Bellissima traversata nel cuore delle poco frequentate vette feltrine.
Sintesi del percorso – Val Nagaoni – Rif.Boz – Col dei Bechi – bivacco Feltre – Forc.Cimonega – Forcella Finestra – via Cesaletti – cima NE – traversata alla cima SW – discesa per via normale – cengia NW – Forc.Cimonega – Pian del Re – Col dei Bechi – Rif.Boz – Rif.Fonteghi
In auto – Si risale la Val Noana. Superato il Rif.Fonteghi si prosegue ancora un bel po’ fino ad un parcheggio dopo un tratto sterrato (El Belo in Val Nagaoni)
gruppo Alpi FeltrinedifficoltàII, III 1pp IVdislivello1400 mt c.a.quota max2.547tempo18 ore totaliappoggiorif. Boz, biv. Feltre-Bododata11-12/07/06
Si sale tranquillamente al rifugio per comoda strada sterrata e a tratti asfaltata. Dal rifugio si seguono le indicazioni del sentiero 801 che per sentierino portano al Passo Mura. Da qui si può vedere quasi tutto il sentiero che porta al Col dei Bechi (“Troi del Caserin”). A parte un breve tratto attrezzato il sentiero è quasi elementare e spesso rimane pianeggiante.
Dal Col dei Bechi bella panoramica sulla conca che accoglie i due bivacchi e sulle cime del gruppo (Cimonega). In basso si vede la casera Cimonega e il sentiero che sale dalla Val Canzoi. Ora il sentiero scende per poi riprendere quota a tratti fino al bivacco. Da qui il Sass de Mura è nascosto ma possiamo intravedere l’inizio della cengia con i due caratteristici gendarmi
Tempi – 1h 30′ al Boz + 1h 30′ al Col dei Bechi + 50′ al bivacco
1 – Il cielo si rasserena dopo l’abituale temporale delle 16.30 e dal rifugio possiamo già individuare la Finestra e il Birillo
2 – La bella conca che accoglie il bivacco Feltre vista dal Col dei Bechi. Da sinistra: lo squadrato Piz de Mez, il più lontano Piz de Sagron e il Sasso Largo
Proprio dietro il bivacco stacca una bella traccia evidente. Si risale tra prati. Vicino ad un costone si seguono gli ometti a destre e più alti (non ci si deve dirigere verso la prima forcella verde a sinistra). Si arriva alla forcelletta del Leone. La traccia traversa per facili roccette e poi comincia salire tra una frana di grossi blocchi, meno evidente ma presenti numerosi ometti. Si arriva quasi improvvisamente a Forcella Cimonega con bella visione sulle Pale. Qui troviamo indicazioni in rosso per “Sass de Mura” del Cai di Feltre. Lasciamo qui le cose pesanti ed ingombranti che non ci serviranno nella salita.
Si sale per roccette friabili e detriti (qualche I) verso i due gendarmi con targa (il “Carabiniere”) ma si svolta a sinistra prima fino ad incontrare la traccia che proviene dal percorso anulare (evidente bivio con ometti). Di qui per il largo e facile sentiero in cengia (Banca Posterna). Nell’ultimo tratto si restringe e si passa per cornici e roccette sul I con percorso abbastanza libero (pochi ometti, tenersi abbastanza in alto). Poi traccia evidente fino alla Finestra con bella veduta su Boz e Noana, Pavione, Civetta, Antelao, Duranno,…
Tempi – 1h alla Forc. Cimonega + 1h alla Finestra
3 – Alba sulla parete nordest del Sass de Mura, poco dopo il bivacco in direzione della Forcelletta del Leone
4 – Il Sass de Mura dalla Finestra al Carabiniere e alla Forc.Cimonega, visto dalla prativa Forcelletta del Leone
5 – Sulla Forcelletta del Leone con il Piz del Comedon e il Pizzocco in lontanza
6 – Le Pale di San Martino dalla Forc.Cimonega
7 – Discontinuità lungo la Banca Posterna, nel tratto precedente la Finestra
8 – Nel tratto che precede il “passo del gatto”
9 – Il “passo del gatto”, evitabile ma divertente
10 – La Finestra
Da sinistra si sale sulla Finestra (freccia rossa) con pochi passi, esposti ma facili. Qui si trova la scritta “Solo per Iper Esperti” che segnala anche l’attacco della via. Per assicurare il primo si può utilizzare uno spuntone (anche se non perfetto). Prima di partire ci mettiamo anche le scarpette, non si sa bene cosa c’è più avanti.
Ora si deve attraversare a destra in buona esposizione. Fatti un paio di passi in alto si traversa su cornice con qualche passo che tende a buttare in fuori. Alcune volte ci si abbassa o ci si alza di un passo per poter procedere. Messo giù due dadi in fessura e poi tra masso incastrato e parete. Aggirato uno spigolo si sale brevemente per sfasciumi: sarebbe comunque difficile preseguire in orizzontale. Parete a buchi a sinistra, corpo staccato a destra e nel mezzo un grosso masso incastrato rettangolare da dove assicurare il compagno. In fondo un camino scuro, poco più a sinistra una fessura invitante con spuntone triangolare alla fine.
Affrontiamo direttamente la fessura, assicura in vita. Inizialmente bella verticale (sembra strpiombare!), messo un dado piccolo dopo 2m. La roccia non è proprio perfetta ma la fessura è ben afferrabile e gli appigli non mancano (secondo me è IV). Dopo 3-4m piccolo terrazzino dove proteggersi in fessura con dado grande, noialtri anche con spuntone a destra. Qualche metro più facile e uscita stretta sullo spuntone, rocce instabili. Sulla parete a destra chiodo arancio con cordini vecchi. Sostiamo qui. Si sale la parete del chiodo con difficoltà sul III e II per arrivare su una cengetta. Qualche metro a destra ci sono due chiodi con cordini che sarebbero più adatti alla sosta (dovrebbero servire anche per scendere in doppia)
Si prosegue a destra per cengetta e poi per un canalone con difficoltà sul I e II per un po’per poi poi deviare a dx (ometti) a risalire altre paretine in direzione del Birillo. In particolare un canalino appoggiato con fessura che porta poco a destra del bririllo e dove si può sostare su clessidra gialla (cordino)
Si passo sulla cengia a destra e obliquando si risalgono facili roccette e sfasciumi in direzione della cresta (destra), ometto. Ora si traversa a sinistra ad un altro ometto e cresta. Si risale per paretina gradinata (II) a destra dello spigolo affilato e ad un nuovo terrazzo detritico dove si trova un bel canale-fessura scuro con un cuneo di legno qualche metro più in alto (sostatato su spuntone)
Il percorso visto dal Boz,
con l’intaglio della prima torre dell’attraversata
Si arrampica nel canale (inizialmente II) per arrivare ad una cengia detritica. Ancora su direttamente per il canale (che prosegue), ma le difficoltà sono superiori (anche III) fino a trovare nuovi sfasciumi da risalire per qualche metri fino a deu cordoni in clessidra (da doppia) sotto dei strapiombi gialli (qui sostiamo, 40/50m). Da qui abbiamo superato direttamente la fessura sopra i cordini ma poi alcuni passi sono complicati (III+), altrimenti ci si porta a sinistra e saliti per canalino poi ci si può riportare a destra per piccola cengia e risalire rocce sul II. Da qui le difficoltà diminuiscono e si sale per detriti (I). Sostato su spuntone e tolte le scarpette.
Si risalgono gli sfasciumi portandosi sulla cresta sinistra (ometti) e ancora oer detriti e roccette fino all’anticima. Per la cima si deve attraversare su una sottile cresta piuttosto esposta e con passaggio in discesa. Ultimi metri su ghiaie fino all’ometto con targa e libro di vetta. Qui siamo i secondi a firmarci quest’anno ed i primi per la nostra via (i primi sono saliti per la Manolo).
Possibile che nessuno si avventuri quassù?
Tempi – 3h 30′ dall’attacco alla cima
11 – La Banca Soliva inquadrata dentro la Finestra
12 – Sopra la Finestra
13 – Passaggi esposti e delicati per arrivare all’attacco
14 – Il traverso esposto per aggirare lo spigolo dalla scritta in prossimità dell’attacco. Fortunatamente la roccia è salda. Sullo sfondo Piz de Sagron e Piz de Mez
15 – La fessura del “Camino Cesaletti”. In alto si nota lo spuntone triangolare
16 – Il chiodo all’uscita della parte più difficile. Finisce la fessura e si lascia andare il camino a sinistra
17 – Il camino visto dal chiodo
18 – Usciti sulla cengetta ci dirigiamo verso il canale che porta al Birillo
19 – I bei prati di Alvis e del Boz, nonché il Lago della Stua a sinistra. Vista dal Birillo
20 – Il Birillo
21 – Il cuneo di legno… Da quant’è che incastrato là dentro?
22 – Il canale sul II che parte dal cuneo di legno
23 – La delicata cresta finale che porta alla cima (nella foto c’è l’anticima)
24 – La cima SW vista dall’ anticima. Si nota il primo intaglio, il più delicato
Seguire l’evidente traccia con ometti in direzione dell’altra cima. Detriti e roccette. Si arriva a vedere un intaglio con ometto da spavento. Per raggiungerlo si aggira a sinistra per I e II.
Due tratti MOLTO esposti in discesa (ometti). Dall’intaglio si scende di poco per ghiaie e poi si gira a sinistra. Inizia una cengia con un primo passaggio molto esposto e roccia sporgente (ometto) e poi per cengia facile. [Ci assicuriamo su grosso masso e ,dopo lo spigolo, con un dado, recupero da lontano spuntone ma non ci si sente!].
Si risale per detriti e ghiaie ad un tunnel tra due torri (ometto). Qui si deve risalire la parete appoggiata di destra, II (non proseguire nel tunnel!), al di si trovano buoni spuntoni per assicura (massi incastrati sopra il tunnel), Si scende sulla stessa torre dalla parte opposta di dove si è saliti, II. Da qui traccia con roccette sul I (canalino) fin sulla cima SW. Ometto e targa
Tempi – 1h 30′ la traversata
25 – Sulla cresta ghiaiosa che dalla cima porta verso l’intaglio con la torretta
26 – Targa e ometto sulla più accessibile cima SW
Dall’ometto di cima si prosegue nella stessa direzione per una elementare cresta di sfasciumi con ometti (da qui sono molti). Una prima calata di meno di 10m usando cordino su 2 spit (o un chiodo), in salita forse è un II. Poco dopo si incontra un altra calata di meno di 10m usando cordini su grande clessidra (forse con una lunga calata si arriva direttamente in ghiaione). Dalla calata non si prosegue sulla cresta di detriti ma si gira subita a destra (ometto) e con pochi altri passi si raggiunge una ulteriore calata (chiodo e spuntone con fettuccia arcobaleno) di 5m (con 10m si arriva subito al ghiaione). Ora si svolta a sinistra per prendere la traccia che porta sul ghiaione sottostante.
Si scende per il ghiaione verso destra facendo attenzione perché a destra ad un certo punto stacca la nostra cengia, ometto e traccia più debole. Soprattutto inizialmente la cengia è molto larga su sfasciumi. Diversi ometti e una buona traccia traversano il versante NW. Tratti di nevesi attraversano in alto (o ben in basso se fossero invalicabili). Si cammina veloci. Finita l acengia si arriva ai 2 gendarmi con targa (il Carabiniere) e poco più avanti al bivio dell’andata. Si scende a Forc.Cimonega. Da qui al bivacco o come noi si può tagliare notevolmente scendendo per ghiaone al Pian del Re e liberamente per prati al sentiero (anche qualche ometto) che porta al Col dei Bechi. Rifacciamo tutta la strada dell’andata fino alla Val Nagaoni e questa volta arriviamo fino al Rif. Fonteghi.
Ci sarebbe un alternativa migliore che non abbiamo seguito anche a causa del temporale: invece di prendere la cengia NW si scende a forcella Neva e di qui in un oretta al Boz. In questo caso bisogna pensare anche allo zaino lasciato alla forc. Cimonega.
Tempo – 1h 30′ di discesa fino all’inizio della cengia + 20′ di cengia + 4h 30′ al Fonteghi (ritardo per temporale)
27 – Seconda corda doppia (una decina di metri scarsi)
28 – La cengia sbagliata!
29 – L’inizio della cengia nordovest, che è quella esatta
30 – La cengia nordovest con ancora qualche tratto innevato
31 – Il Carabiniere con la targa commemorativa. Qui finisce la cengia nordovest e inizia la Banca Posterna (qualche metro più avanti ci si ricongiunge alle tracce da Forc. Cimonega)
32 – Ritorno a valle
In rosso il percorso del primo giorno,
in verde quello del secondo
Il percorso della via Cesaletti.
Fino a poco dopo il birillo è certa. Poi è approssimativa