Triglav, via Helba

In Slovenia non c’è parete più nota della “Stena”, la parete nord del Triglav. Essa è facilmente accessibile e propone per lo più vie d’ambiente lunghe con lunghezze nell’ordine dei 1000m ad una quota relativamente bassa.
Oltre alle classiche che solcano l’imponente spalto in tutto il suo sviluppo, sono state tracciate negli anni anche alcune linee che non terminano in cima, come è il caso della via Helba, aperta nel 1971 da L.Anderle, L.Rozic e D.Srecnik. Questa salita può infatti essere conclusa (come abbiamo fatto noi), nel punto in cui ci si congiunge alla più facile via Skalaska e da qui scendere per quest’ultima.
Si tratta di un percorso dal carattere piuttosto classico, snodandosi per fessure e sempre in cerca del “facile nel difficile”. Unico punto che risulta forse un poco forzato è la placca del sesto tiro, ove i primi salitori hanno fatto uso di chiodi a pressione per vincere un passaggio altrimenti improponibile per l’epoca in cui la via è stata aperta. Anche se l’arrampicata non è sempre scorrevole, alcuni tiri risultano estetici e di sicura soddisfazione.

gruppo TriglavdifficoltàV, VI, VI+ (1 p. VIII o A0)sviluppo350 mquota max1900 c.a.esposizioneNordtempo5 ore la viaappoggiorifugio Aljezav DomcartografiaSidarta - Triglavdata14/07/19

L’attrezzatura è quella “da via classica”, con soste chiodate e diversi chiodi presenti anche nei passaggi, eccetto per i tiri in diedro, ove risultano indispensabili i friend.
La qualità della roccia è abbastanza varia: vi sono tiri molto belli e compatti come pure alcuni tratti un leggermente sgradevoli per la roccia non adeguatamente ripulita. Complessivamente la si può considerare più che buona.
L’avvicinamento è semplice e veloce, con minimo dislivello. La discesa lungo la via Skalaska non è particolarmente impegnativa una volta individuate le soste di calata, anche se il materiale presente non è di prima qualità (abbiamo lasciato 1 cordino e alcuni moschettoni).
La “libera” nel passaggio chiave non è facile, soprattutto considerando la qualità del materiale in loco e la posizione da cui il compagno si trova a far sicura (a 20m di corda orizzontali). Siccome si tratta di un passo di nemmeno 2 metri, si potrebbe eventualmente scendere in A0 per fare un tentativo (VII+ o VIII a seconda dei giudizi).

Avvicinamento

L’attacco è prossimo a quello della via Skalaska.

Dal parcheggio in fondo alla Valle si prende la larga sterrata che porta brevemente al Rifugio Aljezav Dom. Si continua per la sterrata, che poi diviene sentiero, seguendo le indicazioni per la Stena. Fuori dal bosco si prosegue, ora in salita, lungo una dorsale erbosa in direzione della parete. Si seguono le tracce che portano verso sinistra fino allo zoccolo, in basso e a destra rispetto alla via. Successivamente si segue una rampa di erba e roccette obliqua a destra (II) sino ad una cengia ghiaiosa dove a destra si proseguirebbe per la via Skalaska. Si sale invece per una rampa-canale sulla sinistra. A questo punto si individua il pilastro bianco che forma il caratteristico diedro del tiro 2 e ci si porta sulla sua verticale.
2ch con cordino segnano l’attacco.

Tempo –  1 ora e 15 dal parcheggio

Descrizione

L1 – Salire dritti per parete appoggiata ad una rampa obliqua verso dx, che va seguita fino alla base di un lungo evidente diedro. Sosta con chiodi. 25m, IV

L2 – Seguire il diedro, compatto e ben proteggibile. Dopo circa 40m si trova 1ch sulla sx e con passo delicato si esce dal diedro e si sosta sulla sua faccia sx un po scomodamente su 2ch. 40m, V+ e VI-

L3 – Proseguire per il diedro, ora più agevole. Senza prendere la sua difficile prosecuzione si esce verso dx (2ch) ad una spalla (2ch brutti eventuale sosta). Oltre un muretto non solidissimo si prosegue per muretti fessurati (1ch) sostando comodamente su 2ch alla base di un camino. 35m, V

L4 – Salire per una decina di metri il camino – colatoio, continuare in placca sulla dx fin sotto un tetto, da superare presso 1ch. Per rampa verso dx ad una cengia (2ch non vicini). Salire un dubbio pilastrino fessurato e sostare sopra di esso su 2ch. 40m, V

L5 – Tralasciare invitanti fessure e diedro sopra la sosta e traversare invece verso dx sotto un tetto (1ch). Risalire una rampa e dritti ad una cenetta dove della dx si trova un pilastro che forma fessura (sasso incastrato). Salire sul pilastro e sostare sulla dx su vari ch. 30m, IV e IV+

L6 – Tiro chiave – Traversare verso sx per una lista molto esposta (2ch subito, 1ch per terra poco dopo). raggiungendo rocce gialle (1ch) e quindi una nicchia (2ch). Ora dritti per placca grigia stra-chiodata con chiodini a pressione per l’A0. Per la libera si passa bene eccetto un “vuoto” di 2m scarsi piuttosto lisci (VIII). Verso sx ad una rampa che va seguita fino ad una comoda sosta con 2ch. 40m, IV+, A0, V

L7 – Superare un corto diedro strapiombante (VI+ 2ch) e proseguire per fessure (1ch) fino ad un antro sotto un tetto (ch, possibile sosta). Passare sulla dx il tetto (ch) e salire verso una grande nicchia. Montare su un pilastrino e continuare a sx dietro uno spigolo fino ad una comoda sosta su 2ch. 50m, VI+, V+

L8 – Salire un bel diedro regolare  (2ch). Proteggere bene prima del tetto che lo chiude, dato che bisogna uscirne a sx su roccia cattiva e non proteggibile. Traversare per facile cengia a sx per 10m e sostare su chiodi sotto un tetto. 30m, V+

L9 – Tornare pochi metri a dx e salire 2-3m dritti ad una lista. Traversare a sx e superare uno strapiombo (ch). Continuare in leggero obliquo a sx per una fessura, inizialmente superficiale e tecnica (vari ch). Proseguire per breve placca (ch con cordino) uscendo su cengette sotto un grande strapiombo. Seguendo una rampetta a sx si trova la sosta, in posizione comoda su 2ch. 35m, VI+ e V

L10 – Traversare a dx per cengia sotto rocce gialle friabile. Si gira uno spigolo (chiodi) e si prosegue fino ad un camino dove ci si collega alla via Skalaska. 30m, III

Tempo – 5 ore

Discesa

Avviene prevalentemente a corda doppia lungo la via Skalaska.

Dal punto di uscita si scende 2 metri per prendere una stretta cengia ghiaiosa. Si traversa per questa a ridosso della parete, con tratti molto esposti e terreno un po infido. In pochi minuti si rinviene 1 chiodo con cordino poco prima di un tratto molto friabile per entrare in un canalino. Ci si assicura o ci si cala (20m) raggiungendo una prima sosta di calata alla base.

Da qui si prosegue in doppia:

CD 1 – Da 2ch per 40m dritti per placche fino ad un largo terrazzo;

CD 2 – Da 2 spit rock per quasi 60m leggermente obliqui a dx verso un grande camino, fino ad un nuovo terrazzo/cengia. Possibile fermata intermedia su 2ch senza cordini;

CD 3 – Da 1 spit rock + 2ch per 50m obliqui a sx puntando ad una torre staccata. Ci si ferma alla forcellina tra torre e parete;

CD 4 – Da 1ch verso sx faccia a valle per scendere un breve camino (20m);

Si prosegue scendendo per ghiaie ed un breve canalino (II). Quindi verso destra per una banca obliqua ghiaiosa fino a ritrovare il percorso sullo zoccolo seguito in avvicinamento.


Materiale

NDA + una serie di friend dal blu piccolo al blu grande. Utile raddoppiare verde – rosso – giallo.
Noi non abbiamo usato né chiodi né dadi.

schizzo Pdf alta qualità

A casa, nella "Stena"

leggi il racconto

di Saverio D'Eredità