Cima Campido

Lunga e bella ascesa ad una delle cime principali del Focobon, l’unica raggiungibile con difficoltà escursionistiche (I grado). Tra l’altro è anche un “3000”, anzi 3001m per la precisione.
Gran parte della salita si svolge su sentiero segnato e comodo, in un tratto anche davvero bellissimo, con vista sull’Altipiano, Agner e Pape. La via normale vera e propria a mio parere non è altrettanto sconvolgente, infatti è presente una traccia ben visibile e gli ometti (se non qualche sbiadito bollo rosso) non mancano di certo, fatto percui l’avventura è un po’limitata. Non è neanche molto varia: all’inizio un canale, poi gradoni ed infine la cresta. Ciò non toglie che l’ambiente attraversato è meritevole, specialmente l’area cresta su roccia solida.
Il panorama dalla vetta è molto valido, ma qui è meglio se andate a vedervi le foto che si trovano in rete, perché io ho trovato non poche nubi!
Ho intrapreso la salita un po’ di corsa, quindi i tempi sono da prendere con le pinze

gruppo Pale di San MartinodifficoltàIdislivello1700 mt c.a.quota max3.001data16/07/11

Avvicinamento

Da Gares si segue brevemente il sentiero per Malga Stia: il “sentiero”, tralasciando quindi la mulattiera che scavalca subito il torrente. Presso una curva, non molto evidente, c’è la svolta a sx per il sentiero 755 con indicazioni per la Banca della Fede. Lo si segue tra i prati (trovati con erba alta). Poi attraverso un bel bosco fino ad un salto di roccia. Seguendo i bolli si passa vicini ad una forra e traversando a dx si supera facilmente il salto. Tralasciare a dx la discesa a Malga Stia e poco sopra si supera un saltino con corda metallica e pioli (facile). In traversata si raggiunge una zona di prati straordinari, da salire sempre in obliquo verso sud. Un altro tratto con corda metallica porta ad una larga insellatura, dove sorge il Pian di Campido: stupendo prato di soffice erba in piano. Qui si abbandona il sentiero.

Salita

Si scarta a dx per un vallone, sotto l’inconfondibile sagoma della Taiada, una parete di roccia gialla strapiombante. Stando sul costolone di sx per roccette oppure per il più friabile fondo del vallone (con roccia vulcanica) si risale quasi tutto il canalone. Non è necessario raggiungere la forcella che si intuisce in alto, si può anche scartare prima per i gradoni sulla sx (I). Per una costola si guadagna un tratto più pianeggiante, cui segue un pendio detritico con eventuale neve. In cima al pendio, un po’sulla dx, inizia un canalino con evidente ometto. Lo si arrampica (I, forse I+ nel passaggio iniziale) fino alla cresta. Dunque a sx si risale quest’ultima, lungamente e con diversi passaggi su roccia di I grado. Gli ometti conducono fino all’accogliente vetta. Presso delle targhe ricordo è presente il libro di vetta (direi che la salita è discretamente frequentata).
Tempo – 2h45′ da Gares, incluse 2 veloci digressioni

Discesa

Per la stessa via di salita. Giusto per cambiare un po’ sentiero ho optato per la discesa verso Malga Stia. Non la consiglio, perché fin quasi alla Malga il sentiero è una giungla ripida. Dalla Malga in poi si scende invece velocemente e tranquillamente fino in paese.