2° Pala di San Lucano, via Flora

Splendido itinerario, fra i più “accessibili” e ripetuti delle Pale di San Lucano, aperto dai fortissimi Lorenzo Massarotto ed Ettore De Biasio il 22 agosto 1981 e dedicato alla mamma di Ettore De Biasio, Flora Fontanive. La via sale a destra del diedro centrale, prima per fessure e diedrini, e poi su di un largo camino tramite il quale si raggiunge la larga cengia prima del salto finale. Nonostante le difficoltà non siano elevate la via risulta impegnativa, in virtù dei pochi chiodi in loco e della lunghezza di avvicinamento e discesa. L’ambiente grandioso e solitario in cui si svolge rendono questo percorso particolarmente suggestivo, un fascino che solo certi luoghi così selvaggi e mitici, come le Pale di San Lucano sono in grandi di offrire. Roccia buona ed arrampicata piacevole lungo tutta la via.

gruppo Pale di San Lucanodifficoltàmax VIsviluppo640 mt quota max2.350esposizioneEsttempo6h e 30' la viapartenzaTaibon Agordinodata07/10/17

Avvicinamento

Entrando con l’auto in Valle di San Lucano si raggiungono le ultime case di Taibon Agordino, dove sulla destra si dirama una stradina con indicazioni per l’ecocentro. Si parcheggia presso uno spiazzo sul lato sinistro della strada, dove c’è un ponticello.
Appena si sale verso l’ecocentro si trova la palina con indicazioni per il Bivacco Bedin per il Boral della Bezausega ed i classici segnavia cai. Oltre una sbarra, si sale per buon tratto per strada sterrata, abbandonandola poi dove una nuova palina e bolli invitano a salire più direttamente nel bosco. Fare molta attenzione a seguire le tracce corrette, specie se siete al buio. Dopo un tratto faticoso si obliqua a sx raggiungendo un pendio senz’alberi, che risale per un valloncello. Al termine di questo faticoso tratto si segue un sistema di cenge che traversano ad ovest (tratti esposti), tendenzialmente in piano, ma anche con alcuni saliscendi. Da qui è ben visibile la parete della Seconda Pala. La traccia porta a calarsi all’interno del Boral della Bezausega, alla base dello zoccolo. Si segue il sentiero ancora per circa 50m, quindi inizia la seconda parte dell’avvicinamento. Fin qui 2 ore.
Si sale per caminetti e rampette (ometto e 3 bastoni segnano l’attacco) in direzione di una macchia di mughi, per una trentina di metri di II grado. Abbiamo trovato 1 chiodo con cordino e 1 calata. Il successivo salto tra i mughi ed il terriccio scivoloso è oggi agevolato da una corda fissa. Usciti dalla macchia seguire le tracce con un breve giro a sx, per tornare poi a dx verso una rampa/colatoio di roccia un poco slavata. Salirla obliqui a dx (II) raggiungendo un gruppo di alberi, dove troviamo un’altra calata. Si prosegue per rade tracce, inizialmente obliqui a dx su erba ripida e qualche arbusto, raggiungendo una parete rocciosa. Traversare a dx e riprendere a salire per zolle ad un saltino roccioso di IV-, servito anche questo da una corda fissa (se non la toglierà nessuno nel frattempo). Si sale per la boscaglia ad un altra parete nera con bella cengia (buon posto da bivacco). Seguire la cengia a sx ed entrare nella giungla di arbusti e mughi, che dovrà essere affrontata con un lungo traverso alla ricerca del passaggio migliore. Ad ogni modo tendere a non alzarsi troppo, per evitare dei salti rocciosi. Si entra in un canale che delimita uno sperone di roccia e mughi. Lo si contorna prendendo come riferimento un alberello alcuni metri sotto un salto roccioso, dove si trova un buon corridoio tra i mughi. Per prati, ora agevolmente, si guadagna la base della parete.
Risalito il breve conoide ghiaioso alla base della grande svasatura appoggiata della parete est, si individua una nicchia rossa. Salire per gradoni a dx della nicchia, raggiungendo una spiazzo alla base di varie fessure, dove c’è una nuova nicchia con ometto. Attacco.

Tempo – 3 ore e 30′ dal fondovalle

Descrizione dei tiri

L1 – Seguire una serie di fessure-camino che obliquando a sx, seguendo i tratti più facili della parete. Il camino/diedro che sale più dritto è stato percorso come variante da Ivo Ferrari (III con passo di VI). Oltre le fessure, salire più direttamente per roccia non saldissime, fino ad uno spiazzo. Sostiamo alla base di una stretta fessura-rampa, su spuntone di fianco ad un piccolo mugo secco. 45m, III e III+

L2 – Seguire la fessura leggermente obliqua a sx, continuare poi per paretine slavate volgendo un po’a dx in direzione del canale principale. Ci fermiamo su cengetta con spuntone. 50m, III e III+

L3 – Ci portiamo nel canale principale sopra ad un pilastro rigonfio che vi si trova nel mezzo. Ora va seguita una logica e facile rampa, che esce obliqua a dx fuori dal canale. Al termine si sosta alla base di un diedro giallo-nero, su 2ch, un po’scomodamente. 50m, III

L4 – Salire il bel diedro con lame fino ad una nicchia con tetto, dove continuerebbe molto strapiombante. Si esce in traverso a dx (friend incastrato) e, girato uno spigolo, si risale un paio di metri ad una sosta con spuntone cordonato. 30m, VI-

L5 – Si traversa facilmente verso dx in direzione di un lungo camino giallo, che sembra essere formato da una grossa scaglia staccata. Dopo un primo passaggio atletico si continua agevolmente per il camino, sostando in cima su spuntone od integrando 1ch. 50m, IV+ e IV

L6 – Tiro chiave. Si scende a dx per una rampetta per 3m, scorgendo un camino poco oltre. Si obliqua per una breve ma difficile placca giallastra (ottima clessidra) raggiungendo il camino presso un masso incastrato. Si continua per due successivi diedri, atletici e da proteggere. Si esce in modo naturale ad uno spiazzo con erba sulla sx. Forse qui converrebbe sostare. Noi continuiamo a dx per una fessurina che sale dal diedro. Oltre 1ch arancio, aggiriamo a dx un pilastrino staccato e sostiamo su terrazzino squadrato 3m più a dx, su 1ch (lasciato) + 1 friend. 50m, VI-
Nota: da questa sosta si stacca la variante Moretto-Favero.

L7 – Torniamo al pilastrino a sx. Ora si traversa per una breve placca compatta (V+) raggiungendo delle evidenti fessure / lame, che vanno seguite secondo il loro andamento obliquo a sx. Oltre l’ultimo diedrino, si baruffa con un cespuglio di mughi verticali e si esce su di una comoda terrazza. Sosta su mughi. 45-55m, V+ e poi IV+

L8 – Traversare elementarmente a dx, quindi riprendere a salire obliqui per rocce agevoli ed articolate, raggiungendo un camino giallo. Sosta presso un salto strapiombante del camino, dove approfittiamo di un sasso incastrato. 40m, I e III+

L9 – Superare una corta fessura grigia sulla faccia dx del camino. Oltre un altro saltino si è sotto una parete gialla. Si prosegue per l’evidente camino giallo di sx, inizialmente non molto solido, poi agevole. Sosta presso uno spiazzo ghiaioso sotto un masso incastrato, su 1ch verde + 1 spuntone. 40m, V e IV

L10 – Continuare logicamente nel camino. Per uscirne, noi passiamo sulla sua faccia sx in corrispondenza di una grossa clessidra. Continuare per canale elementare e sostare a piacere ormai sulla larga cengia sotto il salto terminale. 50m, IV e I

L11 – Trasferimento. Senza difficoltà si risale a sx e ci si porta alla base di un evidente diedrone nero, all’inizio bonario. 70m, facile

L12 – Salire per gradoni ad un diedrino con lame gialle instabili (attenzione!!!). Oltre questo (V+), si continua più agevolmente per poi vincerne un secondo (V). Sosta su spuntone, o su 2ch più sopra. 45m, V+ e V – Sembra possibile evitare il primo diedro passando per le placche un poco erbose a sx.

L13 – Si continua sopra la sosta per un breve diedro tecnico (VI-, 2ch vicini). Nella rimanente parte del tiro non conviene insistere nel fondo del grande diedro, ma piuttosto è meglio seguire placche e fessurette sulla parete dx. Si esce dalla parete attraverso una macchia di mughi. Sosta su mughi, 45m, passo di VI- e V con passi di V+

Tempo – 6 ore e 30′ dall’attacco fin sulla cima della Seconda Pala

N.B. Se il diedro finale fosse bagnato, o in caso di necessità, è possibile uscire più facilmente dalla parete con l’ultimo tiro della “via Ciambe”. In questo caso, dalla cengia, si traversa verso dx individuando un “pinnacolo bitorzoluto visibile anche da fondovalle”. Alla sua sx si vince uno strapiombo (IV) e si continua per canale (III) uscendo sbrigativamente in vetta. 30m

schizzo Pdf alta qualità

Discesa

In linea di massima si segue interamente la cresta sommitale della Seconda Pala, verso il Monte San Lucano (nord), con il quale è saldato con una forcella verde. Sulla sx salgono le tracce di quanti provengono dallo Spiz di Lagunaz. Si risale un pendio erboso raggiungendo il caratteristico Passo del Ciodo (pertugio tra due rocce). Per evidenti tracce ci si porta sulla cresta erbosa del Monte San Lucano, che va seguita a dx. Per cenge erbose e poi per un salto roccioso (I) si raggiunge il sentiero CAI che collega il Bivacco Bedin a Pradimezzo. Fin qui 1h.
Tempo – Per raggiungere Pradimezzo calcolare in totale 2h30’
Se non avete predisposto una seconda auto per il ritorno, vi propongo una soluzione alternativa: lasciate una bici! Da Cencenighe salite alla galleria di Mezzocanale, che passere per la vecchia strada all’esterno, quindi da Listolade prendete la ciclabile che vi porterà a Taibon. Da qui all’auto con breve salita. Questo tratto in bici si fa in 15-20 minuti.

Alternative
1
– dal Monte San Lucano si può seguire un sentiero dismesso (III) che porta all’Arco del Bersanel e alla Forcella di Gardes, da dove si scende a Col di Prà e quindi per l’intera Valle fino a Taibon.
2 – scesi alla Malga d’Ambrusogn si risale a Gardes e si continua come sopra.
3 – si pernotta al Bedin e l’indomani si scende per il Boral della Bezausega.

Tempo totale – 3h e 30′ l’avvicinamento + 6h e 30′ la via + 2h e 30′ la discesa fino a Pradimezzo, 12h e 30′ totali


Materiale

NDA + serie di friens, martello e chiodi

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