Pala di Sòcorda, via Schubert-Werner

La solare parete della Pala di Sòcorda è fra le prime visibili salendo da Pera di Fassa verso il rifugio Gardeccia. Nonostante la comodità d’accesso degli itinerari che la percorrono i rocciatori spesso preferisco dirigersi verso i noti percorsi delle ben più lontane pareti del Catinaccio. 
Aperta da Piz Schubert e Klaus Werner il 25 agosto 1970, la via che sale elegantemente lo spigolo sud di questa cima è una delle poche note e frequentate dei Dirupi di Larsèc. Dopo questa fu sempre la cordata Schubert-Werner ad aprire sei giorni dopo e con un bivacco in parete (31 agosto, 1 settembre 1970) una seconda linea sullo spigolo Sud-Ovest, di analoghe difficoltà, oggi non molto ripetuta nonostante Antonio Bernard la definisca fra le migliori del gruppo.

L’arrampicata si svolge quasi interamente per diedri e fessure atletici ma mai estremi, su difficoltà che non superano il VI grado.
La roccia è più che buona ed abbastanza ripulita dalle ripetizioni. In alcuni punti affiora un po’di vegetazione, che tuttavia disturba minimamente la progressione.
Le protezioni in loco sono pressapoco quelle di una via classica: soste tutte chiodate (e quasi tutte attrezzate per il ritorno in doppia) e passaggi impegnativi protetti. Ovviamente sono necessari friend e dadi per progredire in sicurezza.
Data l’esposizione della parete e la bassa quota, sarà una meta preferibile ad inizio e fine stagione. Consigliamo più il fine stagione per evitare di trovare neve nel canale di discesa e per godere dei bellissimi colori autunnali che offre questa zona.

gruppo Dirupi di LarsècdifficoltàV+, due pp. di VIsviluppo500 mt c.a.quota max2.440esposizioneSud-Esttempo6 oredata23/09/17

Avvicinamento

Dal rifugio Gardeccia si segue il sentiero per il Passo delle Scalette. Quando si arriva nei pressi dello spigolo si abbandona il sentiero per risalire i prati che in brevissimo conducono all’attacco. La via inizia sul diedro che il pilastro giallo forma con la parete.

Tempo –  20′-30′ dal rifugio

Descrizione dei tiri

L1 – Si sale per una decina di metri nel diedro, uscendone a dx prima che aumentino le difficoltà. Salire 5m appena a dx di uno spigolo (2ch) raggiungendo una zona più coricata. Obliquare a dx sotto ad un muretto con clessidre (cordone bianco). Oltre il muretto, obliquare ancora a dx ad un pilastrino (1ch). Superare uno strapiombino (cless in uscita) e terminare per un diedrino lasciando a dx un mugo. Per roccette si sale alla base della parete successiva. Sosta con 2ch. 50m, V, V+

L2 – Traversare a sx (1ch con cordino) e doppiare uno spigoletto. Seguire dritti la successiva placca scura con zolle erbose. Presto si trova la sosta su 2 sassi incastrati nel giallo, con cordino. 20m, IV

L3 – Si deve affrontare la fessura erbosa sopra la sosta. Per iniziare conviene passare per uno spigoletto a sx (1ch), quindi dritti per questa, che poi diviene un diedro con 1 passaggio liscio (1ch prima) ed un paio di strapiombini atletici. Per zolle ci si porta alla base di una nuova parete. Sosta su 2ch con cordone. 30m, VI- e V+

L4 – Dalla sosta si vede dritto in alto un primo tetto ed altri due tetti poco più sopra e sulla dx. Salire obliquando con poche difficoltà portandosi in linea con in tetti di dx, dove un diedrino porterebbe sotto al primo tetto di sx (e che non va seguito!). Qui 1ch. Salire per fessure sotto al primo dei tetti di dx (1ch) e passarlo per la fessura a sx. Il secondo tetto va passato in maniera simile sempre a sx (chiodi e friends). Segue una parete più facile, ma delicata per l’erba (1ch a metà). Sosta su comoda cengia alla base di un camino, su 2ch con cordone. 45m, IV, V+, VI-

L5 – Probabilmente si può salire direttamente per il camino. Dopo pochi metri noi scartiamo a sx verso un tetto fessurato, che aggiriamo a sx. Dopo un paio di metri ritorniamo verso dx (1ch inaffidabile) sopra al tratto difficile del camino. Quindi saliamo ad una nicchia con 2ch sulla dx. Conviene proseguire, superando anche una breve ma bella fessurina grigia, portandosi all’inizio di un estetico diedro obliquo. Sosta su chiodi con cordone. 25m, V+ e V

L6 – Saliamo nel diedro alcuni metri, quindi sfruttiamo del terreno più semplice a dx ritornando praticamente subito nel diedro. Oltre delle lame si continua sulla parete a sx del diedro (1ch+1cless per eventuale scomoda sosta). Con passo un po’ delicato (1ch) si entra nel diedro che qui ha qualche scaglia dubbia e si prosegue per lame e fessure obliquando sempre a sx (non prendere in considerazioni diramazioni più difficili). La sosta si trova al termine del diedro, diedro ad uno spigoletto, su 2ch con cordini. 45m, V e V+

L7 – Oltrepassata una breve fessura (IV+) si continua per terreno facile ed articolato giungendo ad una grande e comoda grotta, dove si sosta su 2ch sulla dx. 20m, IV+, 1p.IV e III

L8 – Salire il bordo sx della grotta (opposto alla sosta) e dopo 3m traversare sopra alla grotta, obliquando in direzione di un evidente diedro erboso. Dove iniziano le difficoltà del diedro si trova una cless per eventuale sosta scomoda. Salire per il diedro, un po’delicato per l’erba, eventualmente sfruttando anche la parete di sx che ha qualche appiglio in più. Se ne esce a dx e dopo qualche metro facile si giunge alla sosta chiodata in una nicchia. 35m, IV e IV+

L9 – Si vedono già dei chiodi in placca sulla dx. Dalla nicchia traversare bassi 4m a della roccia gialla (1cordone bianco penzolante). Salito un primo passaggio ci si porta a sx e si sale dritti in placca per 3m (2ch), quindi si obliqua a dx per una lama uscendo su terreno più agevole. Si supera un diedro grigio che porta un po’verso sx, quindi ancora per terreno facile. Dopo un ultimo saltino di roccia si traversa per cengia erbosa verso sx in direzione di un mugo, dove si sosta su 2ch+1 distante. 55m, VI-, poi IV+ e 1p.V, III

L10 – E’ evidente in alto verso lo spigolo una lama di roccia rossa. Innanzitutto bisognerà portarsi a sx di questa lama, dove sembre che la parete appoggi. Salire dritti sopra la sosta (1ch) e poi seguire i tratti più facili obliquando un po’a dx. Noi siamo passati per un tratto abbastanza friabile, ma credo fosse evitabile. Si raggiunge un gradino friabile in linea con lama (2ch per eventuale sosta scomoda). Si traversa a dx (1ch) e poi si sale la breve lama atletica (1ch) uscendo sullo spigolo. Sosta su 2ch con cordone. 35m, IV, V e un tratto di VI

L11 – Probabilmente conviene traversare a dx a cercare terreno migliore, invece noi saliamo dritti per un diedro squadrato e il successivo strapiombo (VI-). Segue un tratto di roccette che portano ad uno spigolo affilato. Salire per il filo dello spigolo fino ad una sorta di cengia dove c’è uno spuntone dove conviene sostare. 40m, IV-, II, IV+

L12 – Salire per delle fessure rossastre sulla sx che dopo una decina di metri portano a degli spuntoni. Lasciarli a sx e proseguire per una fessura grigia a dx (1ch) che riporta verso lo spigolo. Proseguendo più facilmente si raggiunge in breve una comoda sosta su 1ch+1cless. 30m, IV e V

L13 – Si potrebbe anche salire dritti per fessure. Come da relazione ci portiamo invece verso dx, in direzione di un camino che poi mostra una “profonda nicchia”. Si esce a dx della nicchia (IV+) raggiungendo dei mughi al termine della parete. Rimanere legati e continuare per ghiaie e poi per un canalino marcio, che conviene abbandonare per la cresta di dx. Si esce su spuntoni. 45m, III, IV+, III

schizzo Pdf alta qualità

Discesa

La discesa si svolge nel canalone in versante est, che si vede già dall’uscita e che pare più distante di quanto in realtà non sia.
Dall’uscita noi proseguiamo a corda corta. Seguire la cresta, rimanendo magari appena al di sotto a dx. Oltre un pino, proseguire bassi a dx e non per la cresta (se si sale ci si accorge subito che non si continua…). Una cengetta erbosa porta in 5m ad una prima calata da clessidra. Le relazioni riportano calate lunghe da 50m, ma noi abbiamo preferito spezzarle, utilizzando ugualmente 2 corde.

CD1 – dalla cless per una trentina di metri o meno ad un altro ancoraggio su clessidre. Stare un po’ a sx faccia a valle.
CD2 – dritti per parete verticale verso un pino. Prima del pino si trova una calata da 2ch. Saranno 30m o poco più
CD3 – scendere verso i prati sottostanti. E’ visibile una sella sulla sx. Calarsi poco al di sotto di essa ad un pino. 50m o meno
CD4 – a scelta calata lunga o corta. Noi corta per evitare problemi nel recupero, nel qual caso si arriva ad un ometto all’inizio di un canalino detritico.

Si passa a sx dell’ometto scendendo per il canalino, quindi un saltino roccioso a dx (3m, II) porta a delle tracce che conducono nel fondo del canalone di discesa. Con una doppia lunga si sarebbe raggiunta la traccia.
Ora si scende agevolmente nel canalone. Presso un masso incastrato si può stare a dx per paretina esposta (II) o passarci sotto. Si continua a scendere lungamente con difficoltà minime. Da sx arriva anche un altro ramo del canalone che confluisce. Noi rimaniamo a dx (I grado). Quando inizia a restringersi si trovano alcuni salti: un primo salto slavato si scende con breve doppia. Un secondo salto slavato ha un cordino per calata, ma si scende agevolmente arrampicando (II). Un terzo salto si scende arrampicando (III?) oppure con una breve doppia da una strozzatura. Si scende ancora per poche decine di metri, individuando poi una evidente traccia con ometti sulla sx, che porta tramite una cengetta erbosa esposta ad un boschetto. Salire e poi traversare orizzontali (non conviene scendere subito per il boschetto) raggiungendo un canale detrico. A questo punto non continuare per la traccia, ma scendere dritti per il canale ghiaioso, incrociando dopo non molto il sentiero Gardeccia-Passo delle Scalette. Con questo, verso dx, si ripassa sotto la parete e si torna al Gardeccia.

Tempo – meno di 2 ore al rifugio Gardeccia


Materiale

NDA + una serie completa di friend, qualche chiodo per emergenza

Melodie d'autunno

23 settembre 2017

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