Parete Piatta, diretta De Bortoli

Spallone Sud-Est del Sass de Mura.
Difficile trovare una vera “classica” nelle Alpi Feltrine, poiché esse soffrono in particolare della vicinanza con le Pale, dove i rifugi sono un appoggio sicuro e le vie ben conosciute e famose.
Al centro del gruppo più propriamente Dolomitico delle Feltrine, il Cimonega, sorgono i due bivacchi adiacenti Feltre-Bodo, faticosamente raggiungibili; che servono ottimamente come base per le salite alpinistiche. Particolarmente frequentata è la via normale al Piz de Sagron (a volte salito anche per il recente anello del Gabian) ed il periplo del Sass de Mura per le “banche”.

Tra le vie alpinistiche, l’unica abbastanza ripetuta, è proprio la Diretta alla Parete Piatta, aperta da G. De Bortoli, E.Conz, G. Frare, S. Pierobon, il 9 settembre 1973, e che si svolge sullo Spallone Sud-Est del Sass de Mura.
Se si sale dalla Val Canzoi, arrivati alla conca della Casera Cimonega, la verticalità della parete incute subito timore e si è portati a rivalutare quello che sulla carta è un semplice “Spallone”, ben più basso della Cima Principale. La Diretta De Bortoli percorre la parete pressapoco al centro, inizialmente a sinistra di una caratteristica colata nera, poi prosegue più facilmente per il camino che da origine alla colata. La via originale esce obliquando per belle placche grigie verso destra, ma è anche possibile salire più direttamente per la variante Cassol-De Bastiani.

gruppo CimonegadifficoltàVI+sviluppo530 mt quota max2.381tempo6-7 oreappoggiobiv. Feltre-BodocartografiaTabacco 016partenzaVal Canzoidata25/09/16

La Diretta De Bortoli è sicuramente una via di soddisfazione, per le difficoltà abbastanza elevate nei passaggi chiave e per la verticalità della parete.
L’ambiente è speciale, si è immersi in un mondo ancora incontaminato, tipicamente Dolomitico, ma senza le frotte di turisti e le strade trafficate. Le bastionate che si affacciano sul Pian del Re ed il panorama sulle sorelle maggiori più a nord, portano sensazioni sempre piacevoli.

Per quanto ci riguarda, non possiamo giudicare l’arrampicata come una delle più belle delle Dolomiti (cit. Maoret, De Zordi, De Paoli, “Alpi Feltrine”), a causa di qualche tratto un poco forzato con i chiodi a pressione e per alcuni sgradevoli punti di roccia friabile.

Nel complesso si può parlare di roccia buona, spesso ottima, con una chiodatura presente e solo saltuariamente da integrare con friend. Tutte le soste sono attrezzate. Impegnativi il terzo e quarto tiro, non solo per le difficoltà tecniche, ma anche per lo sviluppo che non permette un facile recupero della corda (consiglio di spezzare il terzo tiro!). Nel quarto tiro vi è un tetto di VI+ difficilmente superabile se non in libera, gli altri tratti impegnativi di VI sono invece ben chiodati. Nel quinto tiro, un passaggio è con una certa probabilità progressivamente franato nel tempo, infatti è da salire con cautela.
Considerando i bivacchi come punto di appoggio, si può dire che avvicinamento e discesa siano di semplice orientamento e di non elevato impegno. Un bene che la discesa sia così semplice, visto che spesso in questi gruppi dolomitici ci si può trovare immersi nella nebbia.

Avvicinamento

Ideale base di partenza sono i bivacchi Feltre-Bodo, centrali al gruppo del Cimonega. Questi possono essere raggiunti in diversi modi:

1. Dalla Val Canzoi. Rappresenta il modo più naturale e tutto in salita (noi abbiamo optato per questo avvicinamento). L’ambiente, nella parte alta, è stupendo. Dal Lago della Stua si segue prima una lunga strada sterrata in piano, poi si sale nel bosco, anche con tratti ripidi, per sbucare tra ameni ruscelli. La successiva conca della Casera Cimonega è da favola. Ancora 1 oretta e si raggiungono i bivacchi, in posizione strategica.
 Tempo (per arrivare al bivacco Feltre-Bodo) – 3 ore e 30’

2. Da Matiuz attraverso l’Intajada ed il Passo del Comedon. Sentiero meno agevole, ma con minor dislivello. Considerare la risalita al ritorno.

3. Dal Rifugio Boz per il Troi del Caserin. Conveniente per quanti partono dal versante Fiera di Primiero, ma che devono fare i conti con un’importante risalita e traversata al ritorno. In questo caso si può anche pensare di dormire al Boz e portarsi all’attacco senza passare per i bivacchi.

Dai bivacchi Feltre-Bodo si scende brevemente al bivio Val Canzoi/Rifugio Boz. Seguire qui delle tracce che salgono a rasentare le rocce soprastanti. Queste continuano poi per prati, nel Pian del Re, e vanno assecondate senza salire troppo fino ai ghiaioni alla base della nostra parete. Per quest’ultimi si raggiunge lo zoccolo della via.
Attraverso una cengia raggiungere dei diedri inclinati, che conducono alla cengia di attacco, alla base dell’evidente diedro nero in linea con le colate nere centrali alla parete.

Tempo – 45 minuti dai bivacchi


Descrizione dei tiri

L1 – Salire interamente il diedro, via via sempre più verticale. 1ch lungo il tiro. Sosta su 3ch su comodo terrazzo. 50m, IV e IV+

L2 – Salire sopra la sosta rimontando uno spuntone. Alzarsi 2m e portarsi a dx in verticale alla sosta, dove si rinvengono 2ch a pressione che assicurano un passaggio strapiombante ed una successiva placchetta. Obliquare quindi a sx, trovando anche una rampa, fino ad una comoda cengia. Sosta meno comoda, sulla dx, su 1cless+1ch. 30m, V+ e III/IV

L3 – Portarsi 5m a sx della sosta dove sono ben visibili dei chiodi. Superare un primo tratto strapiombante (1ch a pressione + 2ch normali). Presso un ulteriore ch con cordino, stando bassi, traversare a dx per 3m ad una cornice più semplice. Continuare in obliquo (1ch) raggiungendo una zona nera (1ch) sulla verticale di un tetto lungo e poco sporgente. Salire una difficile placca (altri 2ch) e raggiungere il tettino (1ch). Traversare a sx ad aggirarlo, poi per placche più semplici si raggiunge una cengia. Obliquare a dx per rinvenire la sosta su 3ch, alla base di una parete nera. 50m, VI, IV+, VI, IV   N.B. tiro contorto che andrebbe spezzato in 2 tiri.

L4 – Salire con passo atletico sopra la sosta e proseguire più agevolmente per fessurine nere verso dx, raggiungendo dei diedri (2ch + 1cless). Superati questi ci si porta sotto ad una verticale placca nera e gialla. Salirla a dx per la libera (VI+ oppure VI- e A0, 3ch a press.) ed ancora più facilmente (VI-, 1ch a press.) fin sotto un tetto. Superare con passo atletico verso dx lo strapiombo (VI+, 1ch). Verso dx (1cless) per cengette si raggiunge la sosta su 2ch. 50m, V+, V, VI+

L5 – Portarsi a sx dove la roccia è più scura. Salire obliquando un po’ a dx, per breve tratto verso sx e poi a dx (alcune clessidrine) per poi salire verticalmente ad una evidente grotta gialla e nera. Portarsi sul suo bordo sx e superare un tratto strapiombante e decisamente friabile, prima dritti (1ch), poi spostandosi leggermente a dx dove si può riposare (2ch) e tornando infine a sx dove il passaggio è più agevole. Facilmente si raggiunge una cengia con la sosta su 3ch. 40m, IV+ e VI-

L6 – Imboccare il camino a dx della sosta e seguirlo fino ad un terrazzo. Continuare per fessura più superficiale fino ad un ulteriore cengia. Sopra a questa, sotto soffitti, si trova una grande cless per sostare. 45m, IV

L7 – Portarsi a dx della sosta dove è la parte finale del camino. Si supera l’ultimo tratto obliquando a sx per fessura/lista (non proprio di III). Dalla cengia raggiunta, si traversa a dx per buon tratto fino ad un grande diedro giallo. Sosta su spuntone, da integrare. 35m, V e I

L8 – Salire per 10m nel diedro, fino ad un tettino grigio. 1m sotto questo, traversare orizzontalmente a dx. Salire 2m (cless) e traversare ancora (passaggi da intuire) e ripetere, fino a raggiungere lo spigolo. Stando più alti o bassi le difficoltà aumentano. Sosta su appoggi, 2ch integrabili con dadi piccoli. 30m, IV

L9 – Superare la breve placca liscia a sx della sosta (IV+). Traversare a dx per cengetta (1ch). Oltre un passo delicato, raggiungere uno spuntone bianco. Salire per una lama appoggiata montando su una cornice con spuntone a fungo (1ch). Scendere 1m e traversare a dx ad altra cornice sotto un diedro. Salire il diedro (1passo IV+) e continuare per canale più facile a piacere. Ci fermiamo a dx dove c’è una buona lastra per sedersi, sostando su spuntone. 55m, IV e IV+

L10 – Si può procedere in conserva o direttamente slegati. Salire per rocce articolate ed in breve si trovano delle ghiaie. Salire ancora per roccette fino ad una cengia ghiaiosa più larga dove si trova una traccia marcata che traversa da sx a dx. Probabilmente è solo una traccia da camosci, ma potrebbe essere anche un’idea alternativa per la discesa. Proseguiamo per il canale più evidente, coricato verso dx, fino a raggiungere la cima. I e II grado, 120m

schizzo in alta qualità

Discesa

Seguire interamente la cresta verso dx nel senso di salita, direzione Sass de Mura, sud-ovest. Dopo un paio di saliscendi ed in 5 minuti si raggiunge la caratteristica “Finestra”, arco di roccia naturale, dove sono evidenti le tracce degli escursionisti che di qui passano per effettuare il giro delle banche del Sass de Mura.
Scendere a dx per ghiaie e continuare lungamente per tutta la banca est del Sass de Mura. Le tracce sono evidenti e sono presenti diversi ometti. Nel tratto finale ci si abbassa per rocce più impegnative e un poco friabili (I e II) a raggiungere l’ampia forcella semi-prativa Forcella Cimonega. N.B. Se si manca questa discesa finale, si tornerebbe a salire verso la Banca Posterna.
Dalla Forcella vi sono ancora tracce evidenti che traversano sotto (sud) al Piz de Mez, per ghiaione e poi per prati, raggiungendo l’insellatura con il Mus. Quindi per prati si ritorna ai bivacchi.

Tempi – 1 ora dalla cima ai bivacchi Feltre-Bodo. Dai bivacchi noi siamo rientrati in Val Canzoni in altre 2 ore e 30’


Materiale

Una serie di friend dal grigio piccolo al blu grande, dadi piccoli, alcuni chiodi anche se non dovrebbero servire