Punta Agordo, diedro da Roit

Suppur breve, è una via che nel suo ordine di difficoltà risulta molto meritevole. La roccia è ovunque ottima, l’arrampicata proposta in diedro e fessura è caratteristica ed elegante. Alcuni tiri di collegamento spezzano la continuità della via. Indispensabili alcuni friend per proteggersi adeguadamente.
Calcolare che avvicinamento e discesa non sono brevi, anche in proporzione alla lunghezza della via, soprattutto se non si fa tappa al Vazzoler.
Aperta da A. Da Roit, C. Zanvettor, M. Facciotto, A. Penasa il 21 luglio del 1941

gruppo CivettadifficoltàIV, IV+sviluppo400 mt tempo3 ore e 30'appoggiorif. Vazzolerdata28/08/14

Descrizione dei tiri

Salita disponibile nel libro “IV grado e più – Dolomiti Orientali” Vol. 1, oppure utilizzate le guide di O.Kelemina, I.Rabanser

Di seguito alcuni appunti sui tiri:

L1 – Seguire una fessura a dx del fondo del diedro. Sosta su 1spit (!) 30m, III-IV

L2 – Diedrino, cengia con poss.sosta. Diedro continuo e svasato, tecnico e atletico. Sosta su chiodi. 50m? IV+

L3 –  Fessurette vicine al fondo del diedro, cengia. 30m, IV

L4 – Fessura verticale molto bella a sx di un tetto. Spaccata alla fine. Cengia. 30m, IV+

L5 – Ghiaie, I

L6 – Caminetto. 20m, III

L7 – Fessura sopra la sosta fin sotto un tetto. Traversare a sx (1ch sul tetto) fino ai gialli. Tornare a dx, strapiombetto e poi facile. Dal III al V

L8 – Canale-camino con blocco d’ostruzione finale. III e 1p.IV

vedi IV grado

Avvicinamento

Dal rifugio Vazzoler si segue la strada sterrata e poi il sentiero in direzione del Rifugio Tissi. Dopo la strada sterrata ed un tratto di sentierino nei mughi si giunge al Pian di Pelsa: un bel prato con grossi massi. Verso dx si rinviene un sentierino che risale una striscia di ghiaia e scendendo a dx si raggiunge la base della Punta Agordo. Si sale per una rampa di I e II grado fino alla base del grande diedro, spiazzo comodo. Tempo – 2h da Capanna Trieste


Discesa

Con 10m verso est si raggiunge un mugo da dove ci si cala in doppia per 15m. Si risale dall’altra parte e a sx si passa sotto un arco (che non è l’Arco, quello vicino alla forcella delle Mede). Dopo un breve canalino si scende per un canale con zolle e ghiaie seguendo tracce e ometti. Un salto si può evitare con una doppia di una ventina di metri. Si scende ancora e poi si traversa un poco a dx. Per entrare nel canale di discesa dalla Torre Venezia si deve scendere ancora e quindi traversare fino a riprendere il sentierino con bolli rossi. Si scende per roccette fino al canalone e per questo si scende come per la Torre Venezia.


Materiale

Dadi, friend e chiodi per eventuali necessità