Classica ascensione alla inconfondibile guglia simbolo degli Spalti di Toro.
Si tratta di una bella arrampicata con difficoltà prevalenti sul II grado, per un percorso logico e vario su buona roccia ripulita. Tutte le soste sono chiodate ed attrezzate per le corde doppie che si effettueranno al ritorno.
La via normale in questione risale prima uno spalto in versante ovest e poi si porta in esposizione sud. Percorrendola a fine stagione abbiamo incontrato neve nella risalita del ghiaione per arrivare all’attacco e nei primi due tiri, mentre per il resto era pulita.
In vetta si trova una bella campana, direi più bella anche di quella sul vicino Campanile di Val Montanaia. Il panorama dalla cima è ampio ma risente delle vicine e più alte crode del Castellato e della Pala Grande. La cima vera e propria è davvero aerea e ristretta (ma molto accogliente!).
gruppo ClautanidifficoltàII, IIIdislivello1100mt c.a.quota max2.345tempo4hpartenzarif. Padovadata31/10/09
Dal rif.Padova si segue il sentiero 357 per forcella Segnata, sorpassando subito una cappellina e poi inoltrandosi ripidamente nel bosco. Giunti ad un bivio (fin qui 45min) si abbandona il sentiero per forcella Segnata e si scarta a destra (vecchie indicazioni per il Campanil di Toro) che risulta comunque segnato con segnavia bianco-rosso. Entriamo dunque nella Val Cadin, racchiusi tra la Cima Toro a sinistra e le guglie del Castello di Vedorcia a destra. Il nostro campanile qui si mostra bicuspidato.
Alla fine della vegetazione si stacca a sinistra e in salita un sentiero con bollini rossi: lo seguiamo. Qui è facile perdere la traccia ma si può salire agevolemente per il ghiaione, basta puntare al conoide di ghiaie che scende dalla forcella a destra (sud) del Campanile. Più in alto ritroviamo i bolli e li seguiamo su molti zig-zag che conducono alla forcella a dx del Campanile (Forcella le Corde). Senza raggiungerla, poco prima, si trovano dei recenti bolli rossi che segnano una cengia verso sx.
Qui attacchiamo (2h30′)
L1 – Traversiamo sulla cengia, iniziando però più in basso e a sx dei bolli. Troviamo una buona cengia piatta e l’assecondiamo fino ad una sosta con 2ch. 20m, I e II
L2 – Saliamo per un vago canalino (II) e poi affrontiamo un camino più verticale a dx (III, chiodo alla base). Sosta chiodata presso una cengia. 30m, II e III
L3 – Saliamo per rocce agevoli in obliquo a destra. Sosta su 1ch+1spit. 20m, I e II
L4 – Traversiamo senza difficoltà a destra, abbassandoci pochissimo per portarci all’inizio di un canale. 40m, 0°
L5 – Entriamo nel canale e poi arrampichiamo sulla costola sinistra, fino ad una sosta chiodata sullo spigolo (oppure più in alto a dx). 30m, II
L6 – Intanto ci spostiamo elementarmente alla base di una caratteristica rampa obliqua a sx. Quindi la saliamo. Sosta presso un intaglio, su chiodi. 40m, I e II
L7 – Superiamo a sx una breve paretina e sostiamo prestissimo in un canalino, su chiodi (la corda faceva attrito se proseguivamo). 10m, II+
L8 – Traversare per cornice a dx, quindi risalire verso una spalla e da qui, verso sx, si raggiuge la campana di vetta. 30m, I e II
Tempo – 2h30′ + 1h30′
In corda doppia, noi con una sola corda da 55m. Dalla campana è possibile fare una prima calata ma poi la corda non scendeva, quindi meglio arrampicare a ritroso fino alla penultima sosta. Poi calate:
CD1 – 10m fino all’intaglio
CD2 – 28m fino alla base della rampa
CD3 – 28m dalla calata guardando verso dx faccia a valle (parete verticale), fino alla cengia. Percorrere la cengia
CD4 – 15m fino all’altra cengia
CD5 – 28m fino alla prima sosta
CD6 – 20m fino alla base delle rocce
Quindi per il percorso dell’andata (se il ghiaione non è ghiacciato, come nel nostro caso, si dovrebbe scendere velocemente).
Tempo – 1h30′ fino alla base delle rocce, poi 1.30-2h fino al rifugio