1° Torre del Camp, Massarotto-Mason

Via molto bella, simile alla vicina via Bien ma con roccia anche migliore nella parte bassa ed un diedro un po’più impegnativo. Oltre l’ultima cengia manca una continuazione vera e propria della via, per questo si dovrà scegliere l’uscita di una delle altre vie della parete: ideale sarebbe continuare per la Bien (impegnativa) altrimenti ci è sembrata buona l’uscita per la Bongiana (più facile).
Primi Salitori: L. Massarotto e P. Mason, 1983

gruppo MoiazzadifficoltàV e 1pVIsviluppo250+150 mttempo5 oreappoggiorifugio Carestiatodata04/09/10

I primi salitori hanno chiamato la via “17 Luglio 1950”, che è la data di nascita del Massarotto

Descrizione dei tiri

Salita disponibile nel libro “IVgrado e più, Dolomiti Orientali” Vol.2. Oppure utilizzate la guida di S. Santomaso, vedere bibliografia

Roccia ottima con molte clessidre nelle placche iniziali, un po’meno buona nel diedro centrale che però offre ottime possibilità di proteggersi ed esteticamente è molto bello. Ottima nel camino terminale. Chiodatura sufficiente: si trovano 2 soste chiodate, 1 chiodo all’attacco e 1 chiodo sul passaggio chiave. Questo si presenta atletico ma breve, e comunque discretamente proteggibile anche oltre il chiodo. Le altre soste sono su clessidrone. L’esposizione a sud-ovest e la brevità della via consiglierebbero la ripetizione a fine stagione.

vedi IV grado

Materiale

Dadi e friends sono ottimi, qualche chiodo se non trovate le soste o volete migliorarle

Avvicinamento

Da Malga Framont ci dirigiamo verso la forcella del Camp e il rif.Carestiato. Arrivati al bivio fra queste due destinazioni, giriamo a dx in direzione del Rifugio. Dopo 5minuti, dopo un tratto in piano ed una brevissima salita, si trova sulla sx uno stretto canalino ghiaioso invaso dai mughi (se andate troppo avanti troverete un canale largo con grossi massi). Si può trovare o no un ometto che segnale il canale, dipende.

Si entra nel canale e dopo 5 minuti di mughi si sale per il greto fatto di massi e paretine. A metà canale alcuni salti oppongono difficoltà di II+. Si continua agevolmente per il canale e dove a sx si apre con alcuni mughi e detriti si segue una labile traccia a sx (forse però è possibile seguire tutto il canale…). Questa traversa a sx tra i mughi, poi si sale a dx un altro canale collegandosi alla traccia principale nei pressi della via “CAI Bologna”. Quindi si traversa a sx lungo la cengia, anche con tratti in discesa e risalita, fino allo spigolo della torre. Si gira fuori dai mughi in versante sud (qui abbiamo beccato un camoscio che ci ha strillato addosso…) e dopo un tratto erboso (1ch arancio segna l’attacco della fessura Bonato-Bongiana) si supera un tratto esposto e si giunge ad una zona più tranquilla non molto distanti dalla forcella del Tridente. Un chiodo segna l’attacco. Poco più a dx, un cordino alto segna l’attacco della Bracco Dream.  Tempo – 1h30′ senza correre

Per arrivare all’attacco ci sono altre possibilità:

01 – Per la cengia alla base della parete est, seguendola integralmente. Questa si imbocca dopo il tratto pianeggiante che segue la scritta rossa “Torri del Camp” che si incontra seguendo al contrario la via di discesa. Questa possibilità è forse conveniente se si parte dal rifugio Carestiato (circa 1h-1h30′ da questo).

02 – Dal versante ovest (vedi via Bien su questo sito). 1h45′ almeno, ma senza mughi, difficoltà su roccia e tratti esposti

03 – Per il canale che scende direttamente dalla Forcella del Tridente. Questa non l’ho mai percorsa, ma pare presenti dei passaggi fino al III+, e ghiaia. E’la possibilità più diretta ma anche più pericolosa se altre cordate o camosci scaricano sassi dalla cengia di attacco.

04 – Si possono anche percorrere i primi tiri del diedro De Nardin (3 o 4 a seconda) fino alla cengia mugosa e quindi traversare. In questo modo si attacca presto però ci si mette di più ad arrivare all’attacco della via qui relazionata.


Discesa

Come già descritto nelle altre vie alle torri. Si scende dalle prima torre presso un cavo da rimorchio d’acciaio, quindi si segue la cengia anulare sotto le punte delle altre 2 torri (un tratto espostissimo con cavo). Quindi per canalino si scende a ricongiungersi con la discesa della ferrata Costantini, con la quale si raggiunge il sentiero che scende dal Carestiato e che seguito a dx porta al sentiero seguito in avvicinamento.