Via breve ma impegnativa, dalla linea elegante ed aperta da nomi illustri dell’alpinismo ampezzano (Lorenzo Lorenzi e Orazio Apollonio) e da un celebre alpinista di Pordenone (Bepi Faggian, che dicono pesasse meno di 40kg!).
La Cima Rosina è un bel torrione a un tiro di schioppo dal Campanile di Val Montanaia e dal biv.Perugini, in quella conca incantata che è l’alta Val Montanaia. Il nome deriva dai primi salitori, che dedicarono la salita alla moglie del Faggian. La parete e la via si vedono solo una volta arrivati al bivacco e dal Campanile si ha un ottima visuale su tutta la parete sud, dove si svolge anche questa via.
Via aperta da L. Lorenzi, G. Faggian, O. Apollonio, il 15 luglio 1962
gruppo Dolomiti d'OltrepiavedifficoltàV, V+ e un passo VI+ o A0sviluppo200 mtquota max2.250tempo4 ore e 30'appoggiorif. Pordenone, biv. Peruginidata23/06/10
La via sfrutta una serie molto logica di fessure che incidono lo spigolo sud-est, con arrampicata continua su roccia mediamente buona, ma con alcuni tratti di roccia friabile. La chiodatura è sufficiente, anche perché ci si protegge molto bene con dadi e friends, mentre è necessario portarsi qualche chiodo per rinforzare le soste.
Il terzo tiro affronta una fessura del tipo “terrore dolomitico” (gialla, strapiombante e con cordini marci che si vedono penzolare in alto…), ma alla fine si fa. Più che altro c’è sembrato molto difficile il traverso che porta allo spigolo, dove abbiamo lasciato un cordino lungo per permettere l’A0 con mini-pendolo. Forse è possibile continuare dritti per la fessura, dove si vedono alcuni vecchi cordini.
Dal biv.Perugini si segue il sentiero per forcella Segnata (W) e brevemente si raggiunge l’attacco, che è posto poco a sx dello spigolo in corrispondenza di una rampa obliqua a dx con fessurina gialla. 15minuti – Se risalite i gradoni alla base delle parete verso sx si raggiunge l’attacco di una via di Corona e Carratù, dove c’è un ometto e un chiodo
L1 – Seguire la rampa e portarsi sullo spigolo a destra. Vincere un breve diedrino e dopo 1ch con cordino si entra in un camino. Salirlo finché la parete di dx non diventa un pilastro staccato. Quindi per una breve placca a sx (V) si raggiunge una cengia con soffitto dove si sosta su spuntoni. 40m, IV e V
L2 – Superare un camino stretto, uscendone a sx sul finale senza stare sull’impraticabile fondo (7m, V, roccia friabile all’inizio ma ben proteggibile). Salire per delle lame a sx e tornando a dx si sorpassa una sosta scomoda su 2ch. Invece di salire direttamente sul giallo ci portiamo poco a sx e saliamo per l’aereo spigolo fino ad un terrazzino. Sosta su 1ch da integrare. 30m, V e IV
L3 – Tiro chiave. Prendere la fessura di dx. Dopo un tratto facile le difficoltà aumentano e bisogna arrampicare con tecnica (2ch). Arrivati ai soffitti della fessura (alcune rocce con melma, utile sasso incastrato) si traversa a sx (dritti alcuni cordini potrebbero indicare una variante) su prese grandi ma in strapiombo. Da 1ch ci si abbassa e si traversa con passo tecnico (VI+ oppure A0 con pendolo). Rimontato un blocco si sosta su gradino aereo, su 1ch da integrare. 30m, V+, VI- e 1passo VI+ o A0
L4 – Traversare 3m a sx e superare una breve fessura rotta (3m) fino alle rocce adagiate di una terrazza. Portarsi progressivamente a dx. Salire in obliquo a dx per bella parete esposta. Salire ad una fessura e superarla (V, 1dado). Uscirne a dx (bella roccia) e sostare dietro una quinta di roccia, su una strozzatura. 40m, IV e V
L5 – Risalire facili gradoni, a dx superare un saltino giallo fino ad una nicchia profonda. Qui traversare a dx 2m e vincere 1passo in fessura strapiombante. Salire più facilmente e superare un altro passaggio in strapiombo (friabile sotto, 2ch + 1friend incastrato). Risalire un canale con molte lame pericolanti e da un forcellino si esce a sx verso la vetta. Sosta da attrezzare (con 60m si arriva al mugo di vetta). 55m, 2 passi V+, III
Tempo – 3-4 ore
Non lasciarsi ingannare dal Berti che liquida come “facile” la discesa: bisogna conoscerla!
Dalla cima, intanto, scendere verso Cima Toro (W) una ventina di metri (ometto) fino ad uno spuntone. Da questo si scende a dx faccia a valle fino ad un anfiteatro detritico (30m, II). Si segue una buona cengia a dx (N) fino ad un canale che scende ripido.
Qui un canale scende ripido a sx, a dx invece c’è una forcella che divide la cima da una cresta. Non salire sulla cresta: una fenditura non permette una facile percorrenza.
Seguire ancora la cengia, in questo punto piuttosto stretta. Dopo una concavità della parete la si segue più in basso e ancora più avanti si risale solo qualche metro. Alla fine della cengia si è 20m sotto Forcella Segnata, che quindi si raggiunge per facile prato. Da qui (portarsi a sx, W) si seguono i bolli rossi che riportano alla base della parete.
Sulla cengia noi siamo rimasti legati: 20m fino ad una clessidra + 50m fino all’erba
Oltre al solito materiale ricordarsi una scelta di chiodi e martello