Quelle pareti a picco sul mare 14 marzo 2015. Reduci da poche settimane dalla splendida esperienza sulle rocce di Dvigrad e Limski Kanal viaggiamo verso la costa orientale dell'Istria, destinazione: Brseč, un piccolo e caratteristico borgo situato ad una ventina di chilometri da Opatija che per la mancanza di spiagge dagli accessi comodi non risente di quell'affollamento turistico presente in tante altre località di questa regione. Ci ritroviamo infatti soli, in un paese praticamente deserto.A pochi passi dal borgo vi si trovano alcune scenografiche pareti a picco sul mare, sulle quali decidiamo di percorrere alcuni brevi multipich, aperti dagli austriaci I. Schalk, G. Wagner, M. Sprenger e G. Grabner.Ci dirigiamo così verso Šip, il promontorio che chiude a Nord il piccolo golfo, in cui sono tracciati 11 itinerari di 2/3 tiri di diversa difficoltà, fra il 5c ed il 6c+. L'accesso non è certo comodo, per approcciare queste linee infatti sono necessarie 3 corde doppie, che si effettuano dalla via Salty Dog.Percorriamo Malvasia (5c) e Old Frienship (6b), due linee fra le più facili della parete. L'arrampicata è più da “piccola avventura” che “plasir”, bella ma non eccelsa, e la roccia un po' sporca ci fa intendere che queste vie non siano molto frequentate, ma l'ambiente suggestivo ci permettono di passare una piacevole mattinata.

Da questa parete e ben visibile il Belicev Stup, a sud del golfo, un caratteristico pilastro roccioso di 40 metri che sembra sorgere dell'acqua. Non ci facciamo scappare l’occasione, perciò ritornati in paese scendiamo nuovamente sul versante opposto.Decidiamo di non perdere tempo in ulteriori corde doppie e per accedere alle vie sfruttiamo la possibilità di effettuare un breve traverso dalla baia a destra del pilastro sul filo dell'acqua, dove è presente una corda fissa. Percorriamo prima Octopussy (6a+) e poi Casino Royale (6b+), per un totale di quattro tiri di corda. Il calcare è stupendo, l’arrampicata estetica e divertente su muri verticali a gocce e piccoli buchi, di una roccia così tagliente che arriviamo in cima con le mani piene di piccoli tagli.Visitiamo in velocità anche la falesia di Podgrad, nella quale - ahimè - la vegetazione ha preso il sopravvento. L’ambiente non ci convince e la stanchezza generale ci induce a fare solamente un tiro lunghissimo (Once upon a time) che ci permette di risalire in paese.L’ambiente non prettamente sportivo, bensì più selvaggio e solitario, nonché il minimo di dimestichezza che esige nell’approccio, ha senza ombra di dubbio limitato molto le visite a questo luogo, che proprio per la sua incontaminata bellezza merita una visita; magari combinata con un soggiorno nella meravigliosa riviera di Opatija.

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