l classicissimo anello del giro del Popera, attraverso la Strada degli Alpini e la ferrata Roghel-Cengia Gabriella, può essere valorizzato con la salita ad una di queste importanti cime.
Il percorso più frequentato è quello di traversare dal Rif.Berti al Rif.Carducci con la ferrata Roghel-Gabriella e di ritornare con la Strada degli Alpini, spesso dividendo l’itinerario in 2 giorni. Nell’occasione ho compiuto il percorso all’inverso, distaccandomi dal sentiero in corrispondenza del Passo della Sentinella per salire a Cima Undici Nord e nei pressi della Busa di Dentro (vicino a forc.Giralba) per salire sul Monte Popera.
Anche senza raggiungere queste cime è consigliabile spezzare il giro in 2 giorni, data la lunghezza e il dislivello da affrontare.
gruppo PoperadifficoltàI, IIquota max3.068appoggiorif. Lunelli, Berti, Carduccidata30-31/08/13
Le due cime hanno caratteristiche molto diverse.
La salita a Cima Undici si svolge su terreno spesso friabile e coperto di detriti, con passaggi fino al II grado, povera di tratti interessanti o particolari tanto che si potrebbe dire monotona se la qualità della roccia non richiedesse una continua attenzione.
Il Monte Popera invece è una classica via normale adatta all’escursionista, su buona roccia e con una certa varieta nella salita. Inoltre la salita è ben segnalata dagli ometti e perdersi è difficile.
Entrambe le vette offrono un ottimo panorama, tra l’altro da una quota quasi identica (3068m della prima contro i 3046m della seconda). La vetta Sud di Cima Undici sarebbe certamente più prestigiosa, oltre che più alta, ma presenta difficoltà alpinistiche che riserverebbero tutt’altro impegno rispetto alla Cima Nord.
La Strada degli Alpini attraversa il versante ovest di Cima Undici attraverso un sistema di cengie e terrazze detriche, spesso con cavo metallico che a volte è utile come assicurazione e spesso è più che altro un corrimano. La parte più caratteristica è la cengia iniziale sul lato della Busa di Dentro – forc.Giralba.
La Cengia Gabriella, differentemente di quanto si possa pensare, non è esclusivamente un percorso orizzontale. C’è un certo dislivello per raggiungerla attraverso un canalone, poi ci sono molti tratti esposti dove è necessario sfruttare il quasi presente cavo metallico.
La Ferrata Roghel propone un’arrampicata impegnativa, specialmente sul versante del rif.Berti, dove si ricorre spessissimo a sfruttare il cavo e pedaline in loco. Risulta impegnativa per le braccia ed è più consigliabile nel verso opposto a quello presentato.
Attenzione ai tempi riportati in questa pagina: ho corso!
Da Padola si segue in auto la Valgrande fino al Rif.Lunelli dove c’è un ampio parcheggio. Da qui un buon sentiero porta in meno di un’ora al rif.Berti al Popera (40′). Per l’occasione pernotto qui la sera.
Dal rifugio si risale il bellissimo Vallon di Popera, all’inizio per bei prati e piccoli laghetti, in direzione del Passo della Sentinella. Il sentiero si fa via via più faticoso, specialmente quando passa completamente alle ghiaie dell’alto Vallon. Poco sotto il Passo ci sono buone probabilità di trovare neve anche a luglio (non in questo caso però), mentre è comunque necessario prestare attenzione negli ultimi metri franosi già oltre al bivio per la ferrata Zandonella. Al Passo della Sentinella vi sono alcuni resti di guerra e numerose targhe. Fin qui 1h20′ dal Berti.
Dal Passo si può salire sulla Cima Undici Nord, vedi dopo
Inizia la Strada degli Alpini. Si salgono pochi metri verso Cima Undici per poi iniziare una discesa a tornantini con passaggi su cengie rocciose, presto anche assicurate da un cavo. Si passa a delle cengie più comode alla base di Cima Undici, un cavo torna utile in caso di neve (possibile anche ghiaccio con il freddo). Alla fine della traversata si raggiunge una spalla da dove si apre un grandioso panorama verso la Croda dei Toni e le cime vicine. La Strada ora prosegue lungamente su ghiaie senza difficoltà, finché dopo un tratto in discesa si imbocca una nuova cengia. Dopo un primo tratto si deve attraversare un canale nevoso (cavo teso sopra il nevaio), per poi proseguire ancora tranquillamente ma in esposizione per il proseguo della cengia. Nella parte terminale si incontra una rientranza che nel fondo può avere dell’innocua neve. Dopo la caratteristica uscita della cengia scavata nella roccia si esce sulle ghiaie che escono dalla Busa di Dentro e terminano i cavi d’acciaio. Tempo: 1h15′ dal Passo della Sentinella
Si traversano le ghiaie e con una leggera salita si raggiunge un cartello con indicazioni a lato di un vallone.
A sx si stacca la traccia che sale nella Busa di Dentro verso il Monte Popera
A dx si gira uno spigolo e con breve percorso prima in discesa e poi in salita si raggiunge la Forc.Giralba. Non resta che scendere velocememte fino al Rifugio Carducci, dove scelgo di pernottare. Tempo – circa 30′ dalla fine della Strada degli Alpini.
Dal Rifugio si scendono alcuni tornanti nella Val Giralba in versante Auronzo, perdendo circa 100m di dislivello. Una traccia con indicazioni si stacca a sx e permette di entrare in un vallone detritico. Con breve salita ci si porta all’inizio di un canale con ghiaia e spesso anche neve. Questo canale, faticoso in salita, è parzialmente agevolato da una corda fissa posizionata dal gestore de rifugio Carducci (almeno quest’anno!).
In capo al canale si deve risalire uno spalto con cavi metallici, con i passaggi forse più impegnativi della “Cengia Gabriella”. Si guadagna così la cengia vera e propria che ora può essere percorsa velocemente ed agevolmente per buon tratto, fino ad affacciarsi nel Vallon di Stallata. Poi il percorso continua con numerosi tratti di traversata attrezzati, che poco hanno a che vedere con la cengia. Più avanti, dopo un tratto su zolle in discesa, si risale ad una nuova marcata cengia che può essere percorsa quasi interamente camminando, fino alle ghiaie del Vallon di Stallata. Poco più in basso è visibile il biv.Battaglion Cadore. Tempo: 2h30′ dal rifugio.
Per continuare con la ferrata Roghel si scendono alcuni metri e si risale un conoide di ghiaie che scende da un canalone. Risaliti per buon tratto quest’ultimo (possibile neve) si raggiunge l’inizio della ferrata. Da qui i cavi guidano con difficoltà ancora medie (si può spesso arrampicare direttamente sulla roccia) fino ad uno stretto intaglio. Ora si deve scendere sul versante opposto, a lato di un vertiginoso ampio camino. L’itinerario presenta subito passaggi atletici dove è indispensabile fare affidamento sul cavo e sulle staffe metalliche. Dopo questa lunga ed impegnativa discesa i bolli rossi guidano su una terrazza obliqua verso sud (ancora qualche tratto attrezzato), fino alle ghiaie. Semplicemente ci si allunga per il sentiero segnato 109 fino a congiungersi al sentiero del rifugio Berti, poco distanti da questo. Tempo: 5h circa in totale dal Carducci.
In mezz’ora o poco più si ritorna al parcheggio del Lunelli.
Dal Passo della Sentinella si traversa a sx (est) attraversando la neve della “Calata Mascabroni” raggiungendo delle ghiaie. Si attacca la parete dove sembra più facile e si sale praticamente sempre dritti. L’unico riferimento può essere un canalino parallelo a quello del Mascabroni: all’andata mi sono sempre tenuto a sx (faccia a monte) ma al ritorno nel tratto superiore mi sono tenuto a dx.
Comunque, dopo una arrampicata di I grado spesso su detriti e scaglie friabili si raggiunge una terrazza detritica. Alcuni ometti guidano lungo uno spigolo e poi in un canale rossastro friabile. Si raggiunge una cengetta e a sx in 10m ci si porta ad un ometto. In obliquo a dx si supera una paretina e poi dritti ad una nuova cengetta. Qui si superano 2 tratti successivi di II grado (roccia non solidissima), poi per roccia migliore si arrampica un po’in obliquo a sx . Alcuni ometti brevemente a dx ad una cengia e poi decisamente a sx. Dopo un canale friabile si raggiunge una piccola forcella da dove una rampa con detriti, tendendosi sempre a dx, porta alla forcella Sala. Seguendo la friabile cresta si guadagna la vetta.
La scatola del libro di vetta sembra inapribile… Tempo – 50′ dal Passo della Sentinella (350m di dislivello)
Dalla Busa di Dentro si segue l’evidentissima traccia che avanza nel vallone. Prima o poi si giunge al grande nevaio alla base del Popera, lo si risale (difficoltà a seconda del periodo, nel mio caso molto agevole, soprattutto in discesa) compiendo una larga curva seguendo la conformazione del vallone. Ora si continua per ghiaie (faticoso), lasciando a sx la “parete De Zolt” per il bivacco Mascabroni. In alto gli ometti guidano attraverso uno spalto di cengette rocciose (passaggi di I), poi si può entrare in un canale o arrampicare sulla costola sx di questo (I o I+) fino ad una non ben marcata forcella.
Si svolta a dx e appena sotto la cresta (varie possibilità) si monta sulla grande distesa della cima dove con lieve pendenza ci si allunga fino alla croce di vetta.
Tempo: circa 2h dalla fine della Strada degli Alpini (700m di dislivello)