Sasso di Bosconero, Antispigolo

Bella salita classica, elegante lungo gli spigoli e spesso divertente in ragione della libertà del percorso e dell’ottima roccia. Unico aspetto negativo sono i trasferimenti per passare tra gli spigoli.
Esposizione ovest, quindi parete fresca (sole dalle 12 circa). Dislivello di circa 600m, forse anche meno, però con uno sviluppo ben maggiore. Calcolate che dopo i primi tiri del primo spigolo le soste non sono attrezzate per eventuali ritirate; mettete dunque in conto che la via è ben pericolosa in caso di temporali se ci si trova sugli affilati spigoli (eventuali ripari sulle numerose cengette).
Primi salitori: L. Pretto e B. De Pellegrini, 11 luglio 1964

gruppo BosconerodifficoltàIII-IV, IV+sviluppo800 mt c.aquota max2.400 (antecima)tempo7h+2h (discesa)appoggiorif. Bosconerodata02/07/08

Riguardo la toponomastica mi riferisco alla relazione di Sommavilla-Angelini (CAI-TCI). Questa indica come “primo spigolo” quello che si sale nei primi tiri (per me è il più divertente), “Antispigolo” quello centrale più affilato e “Spigolo” quello terminale (1 solo tiro in realtà).
Noi abbiamo seguito l’ottima relazione della guida di “IV Grado”, discostandocene solo in alcuni punti. Rispetto quest’ultima fate attenzione alla diversa toponomastica e segnalerei che alla fine del primo spigolo la relazione CAI-TCI indicherebbe un percorso diverso (vedi dopo)


Avvicinamento

Dal rifugio Bosconero si segue a sinistra l’unico sentiero. Dopo un tratto di bosco e mughi si sbuca su un ghiaione. Dopo un po’stacca sulla sinistra il sentiero 490. Lo si segue in piano e poi in salita fino ad incrociare il canalone che scende tra il Sasso di Bosconero e gli Sfornioi (verso la Forcella del Matt). Si risale seguendo gli ometti sulla sinistra del canale, appena possibile si attraversa il greto per raggiungere la spalla con mughi e larici alla base del primo spigolo. Si segue una debole traccia a destra fino a trovarsi all’inizio dell’appoggiata parete, comunque a sinistra dello spigolo


Descrizione dei tiri

Siccome l’arrampicata non è continua userò le seguenti sigle: C=conserva (o senza corda), S=scarpe comode

(C+S) – Si sale la parete appoggiata di roccia ottima. Ad una cengia si trova un chiodo. Qualche metro a sinistra la parete è facile e si risale ancora fino ad una nuova cengia con una sosta su 3ch+cordino, spostata a destra. 50m, II

L1 (S) – Subito sopra la sosta e poi per un divertente diedro a sinistra di uno spigoletto. Sosta su terrazzino con 2ch. 30m, III

L2 (S) – Salire a sinistra della sosta per una sorta di spigolo, per roccia articolata. Si superano dei canalini (fettuccia in cless) fino a sostare su clessidra con cordini ad una larga cengia, quasi sul filo dello spigolo. 55m, III

L3 – Da sopra la sosta ci spostiamo a destra sul filo dello spigolo, dove si sale sfruttando divertenti lamette (poche possibilità di proteggersi però). Si tralascia un terrazzino piatto con chiodo e si sale dietro una lama che forma un diedrino. Sosta su ch+dado su esile cengia. 45m, IV e III

L4 – Ora si va a prendere la bella e regolare fessura che sta poco a sinistra dello spigolo e la si segue fino ad una cornice poco sotto una cengia. Qui preferiamo una breve ma bella fessura 1m più a sx. Sosta sulla comoda cengia. 40m, IV

L5 – Qui ci si può innalzare su una fessura (con 1ch), noi invece saliamo una fessura più a sinistra, sempre su bella roccia e difficoltà come le precedenti. Nell’ultimo tratto la parete si appoggia e si sosta su spuntoni sul bordo di una nuova, larga cengia alla fine del primo spigolo.

(C+S) – Si scende a sinistra (versante nord) e in leggera discesa per la cengia. 10m prima di un restringimento si trova un ometto discostato e 1ch, dove si può sostare.
La relazione Angelini-Sommavilla indicherebbe di seguire la cengia verso destra (verso la Toanella) sotto strapiombi per poi risalire fino a collegarsi alla cengia gialla ascendente

6L (S) – Si sale per una rampa o gradoni, su roccia detritica. In alto a sinistra si trova un masso incastrato, lo si supera sfruttando una fessura alla sua destra. Sosta su spuntone nei pressi di una forcelletta. 50m, II, 1p di III

(C+S) – Dall’altra parte della forcella si segue una cengetta verde con mughi prima e una rampetta poi, in un punto anche stretta, fino a raggiungere una cengia gialla ascendente verso sinistra. 80m circa, I

(C+S) – Si segue la cengia inclinata verso sinistra (ometti), attenzione al detrito, fino a sbucare su una banca ghiaiosa. 60m, max II

(C+S) – Si risale sulle ghiaie, qualche metro prima di un muretto di sassi si segue un canalino e delle roccete friabili fino allo al nuovo spigolo (l’Antispigolo). Lo si aggira e nell’altro versante si trova 1ch di sosta. 40m, I

L7 – Si risale la parete, stando un poco a sx sul finale, fino ad un terrazzino con chiodo. 20m, III

L8 – Qui lo spigolo si fa affilato. Si segue il suo profilo con arrampicata esposta, poi si sta ancora sulla parete sinistra. Sosta su 1ch su terrazzino comodo (oppure 2m più in basso a destra su 2ch). 30m, IV

L9 – Si segue una fessura-lama giallastra sopra la sosta, poi per roccia più articolata fino ad una cresta sotto un diedro giallo che termina con un tetto (spuntoni). IV e III

L10 – Tiro chiave, chiodato (5ch). Si supera la placca a sinistra del diedro, si aggira lo spigoletto a sx e si affronta un breve salto strapiombante con due fessurine, sosta su ch e spuntone. 30m, IV+

L11 – Si segue la fessura sopra la sosta, abbastanza dritti (dado incastrato?). Poi per roccia più articolata con qualche sasso instabile fino a sbucare di nuovo in cresta. Sosta su grossi spuntoni. 45m, IV e III

L12 (C) – Si sale sugli spuntoni per prendere una cengia, esile all’inizio. Dopo una larga rientranza (rinviare!) si cammina agevolmente. Sosta su clessidra gialla. Circa 50m, I

(C+S) – Si finisce la cengia e si risalgono dei detriti fino al profilo dell’ultimo spigolo (“Spigolo”). Come nel caso precedente la sosta si trova sull’altro versante, con 1ch. Circa 50m, I

L13 – In alto, dritto sulla sosta, si vede un chiodo. Optiamo invece per una variante rivelatasi più facile. Dalla sosta si sale in obliquo su gradoni verso sinistra per andare alla base di una fessura verticale nera con lame. Si scala la fessura per 5m, poi si traversa a destra sempre su bella roccia fino a collegarsi all’uscita detritica dell’originale. Sosta su 2ch su di una cengia con detriti.
Qui sarebbe possibile continuare dritti (visibile 1ch a 10m) ma i temporali ci fanno optare per la seguente uscita più sbrigativa

(C+S) – Si segue a sinistra la cengia per una trentina di metri (strettino solo il primo passaggio). Si risalgono dei canalini e roccette laddove è possibile, fino ad una zona ghiaiosa da assecondare a destra fino alla cresta da dove si vede il torrione sommitale. Alla sua base si trovano gli ometti della discesa (un centinaio di metri in tutto)

Tempo – 7 ore


Discesa

Se salite fino in cima troverete la via normale con bolli rossi. Qui seguiamo una discesa segnalata dall’uscita della via, non so però quanto conveniente
Si seguono gli ometti lungo la traccia in discesa che porta ad una larga banca ghiaiosa sul versante sud (verso il Sasso di Toanella). Si segue la banca fino ad un primo canalone ghiaioso, ignorando gli evidenti ometti e traccia che continuerebbero lungo una cengia più difficile.
Si risale il canale detritico, faticoso e con pericolo di scariche sassi (possibile neve ad inizio stagione), eventualmente salendo per le roccette più solide a sinistra. Una volta incrociata la via normale con i bolli rossi basterà seguirla fino alla forcella di Toanella e da qui per ghiaione (utile scarpe robuste) fino al rifugio.
Tempo – 2h circa


Materiale

La via non ha quasi mai chiodi lungo i tiri, portare quindi qualche protezione veloce di varia misura. Chiodi e martello consigliati