Crozzon di Brenta, via delle Guide

Grande classica del Brenta, aperta nell’agosto del 1935 da Bruno Detassis ed Enrico Giordani. Garantisce un buon impegno lungo una delle più evidenti e fascinose pareti del gruppo. La dirittura è data da una colata nera che scende verticale dalla cima, nel settore sinistro della parete nord-est, all’inizio del famoso Canalone Neri.
I tiri si susseguono verticali, mai banali fino agli ultimi facili risalti prima della calotta terminale. Dalla cima il panorama è tra i migliori del gruppo, ci si sente su di un promontorio senza ostacoli per guardarsi attorno: dai vicini Sfulmini e Cima Tosa, a Cima Brenta, Dalun, poi ancora più lontano alla Presanella e Adamello.
Da non sottovalutare l’impegno fisico che comporta una lunga salita, come pure è noto l’impegno rischiesto dalla discesa.
In via si trova roccia quasi sempre ottima, le soste sono attrezzate spesso ogni 30 metri, possibili anche brevi varianti.
Noi abbiamo dormito in cima nel bivacco Castiglioni (4 posti con coperte sufficienti), così ci siamo potuti godere anche il tramonto e l’alba!

gruppo Dolomiti di BrentadifficoltàIV e V, V+sviluppo915 mt quota max3.135tempo9 ore e 30'appoggiorif. Brentei, biv. Castiglionidata11-12/08/15

Descrizione dei tiri

schizzo salita pdf

Abbiamo usato la relazione dei Sass Baloss. Sufficente, segue più che altro una integrazione. Più comodo lo schizzo qui riportato

L1 – Si obliqua a sx al bollo. N.B. di recente c’è stata una frana che ha portato via un tratto di parete proprio a sx del bollo rosso, per fortuna questa non ha pregiudicato la salita. Superata la fessura di fianco al bollo, si prosegue a dx per fessure superficiali, a volte per quella di dx o per quella di sx di due fessurine. Sosta comoda in conchetta. 50m, V e IV

L2 – Con breve giro si prende la la fessura subito sopra la sosta e la si segue finché a dx non compare una comoda cengia detritica, che si raggiunge. E’possibile proseguire per la direttrice della fessura sostando un po’a sx su 1ch da integrare, per poi raccordarsi a dx più in alto. 40m, IV+

L3 – Si segue una fessura superficiale a dx della sosta e a sx di un grande diedro. Quando si sdoppia, si prosegue per la stessa con forma di rampa a sx, poi si raggiunge la vicina sosta chiodata. 30m, IV+

L4 – Per lama-fessura e per il successivo diedro ad un gradone sotto una parete gialla. 30m, V

L5 – Si obliqua a sx sotto la parete gialla, raggiungendo una comoda cengia con erba. Sosta chiodata sotto una vaga nicchia gialla. 30m, IV

L6 – Sopra la nicchia, poi seguire un logico diedro che verso il finale obbliga ad incastri. Sosta all’intaglio del pilastro che forma il diedro. 50m, V

L7 – Sopra all’intaglio per paretina, poi decisamente a sx a seguire un bel camino nero con spuntoni e clessidre, fino ad una cengia. Non sostare subito ma portarsi a dx appena dietro una lama nera. 50m, IV+

L8 – 1° Tiro difficile. Seguire la facile lama, poi brevemente in verticale per parete. Noi aggiriamo a dx un passaggio (ch) e ritorniamo a sx per portarci sotto un visibile tetto (ch). Passarlo a dx, ma non forzare il bordo, invece conviene stare 1metro più a dx. Seguire il diedro sopra il tetto fino alla sosta su clessidre e chiodo. 45m fino al V+

L9 – Ancora per un diedro verticale (chiodi). Dopo solo alcuni metri, oltre una clessidra, traversare decisamente a sx ad una cornice. Sosta su clessidrona. 20m, V+

L10 – Si traversa a sx, si sale vicini ad uno spigoletto, si ritorna a traversare a sx seguendo cengette fino a portarsi sotto una placca nera lisciata. 35m, IV

L11 – 2° Tiro difficile. Per rocce non impegnative si sale ad una cornice sulla dx. Si traversa sotto una placca nera fino ad una sottile fessura (possibile sosta). Su per questa, poi non proseguire dritti ma obliquare a dx. Cercare la soluzione più conveniente, la nostra magari non è la migliore. Dopo uno strapiombetto che chiude la placca, usciamo su di una cengetta in corrispondenza di una sosta su clessidre ed 1ch. 40m, fino al V+

L12 – Seguire una lama-fessura nera un po’contorta, poi assecondare la roccia verso sx fin sotto una nuova lama chiara. 30m, V

L13 – Sopra alla lama/scaglia, leggermente a dx per una placca (2ch). Da una cornice (ch) si traversa a dx (cless) a rocce più articolate. Obliquando poco a dx e poi salendo si raggiunge una misera cengetta con sosta chiodata. 40m, V

L14 – Verso sx si raggiunge e si sale un evidente diedro. Al suo sommo, sulla sx, ottima sosta su clessidrone. 40m, IV

L15 – Su per le agevoli rocce di un colatoio ad una prima cengia. Proseguire ad una seconda cengia tendendo leggermente a dx. Sosta con 1ch presso un ometto, a dx di un tetto sopra al quale scende una colata nera. 50m, III+

L16 – Traversiamo a dx, saliamo ad una cengia più in alto. Per una parete raggiungiamo una nuova cengetta a dx di un’altra colata nera. 65m, III+

L17 – Si traversa a sx, si sale solo alcuni metri e si continua a traversare raggiungendo un camino-diedro nero sul bordo sx della colata. Lo si risale fino ad uscire su di una larga e comoda cengia. Sosta su 2ch. 50m, IV

L18 – Si rimonta da sx sopra alla paretina della sosta. Poi per spigolone di roccia gradonata (II) fin dove finiscono le corde, per noi presso una clessidra non troppo bella. 60m, II

L19 – In obliquo a sx per evitare una fascia strapiombante. Fatto il passaggio ci fermiamo ad una cengetta, dove ci sleghiamo. 40m, II con passo di III

(L20) – Si esce a dx dalla cengia, poi si continua per roccette, quindi per sfasciumi e rocce rotte fino allo spazioso pianoro roccioso della sommità. 150m, I, II

Avvicinamento

Senz’altro conviene salire dal Rifugio Brentei, ma noi eravamo al Pedrotti. Dal Rifugio Tosa Pedrotti si sale alla vicina Bocca di Brenta (5-10′), si scende poi verso il Rifugio Brentei con alcuni tratti attrezzati e dei piccoli nevai. Percorso un tratto della lunga traccia quasi in piano che si allungherebbe al rifugio, scartiamo giù per il ghiaione fino a sottostante pianoro di grossi massi. Poi ritorniamo a salire per ghiaione scegliendo il terreno più stabile raggiungendo il rivolo che si origina dal Canalone Neri. Lo seguiamo e poi per neve dura ci dirigiamo verso l’attacco. Gli ultimi 20-30 metri li facciamo sul bordo dx del canale, dove la ghiaia depositatasi ci viene in aiuto. Evidente il bollo rosso che indica l’attacco, ma ancora più evidente una recente frana a sinistra del bollo. Si inizia la scalata presso una nicchia gialla sotto e a dx del bollo rosso, dove c’è per ora un dado incastrato.
Tempo – 2h dal rifugio


Discesa

Si potrebbe effettuare per la pista di calata detta dello “spigolo nord”, oppure per una nuova serie di doppie che scendono più ad est di queste. Informazioni stampate al bivacco o in rete.
Noi scegliamo la traversata classica fino alla Tosa. Gli ometti orientano nel percorso, le calate sono da chiodi o da strozzature, presenti anche alcuni cordini su spuntoni e chiodi di passaggio. La roccia è spesso discreta e non è da escludere che le condizioni nevose obblighino a delle varianti. Dato che avevamo tempo, abbiamo fatto alcuni tiri di corda all’inizio.
Dal bivacco si va alcuni metri a est ad una prima calata. Dal pendio sottostante ci si abbassa per roccia non sempre sicura fino ad un intaglio. Si risale sul lato opposto solo alcuni metri, poi si traversa a dx orizzontalmente per cenge a raggiungere l’unica cresta con spuntoni. La si risale fino ad una nuova cima. Si cammina su questa cima verso la Tosa e si rinviene un secondo ancoraggio per doppia. Ci si cala all’intaglio sottostante. Per salire alla cima successiva si fa un breve tiro di corda (III). Si cammina nuovamente e si rinviene una sosta con 2ch. Si scende alla forcella sottostante, con pinnacoli. Poi ci si abbassa per roccette a dx e seguendo una cengetta si raggiunge un intaglio più stretto (spuntone con cordini). Si scende uno stretto canalino ghiaioso a dx (ovest) e se ne esce per una cornice esposta (no chiodi) a sx. Si prosegue per una lunga cengia ghiaiosa (da qui noi facciamo corda corta) che gira tutto il versante ovest. Da uno spigolo rivolto a sud ci si abbassa ad un altro intaglio. Sul versante ovest del successivo torrione si traversa una lingua di neve, eventualmente evitabile scendendo e risalendo nel canale ghiaioso. Si prosegue poi per una cengia facile raggiungendo una zona di rocce gradonate, da salire prima di arrivare ad un largo canalone. Dopo un tratto di queste rocce, una cengia permette di traversare alcuni metri verso l’interno del canalone (esposto!) e di prendere un canalino giallo-rosso che sale verso la cresta. E’possibile anche proseguire per la cengia e fare un giro largo, forse utile nel caso che il canalino sia ghiacciato. Dal sommo del canalino si fa una corta spaccata e sul lato opposto si sale brevemente per cresta alla Madonnina di vetta della Cima Tosa. 3h fin qui.

Normale alla Tosa
Si seguono gli ometti che scendono verso sud-est. Noi ci perdiamo seguendone alcuni fuorivia. Comunque quelli corretti sono moltissimi e a volte grandi. Dopo numerosi tornantini sulle gradonate del versante est (II) si raggiunge un canale che può essere disceso con due corde doppie corte o una lunga (50-60m). Si può anche fare a meno di fare la prima doppia ed arrampicare in discesa (II), mentre la seconda è meglio farla (IV). Con l’ormai vicinissimo sentiero Brentari si scende sotto la Brenta Bassa e da qui si risale al Rifugio Tosa-Pedrotti.

schizzo discesa pdf

Materiale

Una scelta di dadi e friends fino al n.3, chiodi come al solito


nel cuore del Brenta

appunti di viaggio, 10-14 agosto 2015

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