Tofana di Rozes, Primo Spigolo

L’arrampicata risale l’elegante spigolo più a destra della parete sud della Tofana. Anche se in realtà non si arrampica quasi mai sullo spigolo vero e proprio. Alcune lunghezze di corda risultano molto belle. Roccia molto buona, solo in alcuni tratti unta. Chiodatura ottima o altrimenti ben proteggibile. Possibilità di varianti lungo i primi e gli ultimi tiri. Espozione solare, panorama vertiginoso sul Pilastro e molto esteso verso le dolomiti meridionali.
Primi salitori: Albino Alverà, Ugu Pompanin, 1946

gruppo TofanedifficoltàIV e V, 2 pp di V+sviluppo483 mt quota max2.700 mt (I Spigolo)tempo5/6 ore la viaappoggiorifugio Dibonadata19/05/07

Descrizione dei tiri

L1 – Attacchiamo sulla parete tra il grande diedro di destra e quello più appoggiato (ma unto) di sinistra. Alcuni passaggi delicati per roccia non proprio ottima, IV+. Comunque evitabili salendo con difficoltà sul IV. In alto si rientra nel canale originale di sinistra sostando su grossa clessidra (cordini). 1 chiodo prima della sosta. 40m III, IV+, III

L2 – Continuare per il canale puntando al grande diedro soprastante. Le difficoltà sono limitate fino al diedro, poi l’arrampicata è più continua ma con chiodi e possibilità di proteggersi (dado). Si dovrebbe sostare nel diedro su chiodo e clessidra (2 vecchi cordini nella fessura centrale) in posizione scomoda. 35m, IV, passo IV+ Forse sarebbe possibile unire anche il tiro successivo con un unico tiro di 60m. Noi con corde da 55m non siamo riusciti ad uscire dal diedro per pochi metri, compiendo qualche manovra non proprio ortodossa

L3 – Si continua a risalire il diedro con arrampicata anche sostenuta sul V. Alcune soste su chiodi con cordino sono ottime per proteggersi sui tratti più difficili, in particolare un tratto di V+ su lama liscia e difficili appoggi. Si esce a destra di una lama strapiombante (chiodo) con bei movimenti. Sosta 5m più sopra (seconda sosta altri 5m più avanti). 25m, V, V+

L4 – Si sale con persorso non obbligato i risalti di buona roccia con difficoltà sul III, max IV. Noi scegliamo una fessura a sinistra e più in alto sostiamo su due clessidre. In realtà poco più in alto su un terrazzo verso lo spigolo si trova la vera sosta. 40m, III

L5 – Invece di salire verso lo spigolo (paretine appigliate dopo il terrazzo) puntiamo ad una bella fessura a sinistra. La roccia è molto buona e ruvida, il percorso risulta meno discuntinuo. Arrivati su una cengetta ci spostiamo a destra e sostiamo sul filo dello spigolo su due chiodi. 40m, IV

L6 – Si risale un pilastrino che porta ad una visione vertiginosa della parete sud-est (<10m, qui eventuale sosta). Proseguire con traverso esposto verso destra con anche qualche passo in verticale a metà (chiodo). Sostiamo su un piccolo terrazzino molto esposto, 2 chiodi. 25m, IV

L7 – Scalare ora la difficile fessura soprastante. La roccia qui è molto unta ma ci sono chiodi a sufficienza (4-5m). Alla fine si esce con delicato passo in strapiombo (chiodo). Ora si asseconda l’evidente rampa verso destra fino a sostare su 3 chiodi alla base di un ulteriore fessura. 20m, V, passo V+, III

L8 – Rimontare la fessura e tenersi verso destra dove si incontra un camino che porta direttamente alla grande cengia mediana. Noi sostiamo molti metri più avanti su spuntone alla base dello spigolo, ma non ci si sente col compagno. In alternativa si sosta prima di camminare sulla cengia (visibile sosta a sinistra). 50m, IV, passo IV+, 0°

L9 – Ci portiamo per roccette qualche metro più in alto e sostiamo su un chiodo con anello appena a sinistra della spigolo (scendere 1 m). Tiro corto, II

L10 – Dalla sosta spostarsi prima verso sinistra e poi puntare all’evidente fessura sempre sulla parete sinistra dello spigolo. Alcuni passaggi unti, qualche chiodo. In alto la fessura presente una lama strapiombante che obbliga ad un passaggio stretto di V- (chiodo in fondo alla fessura). Sosta su tre chiodi su terrazzino comodo. 30m, IV+, V-

L11 – Salire inizialmente sul filo dello spigolo per poi arrampicare sulla parete destra. Qualche appiglio unto, ma protetto da chiodo. La sosta si trova su un ulteriore terrazzo sullo spigolo su chiodo e ottimo spuntone. 30m, IV

L12 – Qui si può salire in opposizione il camino di sinistra o, altrimenti come abbiamo fatto noi, salire la fessura sopra la sosta. Questa si presenta facile all’inizio per poi presentare un particolare passaggio impegnativo in spaccata più in alto, 2 o 3 chiodi. In alto si incontra un canale detritico che porta ad un intaglio. Da qui si può uscire per cengia. Noi sostiamo su spuntone e clessidra. 40m, IV e V

L13 – Ci si porta qualche metro più avanti sulla cengia sopracitata. Salire con percorso libero fino ad un chiodo sotto uno strapiombetto. Superato lo strapiombo ci si alza verticalmente per bella lama e si va a sostare su due chiodi posti più a destra su di una cengia obliqua. 40m, IV, III, IV+, III

L14 – Salire verticalmente dalla sosta e affrontare ancora qualche passaggino. In alto si esce su una facile cresta che porta al canale di uscita (evidente gendarme). Si può sostare nel canale su grande spuntone. 50m, IV, III, II, 0°

Tempo – 5/6 ore

Materiale – NDA

Avvicinamento

Parcheggio al rifugio Dibona (deviazione sulla Cortina-P.so Falzarego). Lo spigolo è già ben visibile. Dal rifugio si segue il sentiero che sale al rif.Giussani e lo si abbandona alla stazione della teleferica per seguire le indicazioni per la ferrata Lipella. Quando questo gira a sinistra si punta allo spigolo risalendo per balze e ghiaioni. Altrimenti si sale fin sotto la parete e poi si taglia a destra. Attacco nell’evidente diedro a sinistra dello spigolo. Meno di 1h


Discesa

Usciti sul circo detritico, in vista della Punta Marietta, si seguono delle tracce e una cengia, in alcuni punti esposta, fino a vedere il vecchio rifugio Cantore. Scendere ancora per ghiaione fino al rifugio e poi per il comodo sentiero fino al rifugio Dibona. 1h


Vedi anche

Tofana di Rozes, I Spigolo, via Ferrari-Sioli

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