Lastoni di Formin, Pilastro Priolo

Primi salitori: R. Priolo, F. Celli, G. Buzzi, N. Zeper, 14 settembre 1974
La via supera l’ardito pilastro che si trova sulla parete sinistra del “Gran Diedro” dei Lastoni de Formin. Si arrampica prevalentemente per fessure e diedri, qualche volta si passa anche per lo spigolo. Il traverso e il diedro superiore sono molto caratteristici: espostissimo il primo e tecnico-sostenuto il secondo. I tiri difficili sono ben chiodati mentre quelli della prima parte (fino al traverso) sono quasi spogli di chiodi, buone comunque le possibilità di proteggersi. Abbiamo trovato la relazione di Bernardi buona per trovare la via e per la lunghezza dei tiri ma un po’tirata sui gradi e con qualche cambiamento della chiodatura

gruppo Croda da LagodifficoltàV, V+, passi VIsviluppo310 mt quota max2.657tempo6h (salita) + 3h (discesa)appoggiopasso GiaucartografiaTabacco 03data24/06/07

Descrizione dei tiri

L1 – Si sale il camino a sinistra con un masso incastrato. Ci si tiene un po’sulla sinistra su placche solide e buoni appigli. Si sosta su un largo terrazzo (si tiene a sinistra un grosso tetto giallo e ci si prepara a salire a destra un diedro nero). Sosta su 2 chiodi. 30m, IV+, IV

L2 – Si rimonta una grossa lama a destra per poi entrare nel diedro nero con grossa fessura. Noi lo abbiamo trovato abbastanza bagnato, arrampicando così sulla placca destra provvista di buone lame. A metà si trova un chiodo nella fessura. Più in alto il diedro si fa più facile e lo si abbandona per seguire un bel camino esposto sulla sinistra (evidente cordino su spuntone). Sosta su terrazzo con clessidra in spuntone. 45m, V e IV

L3 – Seguire la facile fessura-diedro gialla a sinistra. Prima della sosta (abbastanza scomoda) oppone anche qualche passaggio più impegnativo. Sosta su due chiodi. 25m, III+ e IV

L4 – Con passaggio non banale si va a prendere la fessura-diedro di grigia roccia compatta (formata da un pilastrino staccato) a destra. Alcuni passaggi delicati, nessun chiodo. Sosta su orribile “clessidra” (forse conviene sostare più avanti, prima del diedro, su un chiodo). 25m IV, tratti IV+

L5 – Dalla sosta si rimontano le facili roccette che portano sulla parete dall’altra parte dello spigolo. Un chiodo (utile solo per sostare) segna l’inizio di un diedro giallo. La roccia non è proprio ottima e l’arrampicata di buona tecnica d’opposizione. Da una clessidra si esce sulla destra. Ora si sale dritti per una solida placca. Nessun chiodo per assicura. Sosta su 2 buoni chiodi. 40m, V con passo V+ nel diedro

L6 – Seguire l’evidente lama che obliqua verso destra. Passaggi non banali. Sosta su 1 chiodo (o una discreta clessidra poco più sopra). 20m IV, IV+

L7 – Qui inizia un lungo traverso verso sinistra e in leggera discesa che permette di spostarsi sul versante nord. Ad una prima parte semplice segue un tratto molto tecnico e delicato. Le mani si tengono su basse tacche orizzontali o appigli rovesci mentre sono diversi i passaggi che richiedono buona apertura delle gambe. Comunque si trovano numerosi chiodi. Aggirato l’ultimo spigolo si segue una stretta cornice in discesa per qualche metro fino ad una sosta su tre buoni chiodi (non salire la fessura gialla!). Attrito notevole e comunicazione con il compagno impossibile. 20m IV, V+ con passi forse di VI

L8 – Salire dritti per scura placca compatta ma ben appigliata, 10m. Qui si trova una sosta a spit. Qualche metro a destra si trova la sosta originale con 3 chiodi (forse migliore perché limita l’attrito). E’ anche possibile tirare dritti per placca fino alla sosta successiva (1 spit). 10m, IV

L9 – Proseguire prima a destra per cengetta e poi salire per fessura (la prima a sinistra) dove si trova anche un chiodo. Arrivati su nuova cornice ci si sposta fino alla base dell’incombente diedro giallo. 1 solo chiodo di sosta. 20m, IV, 1pIV+

L10 – Salire nel diedro. Quasi subito un primo chiodo e poco dopo un inutile friend incastrato. All’inizio i passaggi sono abbastanza semplici. Dopo un chiodo nuovo le difficoltà aumentano. Molto caratteristico e nient’affatto banale è l’aggiramento del tetto (trovati appigli viscidi). Fuori dal tetto, ancora arrampicata d’opposizione in esposizione notevole e arrampicata tecnica. In tutto ci sono 3 o 4 chiodi nel diedro. Poco sotto al passaggio chiave della via si sosta su 3 (o 4 se ci riuscite!) chiodi, APPESI. 30m, IV+, V+, VI-

L11 – Vincere direttamente lo strapiombo (vuoto alle spalle) con arrampicata libera su appigli abbastanza buoni (oppure ci si può aiutare con i cordini in loco). 2 chiodi sullo strapiombo e una clessidra cordinata in uscita. Le difficoltà non sono ancora finite! Traversare a destra per solida placca gialla (chiodo) e ancora fino a posrtarsi ad uno spigoletto (chiodo) dove si vince uno strapiobetto. Da qui si va a prendere un camino-canale più facile che porta fino alla sommità. Sosta su spuntone. 35m, VI, V, IV

Tempo – 6h, fattibile anche in 4h

Avvicinamento

Qualche tornante prima del P.so Giau, provenendo da Cortina, si trova sulla sinistra (in curva) il cartello per il sentiero 436 per forc.Giau. Qui si lascia l’auto e si imbocca detto sentiero. Quando si esce dai pascoli e dal bosco si abbandona per dirigersi verso le parete (tagliare e salire verso sinistra). Arrivati ai ghiaioni che scendono dalla bastionata si incontra una traccia che porta fino al nostro Pilastro. Si supera facilmente lo zoccolo (I) e ci si porta sotto alcune fessure oblique su placca. Un cordone su spuntone-clessidra segnala l’attacco della nostra via (e di un’evidente via a spit!). 1h


Discesa

Se non avete fretta e non siete mai stati nei dintorni merita scendere, come abbiamo fatto noi, per forc.Rossa di Formin – Mondeval e forc.Giau. Cioè attraversando le lastronate dell’altopiano in direzione Croda da Lago tenendosi verso destra (si vede la forcella). Scesi fino ai prati sul versante sud dei lastoni si cammina per buon sentiero in leggera salita fino alla forcella Gaiu. Da questa ci si cala fino a riprendere i prati del sentiero d’avvicinamento. Tempo – 3h fino al parcheggio

NB – C’è la possibilità di scendere in doppia per una delle vicine vie a spit come “Spiderman” o “Excuse moi” o “Supertegolina”. Attualmente le soste della Priolo non sono sufficientemente attrezzate per calarsi in doppia


Materiale

Una scelta di dadi medi e un friend. Eventualmente chiodi se si vuole migliorare qualche sosta, ma non necessari. 2 corde da 50-60m se si vuole scendere in doppia