Il Monte Tomatico è una delle cime più elevate delle prealpi che separano la pianura veneta dalla Val Belluna, fa parte del massiccio del Grappa ed è particolarmente amato dalla sottostante Feltre. La grande croce di vetta è raggiungibile per molteplici itinerari, spesso agevolati da strade sterrate in uso ai pastori e boscaioli locali.
Le possibilità principali sono: dalla Val Belluna in prossimità di Feltre, dalla Valle del Piave oppure dalla Valle di Schievenin. Noi siamo partiti da Cilladon.
In auto: Da Quero si segue brevemente la strada per Schievenin e si gira per Cilladon (indicazioni). La strada è stretta ma asfaltata e poco ripida. Solo pochi tornanti stretti. Direi difficilmente praticabile con nevicate fino a fondovalle (anche se ci abita qualcuno!)
gruppo GrappadifficoltàEdislivello1020 mtquota max1.595tempo3-5hpartenzaCilladon (688 mt)data11/12/10
1. Dalla Val Belluna in prossimità di Feltre. Da Tomo sale una sterrata fattibile anche in mountain-bike e che termina a soli 10 minuiti dalla vetta, altrimenti anche dal paese di Porcen sale un sentiero (o una strada sterrata anche qui?).
2. Dalla Valle del Piave. Da Carpen una sterrata arriva fino alle Stalle Rochio, altrimenti c’è una sterrata che arriva alle Stalle di Paoda e che parte poco prima di S.Maria.
3. Dalla Valle di Schievenin. Classica è l’escursione che inizia dalla frazione di Cilladon (descritta qui) oppure si potrebbe partire anche dalle più alte case nella laterale Val di Prada. In entrambi i casi le mulattiere arrivano fino alle Stalle di Paoda.
Sintesi del percorso: Cilladon (“Ai Prà”) – Pàoda – Stalle Rochio – Casere dai Ton – cima – ritorno fino a Pàoda – bivio con Prada – Prada – (leggere “discesa”)
Salita lunga ma molto remunerativa per i paesaggi e per gli alpeggi attraversati. Non ci sono difficoltà, i sentieri seguono a lungo delle larghe strade sterrate.
Data la quota e l’esposizione solatia è probabile trovare poca neve. Se decidete di salire in una stagione particolamente nevosa bisognerà fare attenzione lungo la strada che sale a Paoda e sugli ultimi 300m del pendio terminale (pendii ripidi). Da evitare la Val di Prada (nota per le valanghe).
Da Quero seguiamo le indicazioni per Cilladon, che raggiungiamo per una strada asfaltata stretta ma non ripida. Conviene seguire le indicazioni a dx per il Tomatico e parcheggiare presso un’area picnic con spiazzo.
Ci incamminiamo lungo l’unica mulattiera (indicazioni) e oltre una stalla ammiriamo un grande albero secolare (Il “Fagher”) attorno al quale ruotano perfino delle leggende. Poco dopo, oltre una casa diroccata, inizia ufficialmente la strada per Paoda. Senza possibilità di errore la si segue aggirando il cocuzzolo del Monte Tese ed in 1ora totale si raggiunge una cresta con bivio. A sx si scenderebbe in Val di Prada (si vedono le case). Continuiamo invece sempre in modesta salita per la sterrata con il sole del mattino e raggiungiamo, nascoste fin quasi all’ultimo, le belle Stalle Paoda. La posizione è molto felice e si nota la ristrutturazione. Oltre ad un terrazzo con vista c’è anche una minuscola stanza lasciata aperta per casi di emergenza. 30 minuti dal bivio, 1h30′ totali.
Tralasciamo la sterrata che scende e il sentiero che sale alla cresta. Seguiamo invece, da dentro il recinto, le indicazioni per il nostro Monte. Da qui procediamo per sentiero semplice e la neve inizia a farsi sentire. Dopo aver traversato lungamente il bosco, spesso in piano e con qualche tratto in salita raggiungiamo una cresta recintata senza alberi, presso le Stalle Rochio ed il “monte” Cont. Bella visuale sulla pianura e sulla nostra meta. 1ora circa da Paoda.
Mettiamo le ciaspe. Invece di seguire la strada (che taglia il monte e si congiunge forse con la sterrata che sale da Tomo) prendiamo un sentierino che sale obliquando per i pendii. Se la neve è molta potrebbe divenire invisibile. Poco oltre un cancello è utile seguire il sentiero verso sx (sud) fino alla cresta che collega il Tomatico con il Monte Santo, presso il bivio per Porcen (Casere dai Ton). Infine, ormai logicamente, seguiamo la cresta spazzolata dal vento e con poca neve, che ci conduce fino all’enorme croce di vetta. C’è un libro delle firme, ma era un blocco di ghiaccio. 45minuti circa dalle Stalle Rochio.
Tempo totale – 3h30′ (3-5 ore a seconda dell’innevamento)
La soluzione più conveniente è quella di seguire a ritroso il percorso dell’andata.
Altrimenti si può optare per un giro parzialmente ad anello, come volevamo fare noi e come è descritto nei punti informativi con cartina lungo il percorso.
In tal caso ci si riporta alle Stalle Paoda per il sentiero dell’andata, quindi ci si abbassa ancora fino al bivio citato per Prada. Scendiamo allora per questa strada (attenzione alle slavine se c’è molta neve, al nostro passaggio era praticamente tutto secco) che con qualche tornante e poi con un lungo traverso a dx (NW) ci permette di scendere fino ad un gruppo di case (abitate!) protette da una schiera di paravalanghe. Il paesino è caratteristico e meriterebbe la visita. Qui fare attenzione: poco dopo l’inizio della strada asfaltata e 100m dopo un ristorante bisogna deviare a sx, dove c’è un cartello con cartina ma nessuna indicazione specifica con freccia. Questo sentiero dovrebbe (sì, perché a noi non convinceva e non l’abbiamo preso, ma era quello giusto!) portare alla frazione bassa di Cilladon in mezz’ora circa e dislivello irrisorio. Da Cilladon si risalgono gli ultimi tornanti fino alla macchina.
Noi, sbagliando, non abbiamo preso il sentiero ma siamo scesi pensando di prendere una strada segnata sulla cartina. In effetti la strada c’è, ma è ben camuffata tra le case private e sale parecchio per tornare a Cilladon. Inoltre è da un certo periodo chiusa al transito a causa di un franamento… Morale della favola: siamo scesi fino a Schievenin e da qui con 2 autostop (che …) fino a Cilladon. Ovviamente sconsigliabile.