Piz Ciavazes, via delle Guide

Abbiamo salito questa via come ripiego in una giornata sfortunata, dopo aver rinunciato alla parete centrale per qualche sasso-proiettile che arrivava imprevedibile dall’alto.
Si tratta di un percorso breve e con difficoltà per la maggior parte modeste, attrezzato alle soste con grossi chiodi ed un buon numero di chiodi normali lungo i tiri. La roccia è ottima e non consumata, dato che le ripetizioni sono aumentate solo in tempi recenti. Il passaggio chiave è faticoso ma salibile del tutto in A0.
La discesa lungo la Cengia dei Camosci può essere pericolosa in primavera per la caduta di ghiaccio e qualche sasso dalla cornice della cima del Ciavazes. Se le scariche sono frequenti si possono utilizzare le calate in corda doppia leggermente a sx di questa via, sfruttando delle calate su spit e catene visibili anche durante la salita fino a ritornare all’attacco.
Primi salitori: Aldo e Toni Gross e Rino Rizzi, 17-20 luglio 1963

gruppo SelladifficoltàIV, poco V, 1p.VIdislivello220 mtquota max2.500 (Cengia dei Camosci)tempo3 oredata19/05/12

Avvicinamento

Dalla strada per il p.so Sella, dal rettilineo in cui si è evidentemente nel punto più vicino alla parete, si risale uno dei vari sentierini fino a raggiungere un sentiero che si mantiene parallelo alla parete, dunque verso sx, presso il canalone che divide la prua strapiombante di Italia ’61 e la parete grigia appoggiata dove sale la via delle Guide e la Rossi-Tomasi. 10-20minuti. Il sole arriva tardi rispetto alle varie Micheluzzi, Schubert, ecc.


Descrizione dei tiri

La via è evidente, non riporto una relazione precisa

L1 –  Verso sx per un gradone e poi facili zolle erbose. 40m, 1pIII, poi I-II

L2 – Muretto, poi rampa a sx. Sosta in una nicchia gialla su chiodi. III-IV

L3 – Traversare 2m a sx e poi seguire una fessura a dx, quindi tornare a sx ad un comodo terrazzino. IV

L4 – Salire per placchetta e poi seguire una fessurina verticale un po’terrosa. Sosta sotto un pilastrino. IV-V

L5 – Per un diedro in cima al pilastrino (poss.sosta), per fessurina ad un altro diedro che va salito in 2 risalti: subito si affronta un passaggio di incastro di mani (2ch, cordone penzolante per A0), poi un diedro verticale sprotetto (ottimi i friend o dadi) di pochi metri. Uscire a dx e sostare. V e 1p.VI

L6 – Strapiombetto, poi fessurina e placca verso un tetto. IV

L7 – Traversare a dx per placca liscia, poi dritti per fessurina e quindi liberamente verso un canalino obliquo a dx fino alla Cengia. Sosta su clessidra o 1ch piantato per terra. Inizio di IV+ e poi III

Tempo – 3 ore


Materiale

Dadi e friends sono obbligatori per salire sicuri, i chiodi presenti non sono sufficienti


Discesa

Con pochi passi si raggiunge l’evidente e comoda traccia della Cengia dei Camosci. La si segue a sx (verso le Torri del Sella) assecondando un ansa scura presso la via Soldà (attenzione alla caduta di ghiaccio ad inizio stagione!). Successivamente alcuni tratti esposti sono attrezzati con cavo metallico. Presso le Torri si scende per canalino quindi per due salti di roccia (20m ciascuno, II oppure in doppia) si raggiunge la base della parete. A sx, per sentiero ripido con numerosi tornanti, si giunge ad un boschetto. Attraversato questo si raggiunge il parcheggio.
Tempo – 1 ora c.a.