Torre Innerkofler, via della Falce

Mi sveglia la pioggia battente, ad un’ora imprecisata della notte. Nelle ore precedenti ed in quelle successive il mio subconscio mi propone sogni in cui si mescola famiglia, arrampicata e lavoro rendendomi il sonno decisamente irrequieto. Mi risveglio più tardi, sento passare delle auto… strano tutto questo traffico alle 4 di mattina! Karim si alza di scatto e guarda l’ora… Addio alla salita che volevamo fare: la sveglia non ha suonato, abbiamo dormito due ore in più del dovuto e non se ne parla di partire ugualmente. Si accavallano velocemente idee d’ogni tipo, il tempo e poco ma l’elenco delle vie che vorremmo fare è ancora piuttosto lungo. Avevamo dato un’occhiata a una meno nota linea di Rabanser e soci sulla Torre Innerkofler, proposta anche dall’interessante guida di Pier Verri e dal nome piuttosto singolare: la Falce.

La parete sud di questa torre, oltre alla via del Calice, presenta altri itinerari che varrebbe la pena di conoscere, almeno sulla carta. Evidentissimo è il camino Rizzi, un vero viaggio “dentro” la montagna, a destra del Calice, come pure il più stretto camino-cascata della via Prinoth alla sua sinistra.
Sulla parete gialla a sinistra della Prinoth si può notare un caratteristico strapiombo ad arco giallo che, unito alla rampa sottostante ed a un diedro nero, forma proprio la figura di un Falce. Questa la linea aperta da Rabanser, Andreotti e Bertoni nel 1998, salita bella e logica e di tipo classico, eccezion fatta per il tiro chiave, una compatta placca gialla protetta ora da numerosi spit.
Rabanser e soci infatti, anziché percorrere la lama della Falce, in apparenza poco solida, ma che forse avrebbe conferito alla via una logica migliore, preferirono risalire la placca a destra, in arrampicata mista libera/artificiale.
Oggi i più coraggiosi possono tentare la risalita in libera, grazie alla presenza di protezioni a spit molto vicine (VII+ per alcuni, VIII- per Rabanser, 6c+ per altri), mentre una parte dei ripetitori si vedranno costretti ad optare per un misto di VI e A0/A1, in virtù di una sequenza dei movimenti piuttosto continua e di non facile lettura.

gruppo SassolungodifficoltàVI, A0, A1 o VIII-sviluppo520 mt quota max3.081esposizioneSudtempo5-6 orepartenzaPasso Selladata08/07/17

Le soste sarebbero attrezzate per la discesa in doppia dalla fine del tiro 8, ma attualmente lo stato dei cordoni non è tale da permetterlo senza lasciarne di nuovi.
Noi abbiamo preferito raggiungere la cima, continuando per altri tre tiri divertenti e su roccia ottima che rendono la salita senza dubbio più completa e soddisfacente. Dalla cima inoltre si può godere di uno splendido panorama sulle guglie vicine, oltre che consentire una discesa meno impegnativa, su roccette e qualche breve doppia.
Roccia in generale buona, tratti ottimi si alternano a tratti di roccia gialla abbastanza ripulita. Nella prima parte non è semplice proteggersi, mentre nei gialli centrali e più in alto ci si protegge facilmente con i friend.
La chiodatura, ad esclusione del tiro chiave, è sufficiente. Il tiro in artificiale ha 15 protezioni in loco tra chiodi e spit, perciò regolatevi di conseguenza con i rinvii da utilizzare.

Avvicinamento

Vedi la relazione della via del Calice (link in fondo alla pagina).
Giunti sotto la parete, si percorrono le rocce di I e II grado che portano nella grande nicchia gialla. Attacco presso una sosta attrezzata con cordone sul lato dx della nicchia.

Tempo – 1 ora da Passo Sella

Descrizione dei tiri

L1 – Salire la parete articolata a dx (cordone). Invece di obliquare come per la via del Calice, si sale più direttamente in direzione di uno strapiombo giallo e grigio, alla cui base poi si vede un cordone bianco. Con arrampicata atletica si supera il tetto (1ch con cordino + 1ch con fettuccia, VII o A0), quindi facilmente alla evidente sosta attrezzata (2ch). 40m, IV e 1p.VII

L2 – Attenzione agli attriti. Seguire una fessura appena a sx della sosta (ch) e prima che diventi gialla (ch) si traversa 3m a dx (ch). Un poco dritti e un po’ a dx ad un ripiano (ch). Salire una breve fessura (cordone) e spostarsi sulla quella subito a sx. Salire una decina di metri alla sosta, alla base di un diedro nero riconoscibile anche dal basso. 2 spit di sosta, appesi. 50m, IV e V

L3 – Scalare il non semplice diedro, quindi spostarsi sotto il successivo diedro giallo (il “manico” della falce). Lo si scala prima facilmente e poi con passaggio delicato, anche per la roccia (VI-, 1ch). Si potrebbe sostare subito su 2ch, ma conviene proseguire per delle lame gialle a sx (IV) e sostare comodamente dopo una decina di metri su 2spit. 50-55m, V+, V, VI-

L4 – Seguire la successione di fessurine gialle che formano una rampa ascendente. La roccia non è buona, ma ci si protegge a dovere. A metà rampa si trova un primo tratto di V, poi alla fine si deve scalare una corto diedro giallo (ch alla base) con passaggio ostico in uscita (VI-, dado incastrato). Si sosta presso una nicchia su 1spit, da integrare. 40-50m, IV e V, con p.VI-

L5 – Tiro chiave. Si esce in placca a dx e si seguono gli innumerevoli chiodi e spit. I primi passaggi sono sul VI grado, poi la difficoltà diventa molto elevata (VIII-, 6c+?). Noi passiamo in A0 misto libera (VI), e con un passo in A1. Usciti su di una cengia, si supera anche uno strapiombino (V+, golfare) e si sosta comodamente su 1 spit+2ch. 30m, VI, A0/A1 o VIII-

L6 – Qui forse siamo stati troppo a dx perdendo la via. Saliamo delle fessure a dx della sosta portandoci sotto una fessura a sx del camino nero della Prinoth (1ch alla base). Saliamo la corta fessura con strapiombino ed usciamo a dx su cornice. Proseguiamo per bella parete nera e poi facilmente per rocce adagiate fino ad una sosta chiodata e con cordoni, nel camino della Prinoth, alla base di un blocco incastrato. 50m, IV e V, 1p.V+, III
Forse la via corretta è alla nostra sx, oltre uno strapiombo giallo.

L7 – Saliamo nel camino, passando sotto al sasso incastrato e proseguendo poi per il ramo di dx ad una biforcazione. Usciamo a sx su rocce articolate e non difficili, sostiamo nei pressi di uno spuntone dove c’è anche un cordino in clessidra. 55m, IV+, III

L8 – Verso dx raggiungiamo un canale/camino che punta ad una forcella. Questa è in realtà una spalla, dove si rinviene l’ultima calata utile per la discesa in doppia lungo la via. Alcuni terminano qui, ma noi puntiamo alla cima. Sostiamo qualche metro più sopra su spuntone. 30m, IV

L9 – Si vede un cordino bianco in clessidra. Obliquare passando la clessidra (p.IV). Ad un altra clessidra con cordone, continuare ad obliquare a sx (III) raggiungendo un diedro-fessura. Lo si scala in direzione di un intaglio (IV). Quando si allarga a camino, si sosta su 1ch, da integrare con friend. 62m, III e IV

L10 – Continuare per il camino fino all’intaglio giallastro. Per una fessurina gialla (IV) si passa a sx dello spigolo e si obliqua verso un canale, senza raggiungerlo. Ora si arrampica verticalmente, per bellissima roccia lavorata grigia non difficile. Si esce su di un terrazzino/forcella, ma noi continuamo ancora per 5-10m fino ad uno spiazzo. Sosta su spuntone. 65m, IV e III+

L11 – Si continua per il filo della cresta, con difficoltà modeste (II). Ci fermiamo per slegarci presso uno spiazzo, dove finiscono le difficoltà e l’esposizione. 40m, II
Continuando per rocce facili si raggiunge in breve il pianoro sommitale.

Tempo – 5 ore la via, 6 ore per la cima

schizzo Pdf alta qualità

Discesa

Dal pianoro sommitale, più bassi della cima vera e propria, si seguono gli ometti che puntano in direzione del Dente del Sassolungo (sud-ovest, si trovano a dx scendendo dalla cima). Si arrampica in discesa per dei brevi risalti, quindi si rinviene un ancoraggio per doppia. Con 25m ci si cala in un canale evitando 2 paretine. Si scende per roccette sul lato dx del canale sottostante, quindi si oltrepassa una cresta verso dx. Sempre con direzione a dx si trova un altro ancoraggio per doppia. Meglio evitarlo perché porterebbe fuori via (vedi discesa via del Calice). Ci si abbassa ugualmente (II), ma poi si traversa a dx oltrepassando un canalino e si risale alla cresta sul lato opposto (ometti visibili). Si continua per un tratto di roccette sempre verso dx. Presso un salto, si trova una calata. Con meno di 30m si raggiunge un nuovo ancoraggio su spuntone. Un altra breve calata (meno di 20m) deposita su ghiaie. Verso dx (cordone) si scende arrampicando una paretina (II). Ci si trova in una zona ghiaiosa, con grossi ometti visibili a dx. Si scende e si risale agli ometti (oppure si rimane in quota), che guidano sul bordo della parete dove si rinviene l’ultima calata. Con 60m (anche qualcosa meno…) si raggiunge la sottostante Forcella del Dente.
Si scende il canale a sx (sud), piuttosto scabroso per le ghiaie e la terra dura, fino a ritrovare il sentiero che passa sotto alle pareti. Volendo si ripassa per l’attacco.


Materiale

NDA + una serie di friend medi e qualche chiodo per emergenza

Vedi anche

Torre Innerkofler, via del Calice
Aperta da Giordano Maffei e Giuliano Stenghel nel settembre 1977, questa grande classica del Sassolungo, propone un’arrampicata estetica lungo l’unico pilastro di roccia grigia della parete sud della Torre Innerkofler, una nervatura a forma di calice stilizzato. Data la dirittura elegante, l’arrampicata sostenuta e la notorietà, è sicuramente una via che regala una certa soddisfazione.
 
difficoltà - VI+
sviluppo - 450 mt
tempo - 6-7 ore

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