Campanile di San Marco, Bianchi-Urban

Le Marmarole, ad eccezione della zona del rif.Baion, non sono certo di moda fra gli arrampicatori. E basta l’avvicinamento fino al bivacco Musatti per capire il perché: c’è da fare fatica e bisogna dedicare molto tempo per un unica salita. Se poi si aggiunge la scarsa frequentazione della via ed una discesa complessa dalla cima è ovvio che l’arrampicatore moderno andrà verso altri lidi, magari verso le vicine e comode Tre Cime.
Via lunga e relativamente facile, su di una cima elegante e comodamente raggiungibile dal bivacco. La roccia non è comune dolomite ma un calcare compatto e lavorato dal ghiaccio: si trovano rigole, clessidre e molte lame. La qualità è spesso ottima, solo in alcuni tratti la roccia è un po’da verificare.
Primi salitori: M. Bianchi, E. Urban, il 26 giugno 1958

gruppo MarmaroledifficoltàIIIsviluppo900 mtquota max2.777tempo6 ore e 15'appoggiobivacco Musattidata15/07/10

La parete vista dal bivacco è piuttosto paurosa, ma appena si arriva all’attacco ci si rende conto di quanto in realtà sia appoggiata ed adatta ad essere arrampicata.
Il percorso è piuttosto libero, la relazione che segue servirà da guida in linea generale, poi ognuno salirà il “suo” percorso. Noi abbiamo usato la sommaria ma sufficiente relazione di Buscaini, che tra l’altro ci ha portato su un percorso più diretto, logico e su roccia migliore rispetto all’originale. Infatti la via Fanton si dovrebbe sviluppare nei canali a sx dello spigolo, su roccia un po’friabile, mentre noi siamo saliti a dx dove la roccia è simile a quella della parte inferiore.
In via si trovano pochi chiodi, le soste sono quasi tutte da attrezzare, spesso con protezioni naturali o veloci, qualche volta siamo dovuti ricorrere ai chiodi.
Negli ultimi anni la cima è stata salita 1-2 volte all’anno, e sempre per la via in questione (eccezione fatta per le vie nuove, specie di Pierino dal Prà). Nel 2008, per il cinquantenario della via Bianchi, è stato portato in vetta un nuovo quaderno, riposto sotto la campana di vetta. Dislivello 600m, sviluppo 900.
Nel libro del bivacco sono stati lasciati spesso commenti negativi sulla via di discesa. Non so se abbiamo seguito la stessa però a me non è sembrata così male: alla fine si scende quasi sempre in doppia e sono presenti molte calate sparse per lo spalto. C’è da scendere per detriti in un paio di tratti e per roccette slavate per raggiungere il “ghiacciaio” sottostante la parete est.

Descrizione dei tiri

Salita disponibile nel libro “IV grado e più – dolomiti Orientali” Vol.2. Oppure utilizzate le guide CAI-TCI e Buscaini, vedi bibliografia.

vedi IV grado

Materiale

Due corde per scendere meglio. Ottimi i friends, kevlar per clessidre ostiche, qualche chiodo per soste altrimenti inattrezzabili

Avvicinamento

Dal bivacco prima si scende e poi si risale per gobbe erbose, tra prati di rododendri e rocce levigate. Conviene stare un po’ a sx ripsetto la conca sotto il bivacco e traversare poi verso dx. Attacco presso il punto più basso dello spigolo, a dx di una parete concava e a sx della verticale di un visibilissimo tetto nero. E’ piuttosto libero il punto preciso dove attaccare, noi scegliamo di partire sotto una colata nera, per motivi di innevamento. Tempo – 20-30 minuti


Discesa

Direzioni faccia a valle. Quando indico 50m vuol dire che sono da usare 2 corde, la lunghezza è sempre inferiore ai 50m. Dalla campana scendere verso sud-ovest per 40m su sfasciumi gialli (ometto)

1CD da 30m da spuntone entrando in un canale. Si scende per 20m su sfasciumi e rocce rotte

2CD di 5m da 2ch che deposita su una lunga forcella formata con l’antistante Cima Orsolina. Qui la discesa Buscaini indicherebbe di scendere a dx per canali obliqui. Scendiamo a sx (E) per detriti per 40m

3CD – da 50m da spuntone, verso sx entrando in un canale parallelo

4CD – da 50m da 2ch (altra calata facoltativa a metà), si arriva ad una rampa e si continua a calarsi a sx lungo una rampa

5CD – da 50m da 2ch (altra calata facoltativa a metà), per parete verticale si entra in un canale trasversale e ci si cala un po’ più giù nel canale

6CD – da 30m da 2ch (facoltativa perché sembra facile arrampicare) si scende tutto il canale fin dove fa un angolo di 90°. Si scende per roccette a dx nel nuovo ramo del canale fino alla successiva calata

7CD – da 25m da 2ch, si scende per un camino e si arriva su una lingua di neve (potrebbe non esserci) e su dei risalti ghiaiosi. Da qui si scende per sfasciumi gialli e roccette facili stando sulla sx. Circa 60m più in basso si trova una nuova calata

8CD – da 30m da 2ch, verso dx dentro un camino fin su una nuova lingua di neve. Fine delle calate

Si scende a dx prima per detriti, poi per roccette e canalini slavati dall’acqua (torrentello per dissetarsi) fino a raggiungere il “ghiacciaio” alla base della parete nord-est (2h30′ fino a qui).
Si scende per questo (comoda neve, non servivano ramponi o picozza, però è abbastanza ripido) fino ad un conca ghiaiosa. Da qui si scende verso sx e si ritorna prossimi all’attacco. Quindi al bivacco. Tempo totale – 3h dalla cima. La discesa dal bivacco alla macchina impegna per altre 2h circa.