Rocchetta Alta di Bosconero, spigolo Strobel

Semplicemente “Lo Strobel”, via tra le più ambite ed apprezzate delle Dolomiti, tappa obbligatoria di ogni buona cordata del triveneto e non solo.

Questa linea venne tentata per la prima volta nel 1963 da Roberto Sorbato e Toni Hiebeler, i quali si fermarono prima di una “lunga traversata” e lasciarono in parete tutto il materiale con l’idea di tornare successivamente. I due però furono anticipati dagli Scoiattoli di Cortina, L. Da Pozzo, L. Lorenzi, S. Lorenzi, B. Menardi, G. Zardini,che realizzarono questa via in due giorni, il 14 e 15 luglio 1964 e la intitolarono a Albino Michielli detto Strobel, morto nello stesso anno durante una salita cadendo dalla Torre Piccola di Falzarego.
Linea superba e molto elegante che segue idealmente una serie di fessure e diedri parallelamente allo spigolo Nord-Ovest della Rocchetta, formazione rocciosa che per la sua imponenza cattura immediatamente l’occhio anche del meno esperto.
Arrampicata entusiasmante, continua ed atletica, su roccia quasi sempre ottima, molto ripetuta e perciò anche abbondantemente ripulita.

gruppo BosconerodifficoltàVI+, 2 p. di VII- (A0)sviluppo750 mquota max2.300 ca.esposizioneNord Ovesttempo8 ore la viaappoggiorifugio BosconerocartografiaTabacco 025partenzaLago di Ponteseidata05/09/20

La chiodatura è buona, presente dove serve, in qualche punto anche un poco ridondante. Rimane comunque obbligatorio doversi proteggere autonomamente in molti tratti.
Le maggiori difficoltà si incontrano nelle 4 lunghezze centrali che presentano difficoltà continue di VI con passaggi anche più difficili che effettuati in libera arrivano al VII.
Lo zoccolo può essere percorso, a seconda delle capacità, con o senza corda. Qui la roccia non è sempre solida ed è necessario prestare attenzione (noi abbiamo optato per salire a corda corta).
Il canale di uscita invece presenta un solo passaggio più difficile e peraltro non esposto, perciò è consigliabile procedere slegati.
La discesa nel canale può essere disagevole, sopratutto in caso di neve dura, perciò si consiglia la ripetizione ad inizio o a fine stagione, ossia quando il canale presenta neve morbida o in assenza di neve.

Avvicinamento

Si lascia l’auto al grande parcheggio nei pressi del Lago di Pontesei in Val Zoldana, poco prima di Forno di Zoldo proveniendo da Longarone. Dall’altro lato della strada si imbocca il sentiero 490, tralasciando poi una deviazione a dx che condurrebbe ad un sentiero alternativo ma più lungo. Si segue sempre il sentiero nel fitto bosco facendo attenzione solo nel punto in cui si interseca una strada forestale: il sentiero prosegue sull’altro lato della strada. Si raggiunge quindi la casera Rifugio Bosconero, ottimo punto di appoggio. Fin qui 1h15-1h30.

Dietro alla depandance del rifugio, al limite del prato, si seguono le indicazioni per Forcella Toanella (valico tra il Sasso di Bosconero e il Sasso di Toanella). Usciti dal bosco, dopo una zona di bassa vegetazione, si raggiungono le ghiaie sotto alla Rocchetta Alta. Qui si abbandona il sentiero prendendo una traccia marcata e con ometti sulla dx. Si passa tra baranci e si risalgono ghiaie portandosi a dx dello spigolo del basamento della Rocchetta. Appare lo zoccolo con un evidente canale che sale leggermente obliquo a dx. Circa 30 minuti dal rifugio.

Tempo –  2 ore dal parcheggio

Descrizione

Zoccolo – Attaccare il canale più logico, che sale in leggero obliquo verso dx rispetto al basamento (III). Un salto umido con muschio può essere evitato traversando nel canalino parallelo più a sx, rientrando poi poco sopra (III). Oltre un passaggio più stretto del canale (III+) si raggiunge uno slargo, dove a dx prosegue un canalone molto largo. Noi preferiamo seguire le paretine più a sx, sulle quali si trova anche una sosta/calata (III). Oltre questa il terreno diviene molto più agevole (II) e si raggiunge velocemente una cengia quasi alla base della vera parete. Si traversa poco a sx e poi si risale fin sotto un tetto giallo dove c’è una sosta con chiodi e cordini. Sopra il tetto è evidente il grande diedro giallo e nero del primo tiro. Fin qui circa 150m, III, p.Ill+, 30-40 minuti.


L1 – Si esce sul bordo dx del tetto con passo atletico (V+), saliti pochi metri si obliqua a sx più facilmente raggiungendo il grande diedro. Scalare inizialmente le belle placche a dx di esso (alcuni ch), poi spostarsi all’interno (ch) e raggiungere una comoda cengia. Sosta su 3ch con cordini. 50m, V+, IV e V
(nota: il diedro rimane bagnato dopo piogge)

L2 – Traversare a sx per larga cengia, senza difficoltà, avvicinandosi allo spigolo. Sosta su chiodi. 40m, elementare

L3 – Salire un primo risalto di rocce fessurate ad una cengetta (10m, 2ch con cordini). Salire dritti alcuni metri fin sotto un tettino (ch). Traversare brevemente a dx verso roccia grigia (p.VI), proseguire poi dritti per una placca con fessurine (ch) e ancora per parete più articolata, concludendo ad una cengia coperta da tetti. Sosta su chiodi con cordini, 50m, V, p.VI, V
(nota: sconsigliabile spostarsi a dx della placca, le difficoltà sembrano minori ma la roccia è peggiore)

L4 – Traversare a sx fin quasi allo spigolo (7-8m), quindi salire per pochi metri una fessura netta. Prima che diventi gialla e a diedro, spostarsi a dx 1-2m raggiungendo 1ch con cordino. Da questo si prosegue dritti per roccia grigia divertente e scalabile, sempre a dx della fessura. Sosta su cengia chiusa da tetti, attrezzata con chiodi. 35m, V. p.VI

L5 – Traversare nuovamente a sx, ma per soli 3m per aggirare il tetto sopra la sosta. Da qui si vede penzolare un cordino bianco su di una parete gialla. Montare su di una placca grigia e salire per roccia gialla delicata (2ch) al chiodo con cordino. Traversare orizzontalmente a dx 2m con passo su piccoli appigli (VI, 1ch). Salire brevemente dritti per vago diedro (ch), poi con un piccolo giro a dx (ch) si rientra più alti nel diedro (4ch sparsi). Superare un difficile passaggio (VII- o A0, ch alla fine) e raggiungere una sosta scomoda su 3ch+cordone. Conviene proseguire per camino con grosse prese (2ch) fino ad una comoda sosta su terrazzino pochi metri prima di una larga cengia. 3ch di fermata con cordini. 50 m, V+, VI, p.VII-, V+

L6 – Da questo punto è ben visibile il caratteristico diedro del tiro chiave. Salire alla cengia e spostarsi sulla sx per evitare dei tetti. Salire 3m dritti in placca in un punto a piacimento e traversare a dx per cornice portandosi poco a sx di un tetto giallo (ch), quasi in linea con la prec.sosta. Salire dritti (ch) ed obliquare 2m a dx raggiungendo una fessurina grigia (cless). Superare un primo passo difficile (VII-, ch e cord.), poi in diedro (ch) dal quale si esce dx raggiungendo un comodo terrazzino giallo. Sosta con 3ch e cordone. 35m, V+, p.VII-
(nota: per non creare attriti conviene evitare di rinviare all’inizio della cornice, ma ciò costringe il secondo di cordata ad un passo di blocco se vuole evitare eventuali pendoli)

L7Tiro chiave. Salire per roccia gialla (2ch) fin sotto un tetto (ch). Superarlo sulla dx (p. VII o A0, 3ch) e continuare per camino aperto e più facile. Segue un diedro strapiombante, tecnico e di forza, da proteggere anche con friends (alcuni ch e nut incastrato). Sosta sopra delle lame, su 3ch con cordini+nut incastrato. 40 m, VI+, p.VII

L8 – Proseguire per circa 5m in diedro, quindi uscirne a dx (ch) raggiungendo una zona più gradonata (2ch poss.sosta). Continuare per roccia a lame gialle per entrare in un nuovo diedro (VI, 2ch). Sosta su cengetta, con chiodi. 35m, V+ e VI

L9 – Seguire un diedro giallo (VI+, prot.incastrate e 1ch) uscendone atleticamente a dx (VII-, 3ch). Aggirare a dx una lama e sostare 2m più sopra su esile gradino, su 3ch da collegare. 25m, VI+ e VII-

L10 – Seguire una fessurina sopra la sosta (cuneo inservibile) e oltre un tratto più duro (ch) si esce in un diedro appoggiato. Dopo 2m, da 1ch, traversare a sx per cornice. Rimontare una lama staccata e sostare sopra di essa su 2ch. 35m, V+

L11 – Salire dritti per parete giallastra (2ch), poi per una fessurina con 1 passo difficile presso 2ch. Salire ancora arrivando in linea a sx con uno strapiombo, 3m più sotto di un tetto (ch). Traversare a sx girando uno spigolo (ch), quindi dritti ad una cengia con soffitti. Sosta su 1ch da integrare. 35m, V+, p.VI

L12 – Oltre uno strapiombino si entra in un diedro molto aperto. Ci si sposta sulla articolata placca di sx (ch), si sale qualche metro dritti (friend inc.) per riportarsi poi nel fondo del diedro a dx. Traversare orizzontalmente a sx presso 1ch con cordino. Rimontare rocce articolate fino ad una comoda cengia. 45m, V, III+

Uscita
Dall’ultima sosta si vedono scendere poco a dx 2 canali, dei quali quello destro termina con una forcella.
Traversare a dx e salire brevemente il canale. Superare una paretina a pilastrini che ne sbarra l’accesso (5m, III+) e proseguire lungamente nel fondo del canale fino alla forcella (II). Non si è propriamente in cima al Pilastro Nord, ma usualmente si inizia qui la discesa. 150m, II-III, p.III+

Tempo – 8 ore

schizzo Pdf alta qualità

Discesa

Dalla forcella si segue una esposta cengia con ometti in direzione est. Più avanti il terreno diventa meno esposto e si prosegue con tratti in discesa per roccette e tratti per cenge. Attraversata in discesa una zona di fitti mughi si raggiunge un salto più ripido dove si trova una corda fissa (e una vecchia calata per doppia) che porta ad una cengia con evidentissima traccia, visibile già dalle cenge di inizio discesa. Seguendo la cengia si entra nel canalone tra Rocchetta e Sasso di Toanella, circa a 2/3 del suo sviluppo.
Un primo salto può essere evitato con breve doppia. Si scende il canalone, poco agevole se privo di neve (I e II) e molto insidioso in caso di neve dura. Un salto ripido formato da un masso incastrato può essere evitato con breve doppia, il successivo salto va sceso a dx faccia a valle (III). Più agevolmente si raggiungono le ghiaie ed il sentiero CAI che scende da Forcella Toanella. Con questo si rientra al rifugio.

Tempo – 2 ore fino al rifugio Bosconero


Materiale

Sufficiente una serie di friend dal blu piccolo al blu grande (C4). Chiodi e martello raccomandabili per emergenze.