con una pubblicazione monografica sul gruppo portò il mondo alpinistico a conoscenza delle grandi pareti che ancora attendevano l’impresa. La successiva frequentazione del gruppo, d’altronde, non sarebbe stata possibile senza il riadattamento della Casera Bosconero a bivacco (1963) e la conseguente sistemazione dei relativi sentieri di accesso. Ecco allora che vengono aperte le più famose e desiderate del gruppo: lo spigolo Strobel nel 1964, la via Navasa nel 1965 (22-27 giugno) e la KCF nel 1970. Sul Sasso di Toanella le vie Da Damos in parete Nord nel 1964, in parete Est nel 1965 e lo Spigolo Scoiattoli nel 1968. Un vero assalto dunque, condensato in mezzo decennio.

I veronesi Milo Navasa, Claudio del Bosco e Franco Baschera, reduci da altre grandi imprese come la via Verona a Cima Brenta, compirono qui il loro capolavoro, regalando agli alpinisti moderni una via da percorrere interamente in arrampicata libera, su difficoltà sostenute e buona roccia. Gli apritori chiamarono la loro realizzazione “via delle Grole”, ove “Grole” è il termine dialettale usato per i “corvi” ed il nome della Scuola di arrampicata di cui facevano parte Dal Bosco e Baschera.

gruppo BosconerodifficoltàVI+, p. di VII- (A0)sviluppo750 mquota max2.200 c.a.esposizioneNord Ovesttempo8 ore la viaappoggiorifugio BosconerocartografiaTabacco 025partenzaLago di Ponteseidata19/09/20

La via oggi è relativamente ben chiodata, ma di tanto in tanto è indispensabile integrare con protezioni veloci. La roccia va da buona ad ottima, con solo un breve tratto delicato, mentre le soste sono per la maggior parte comode, trovandosi su cenge, e sempre ben chiodate.

Le prime lunghezze su di una facile rampa sono percorribili legati o a tiri di corda a seconda della preparazione individuale. Noi siamo saliti in conserva “lunga” fino alla cengia (3° tiro in relazione), però con attriti fastidiosi. Oltrepassati i tiri più difficili, vale a dire il fotogenico traverso del 7° tiro e l’atletico diedro dell’11° tiro, si continua ad arrampicare molto più veloci e “rilassati”, su ottima roccia grigia e medie difficoltà. Molto caratteristico (e non così difficile come può sembrare) anche il tiro finale con il traverso sotto un tetto giallo.

La parte alta della via originale viene normalmente evitata a causa della roccia non proprio marmorea, preferendole una comoda cengia che porta ad imboccare sbrigativamente la discesa. Nota: la cengia che porta al canalone di discesa non è la stessa cengia di discesa dallo Spigolo Strobel, che si trova discretamente più in alto.

Avvicinamento

Si lascia l’auto al grande parcheggio nei pressi del Lago di Pontesei in Val Zoldana, poco prima di Forno di Zoldo proveniendo da Longarone. Dall’altro lato della strada si imbocca il sentiero 490, tralasciando poi una deviazione a dx che condurrebbe ad un sentiero alternativo ma più lungo. Si segue sempre il sentiero nel fitto bosco facendo attenzione solo nel punto in cui si interseca una strada forestale: il sentiero prosegue sull’altro lato della strada. Si raggiunge quindi la casera Rifugio Bosconero, ottimo punto di appoggio. Fin qui 1h15-1h30.

Dietro alla depandance del rifugio, al limite del prato, si seguono le indicazioni per Forcella Toanella (valico tra il Sasso di Bosconero e il Sasso di Toanella). Usciti dal bosco, dopo una zona di bassa vegetazione, si raggiungono le ghiaie sotto alla Rocchetta Alta.
In vista della rampa iniziale della via, si abbandona il sentiero seguendo vaghe tracce, fino al comodo spiazzo alla base della rampa.
Circa 30 minuti dal rifugio.

Tempo –  2 ore dal parcheggio

Descrizione

L1 – Salire la rampa e superare presto una breve fessura verticale (p.III+). Continuare fino ad uno spiazzo con sosta a ch+cordino. 50m, III, p.III+

L2 – Continuare per la rampa, superare un camino (p.III+). Da una cengetta si sale per rocce non solidissime ad una cengia più marcata. Sosta su friend in fessura. Circa 50m (forse di più), III, p. III+

L3 – Seguire a sx la cengia fino ad un pilastro addossato alla parete, dove forma una camino. Sosta su chiodi+cordino. 20 m, I

L4 – Salire il breve camino ed appena termina obliquare 2m a dx in placca (2ch), quindi proseguire per fessurine, spostarsi poco a sx ed ancora dritti (ch con cordino). La sosta si trova un po’a sx, su 2ch. 30m, V+, p.VI

L5 – Obliquare a dx per rocce facili, quindi tornare a sx portandosi alla base di un grande diedro (2ch, sosta possibile). Salire per circa 10 m ad una cengetta dove il diedro diventa giallo. Sosta su 3ch. 30m, III

L6 – Salire inizialmente in placca a dx del diedro, poi rientrare (ch). Seguirlo interamente, con alcuni passaggi delicati per la roccia gialla. Pochi metri prima del termine, uscire a dx (lame dubbie) e sostare su cornice appena sotto un enorme tetto, su 3ch con cordoni. 50m, V e VI

L7 – Traversare orizzontalmente a sx sotto al tetto. Dopo i primi metri si può scendere ad una cengetta che consentirebbe una traversata facile, senza però passare tutti i chiodi. Noi siamo rimasti alti. Finiti i chiodi, si sfrutta finalmente la cengetta più in basso e per gli ultimi 2-3m facili non si è protetti (friend rosso eventualmente in alto). Sosta su 3ch. 15m, VII- o A0

L8 – Obliquare a sx per placche nere raggiungendo una fessurina. Salire verticalmente (alcuni ch) ed uscire su di una cengia sotto gialli strapiombi. Sosta su chiodi leggermente a sx. 30m, V+

L9 – Traversare brevemente per cengia esposta a sx. Sosta su chiodi, meno comoda della precedente, 15m, II

L10 – Mirare ad una fessura sopra alla sosta, che va seguita fino ad un gradino giallo, dove conviene sostare su 3ch. 20m, V+, p.VI

L11 – Verticalmente per roccia gialla (ch), entrando a sx in un diedro. Superata una sosta su chiodi non ottimi si prosegue nel diedro molto esigente fisicamente, ma molto chiodato. Uscirne a dx e salire ad una comoda cengia. Sosta un poco sulla sx, su chiodi. 40m, V+ e VI+

L12 – Traversare brevemente a dx oltre uno spigolo. Sosta su 2ch. 10m, II

L13 – Salire in leggero obliquo a sx in placca (ch). Seguire una fessurina verticale che più in alto si allarga e diventa articolata (cless). Spostarsi su terreno più agevole a sx e salire ad una grande zona appoggiata. Sosta su 2ch a sx di una nicchia gialla, circa 5m sotto una intuibile larga cengia, 50m, V e IV+

L14 – Oltre lo strapiombetto sopra la sosta si perviene alla cengia. Salire in cima a dei pilastrini alla base di un diedro aperto in linea con la sosta (2ch). Salire il diedro, lasciando una prima cornice a sx. Al termine, su di una seconda cornice, si sale dritti in placca (4 ch), quindi si sale a dx ad una cengia che seguita brevemente a dx conduce alla sosta sotto bassi soffitti. 3ch di sosta, 50m, V e V+

L15 – Superare un primo passo sopra la sosta su roccia bianca (ch alto), quindi traversare orizzontalmente a sx qualche metro portandosi sotto ad un diedro giallo e grigio (ch). Salirlo (2-3ch) ed uscire in cengia sotto tetti gialli. Poco a sx c’è la sosta su chiodi. 30m, p.VI-, V e V+

L16 – Assecondare una rampa articolata a sx, poi a piacere si obliqua a dx per prendere un lungo diedro fessura grigio che si segue quasi interamente. 2m prima del termine si esce a dx per cornice e si trova la sosta su 3ch. 45m, IV+ e V

L17 – Traversare per cengia a dx a 2ch, salire una breve fessura ed uscire a dx di un tetto giallo. Si sosta su cengia, su 2ch+dado. 15m, IV

L18 – Portarsi a dx in un diedro giallo, seguirlo (non rinviare il primo ch) fin sotto un tetto (2ch). Traversare sotto al tetto con fessura rovescia (1 dado, cuneo inutile) ed uscirne atleticamente per entrare in un diedro sospeso (utili friend medio piccoli). Qualche metro facile e si raggiunge una sosta su 2ch accoppiati, integrabile facilmente con friends. 45m, V e VI, 1p.VI+

L19 – Traversare per cornice 4-5m a sx fino ad 1ch. Salire brevemente in placca arrivando ad una cengia con sosta su 3ch. 20m, IV+

La cengia continua agevole, ma esposta verso sx e conduce fuori dalla parete. Solitamente si termina qui la salita. L’originale si svolge più a dx per ancora 70m di IV e V e poi per 100m più facili fino in cima al Pilastro Nord. Normalmente si evita per la scarsa qualità della roccia.

Tempo – 8 ore

schizzo Pdf alta qualità

Discesa

Seguire la cengia dove termina la via, passando sul versante est della Rocchetta. Si prosegue per tratti comodi alternati a tratti un po’ esposti con ghiaino, sempre senza difficoltà, raggiungendo un canale camino dove è presente un ancoraggio per doppia con 2ch. Da qui sarebbe possibile seguire delle calate che portano bassi nel canalone, ma con rischio di fare cadere sassi.

Noi oltrepassiamo il canale portandoci ad una cengia qualche metro più in alto (II). Ora agevolmente e in breve si entra nel canalone tra Rocchetta e Sasso di Toanella, circa a metà del suo sviluppo (la discesa dello Strobel esce più in alto).

Si scende il canalone, poco agevole se privo di neve (I e II) e molto insidioso in caso di neve dura. Un salto ripido formato da un masso incastrato può essere evitato con breve doppia, il successivo salto va sceso a dx faccia a valle (III). Più agevolmente si raggiungono le ghiaie ed il sentiero CAI che scende da Forcella Toanella. Con questo si rientra al rifugio.

Tempo – 1h e 30′ fino al rifugio Bosconero

tracciato alta qualità

Materiale

Sufficiente una serie di friend dal blu piccolo al giallo, blu grande utile ma non indispensabile. Possono fare comodo 1-2 friend micro. Dadi non usati.