Sass Maòr, Solleder-Kummer

Grandiosa via classica, dove i primi salitori hanno saputo con abilità individuare un percorso difficile ma non estremo attraversando l’imponente parete Sud-Est del Sass Maòr. La parete verrebbe vinta integralmente abbinando la variante Bettega (1000m c.a.) ma una recente frana ne sconsiglia la ripetizione (c’è chi dice che comunque la variante è ancora percorribile).
Aperta dalla nota cordata Solleder-Kummer, autrice di altre numerose vie classiche in tutte le Dolomiti. La via fu realizzata il 2 settembre del 1926, quasi un’anno dopo la celeberrima Solleder-Lettenbauer alla Civetta, aesempio di primo VI grado della storia.
Dal verde monticello della Banca Orba la famosa “Diagonale Solleder”, una facile rampa, porta direttamente al centro della parete “terminale” dove con due lunghe traversate si guadagna il diedrone finale.

gruppo Pale di San MartinodifficoltàIV, V, V+dislivello600 mttempo8 oreappoggiorifugio del Velodata27/09/14

La roccia è nel complesso buona, alternata ad alcuni tratti ottimi. La chiodatura è presente, ultimamente sono stati posizionati anche 4 spit ad altrettante soste, ma sono comunque necessarie le protezioni veloci. Le difficoltà non sono continue, in un tratto forse si è staccato qualcosa perché come V+ ci è sembrato più difficile degli altri passaggi dello stesso grado. Attenzione a non farsi fuorviare dai chiodi di varianti ed altre vie, specialmente se venite immersi nella nebbia. Anzi, in tal caso sarebbe sconsigliabile la ripetizione in quanto non è sempre semplice orientarsi.

Avvicinamento

Abbiamo preferito partire dal rifugio Velo (2h da Malga Zivertaghe).
Dal rifugio si segue il sentiero segnato per il sent.Dino Buzzati e del Cacciatore. Si sale fino alla cresta della Cima della Stanga e sull’altro versante, ancora per l’unico sentiero, si scende fino alla cresta verde da dove il sentiero Buzzati si stacca a destra. Si scende invece dritti per il sent.del Cacciatore. Oltre alcuni infissi si arriva in vista della parete sud del Sass Maor ed è evidente un canalone sassoso sulla sinistra. Dopo che il sentiero traversa in piano, non lo si segue nella successiva discesa ma lo si abbandona per raggiungere e risalire il canalone.

Al sommo di questo si prosegue per l’evidente diedrone aperto dove si può salire con facile arrampicata di II grado fin sulla Sella della Banca Orba (1h30′). Si può procedere ancora per 50-80m seguendo la successiva rampa diagonale, preferibilmente legandosi appena sopra un sasso incastrato o sul terrazzino che segue un passaggio sopra al masso.


Descrizione dei tiri

L1 – Si sale per lo spigolo della rampa, prima facilmente e poi superando un tratto esposto ed un breve diedrino. Sosta su clessidra con cordini. 1 tiro lungo. II e III

L2 – Dopo una breve cengia si arrampica nuovamente per lo spigolo, su roccia compatta. Sosta nuovamente attrezzata con cordini. 60m, III

L3 – Si risalgono dei facili canalini e si sosta non molto distanti a sx, nuovamente su clessidra cordonata. 35m, II

L4 – Attenzione: la rampa si divide in due rami, seguire quello basso: per cengia in piano si va ad infilare un breve canalino, poi per cengette, anche con un passo in discesa, si riprende la rampa. Dopo uno spuntone con cordoni (sosta poss.) si oltrepassa una zona di roccia più bianca e si sosta in una nicchia gialla, al limitare delle placche grigie. 1cless in nicchia+1ch rotto sotto. 60m (?), II, III+ Noi siamo andati prima sulla rampa alta (1 sosta su 2ch) ma poi abbiamo preferito scendere per la via corretta. Comunque è possibile anche procedere dalla rampa alta con alcune difficoltà in più)

L5 – Su per il limite dx della placca grigia ad una cengia (sosta a sx). Si risale un muretto fin sotto gli evidenti tetti obliqui, quindi li si segue a dx per roccia gialla e per fessurette (1cless) si arriva in sosta, su 3ch. 40m, IV e IV+

L6 – Si vince un ostico ma breve diedrino, poi da una cengetta (vari ch per sosta) proseguire dritti e poi a dx per lame gialle (non seguire l’evidente ma difficile diedro giallo!), per raggiungere una cengia squadrata. Sosta poco a dx su spuntone+ch+spit. 20m, V+ e V

L7 – Prima traversata a destra. Scendere 2m (1ch), proseguire fino ad uno spuntone (cuneo di legno), quindi scegliere se stare bassi o alti (noi alti) e traversare ad una ev.sosta appesi (chiodi e 1spit). Oppure proseguire 3m ad un misero terrazzino con 3ch. 30m, V

L8 – Tiro chiave. Scalare la fessurina gialla che parte tra le 2 soste del tiro precedente, atletica (V+ e 1p.VI-, 4ch di cui l’ultimo ballerino) fin sotto un tetto. Aggirarlo a dx (V+, 1ch) e proseguire su placche grigie in lieve obliquo a dx (2ch) fino al gradino di sosta, 2ch+1spit. 40m, V+, 1p.VI-, IV

L9 – Seconda traversata a sinistra. Traversare quasi orizzontalmente sopra gli strapiombi (chiodi), risolto un passaggio più delicato si prosegue fino ad un espostissimo spigolo dove si sosta su 4ch. 20m, V e 1pV+

L10 – Si segue una spaccatura orizzontale superando uno spuntone ed un breve tratto facile. Poi per la spaccatura ora da arrampicare tenendone il bordo sotto il tetto. Si esce su terrreno più semplice e si sosta su comoda cengia, su 2ch + 1spit. 35m, IV, V e 1p.V+, III

L11 – Proseguire per una breve rampa-diedro friabile ed uscire a sx su compatte placche grigie appoggiate (1ch). Salire brevem.ad un salto grigio (alcuni ch), proseguire a sx evitando una breve fessura difficile (ch visibili) e salire sulla placca superiore (1cless e poi 1ch). Sosta su 2ch poco a sx. 55m (spezzabili), IV+

L12 – Traversare in aderenza a dx (1ch) e per rocce facili salire dritti un canale fin sotto l’unico evidente camino-diedro. Sosta su 2ch. 20m, III

L13 – Salire un salto fessurato a dx e scalare il diedro con duplice fessura a sx e a dx. La successiva lama può essere superata all’interno come all’esterno. Da una cengia (sosta su 2ch consigl.per proseguire dritti) passiamo 2m a dx per sostare su 1ch+strozzature sotto un diedrino. 30m, V e V+

L14 – Superiamo fessurine e spigoletto fin in una conchetta dove deviamo appena a dx a quel diedro che in alto diventa orrido camino. Sosta su 1ch+1spuntone. 20m, IV

L15 – Su per il diedrino (1ch, V) e poi passando per una breve fessura netta (V) si obliqua a sx ad una comoda conca con massi, dove si sosta su 3ch. 25m, IV e V

L16 – Per lame gialle sonanti si entra a dx in uno stretto camino. Lo si risale alla meglio nel fondo (credo spesso bagnato, 1ch). Nel finale si esce strisciando tra massi incastrati (togliere lo zaino). Per ghiaie si raggiunge la sosta su 3ch. 30m, IV+ e I – Qui le guide dicono che si può rimontare il pilastro di dx per accorciare la discesa (si evitano le doppie dalla cima) ma l’uscita più facile sembra comunque l’originale di seguito riportata.

L17 – Seguire una evidente e larga rampa a sx, su roccette facili e ghiaie fin sotto un salto. 60m, I

L18 – Vinciamo a dx un passaggio non banale vicini ad una fessura e per placca saliamo ad una cengia dove escono anche altre vie. Con diletto scaliamo felici la soprastante parete piena di clessidre per terminare lì dove finisce la roccia. 60m, 1pIV, III

Tempo – 8 ore (5-6- nelle altre relazioni reperite)

schizzo pdf

Materiale

NDA. Molto utili dadi piccoli e medi, come pure qualche friend medio


Discesa

Da dove esce la via si scende 2m alla vetta dove c’è la madonnina. Tra le 2 cime, presso massi appoggiati, si scende con attenzione verso nord/est (ometti ma non bolli) e in 10m circa si raggiungono degli ancoraggi cementati. Con 2 calate da 30m (o 1 lunga) si scende ad una banca (si potrebbe raggiungere uscendo a dx dopo il tiro 16). Seguendo gli ometti si contorna il versante nord. Con 2 doppie o arrampicando si scende ad una costola ghiaiosa che avanza verso la Cima della Madonna. Con 2 calate brevi si raggiunge la forcella che separa le 2 cime. Ora a sx si scende per facile canalone fino ad un masso incastrato. Con una breve doppia o arrampicando a sx si riprende il canalone di dx (faccia a valle).

Dopo canalini rocciosi il canale si biforca di nuovo. 2 possibilità:
A – seguire una crestina con ometti e bolli, scendere nel canale di sx, effettuare 2 doppie brevi per arrivare alle ghiaie dove attaccherebbe la via normale, oppure
B – scendere agevolmente per il canale di dx ed effettuare 2 doppie corte seguite da 1 lunga 50m da ancoraggi su chiodi. Consigliata l’alternativa A.

Vedi anche

Sass Maòr, via Scalet-Biasin
Arrampicata stupenda su una delle pareti più belle delle Dolomiti, che ha rappresentato la prima risoluzione del problema di una diretta sulla parete Sud-Est del Sass Maòr. La via venne realizzata nell’agosto del 1964 in 3 giorni, da Samuele Scalet, capocordata, e Giancarlo Biasin, i quali cercarono di limitare il più possibile l'uso di mezzi artificiali e di chiodi a pressione, realizzando una via di arrampicata mista, completamente liberata poi nel 1978 da Monolo.
 
difficoltà - VI+, A0 e A1 o IX-
sviluppo - 600 mt
tempo - 8-9 ore

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