Sass d’Ortiga, Scalet-Bettega

Bella via che supera centralmente la parete del Sass d’Ortiga. Rispetto al famoso spigolo non dovrebbe esserci mai nessuno, comunque noi a ferragosto abbiamo trovato 2 cordate. Le difficoltà si concentrano in un unico caratteristico tiro di V+ sostenuto in fessura-diedro. Il tiro è comunque ottimamente protetto ed è possibile riposarsi nella fessura.
La via è stata aperta da Samuele Scalet e Aldo Bettega il 15 ottobre 1961 (la prima linea tracciata che vince la parete Sud/Ovest di questa cima)

gruppo Pale di San MartinodifficoltàIV, V+sviluppo455 mt quota max2.634tempo5h (salita) + 2h (discesa)appoggiobiv. MenegazzipartenzaPrati Domadoredata15/08/07

Descrizione dei tiri

(L0) – Slegati. Si salgono le placche appigliate fin dove la parete si raddrizza, verticalmente a sx di una colata nera. Un cordino giallo in clessidra segna l’attacco. Tra i 50 e i 100m sul II

L1 – Si sale sulla placca, tenendo preferibilmente all’inizio la dx e poi la sx, in un tratto la roccia non è eccelsa. Lungo il tiro ci sono 3ch e qualche clessidra. Sosta su 2ch su comodo terrazzino con nicchia gialla. 50m, IV

L2 – Si sale la fessura a dx fin sotto la fascia di strapiombi. Si evita a sx (ch) traversando per 5-10m. Ora si sale su placca con fessure, a tratti facile e a tratti più difficile. Sosta su spuntone

L3 – Si traversa lungamente a sx sotto tetti gialli fino ai chiodi con cordini penzolanti sotto lo strapiombo (visibili dalla sosta). Si supera atleticamente il passaggio (V+), si sale per placca facile e appigliata poco a sx, dritti. Sosta su ch e grosso spuntone

L4 – Si obliqua a dx per roccia appigliata, si sota in un camino a sx di un naso di roccia sporgente, su chiodi. IV

L5 – Si risale il non facile camino fin sotto l’evidente diedro del tiro chiave, stando sulla destra. Sosta su 2ch. IV

L6 – Si sale prima l’appigliata placca di sx fino ad un chiodo in linea con la fessura del diedro (10m, IV+). Poi si seguono i chiodi nel diedro (sono in totale 7). Tiro tecnico con vari movimenti: dulfer, incastro, spaccata, placca. Poco prima della fine della fessura si passa per la placca di sx per rientrare all’uscita del diedro (ch). Ci si porta su terrazzo appoggiato e si sosta alla sua fine su 2ch, alla base di una rampa obliqua. 50m, V+

L7 – Si sale la strana rampa obliqua verso sx, superando 2 passaggi non banali (IV e IV+), 3ch lungo il tiro. Sosta su 2ch su spiazzo detritico

L8 – Si traversa orizzontalmente a sx, si sale dritti a obliquare ancora per placca solida e appigliata (III). Sosta su massi o spuntoni, molto vicini all’uscita dello Spigolo Ovest

Si sale agevolmente per detriti e roccette in breve ad un’anticima. Una traccia porta sulla cima principale dove si trova il libro di vetta

Tempo – 5 ore

Avvicinamento

Dal parcheggio si sale al Pra di Forca dove un cartello indica bivacco Menegazzi per il bosco. Si sale dunque alla Casera Cavallera e sopra questa si seguono i segni rossi fino al biv. Menegazzi (45′). Tenendosi sui prati di sx si trovano i nuovi segnavia che conducono faticosamente fino alla Forcella delle Mughe (+1h 15′). Da qui si segue il sentierino stretto su cengia che, agevolato da alcuni infissi, porta lla cengia sotto la parete della nostra cima.

Tempo – 2h 45′


Discesa

Una traccia evidente con segni rossi e ometti accompagna nella discesa. Passi di I e due camini di II+, un tratto attrezzato con una catenina di ferro (qui è anche possibile una doppia). Si scende direttamente alla Forcella delle Mughe e da qui si ripercorre la strada dell’andata fino al parcheggio

Tempo – 2 ore circa


Materiale

La via è chiodata. Protezioni veloci per integrare (usate poco) e cordini per le clessidre