Si eleva in punto panoramicamente privilegiato, tra due giganti quali Antelao e Sorapiss, proponendo comunque le maggiori quote dolomitiche ed in particolare le Marmarole occidentali.
Il giro qui proposto non è il più veloce per raggiungere la cima, né il più semplice. Ho volutamente allungare l’escursione attraverso il versante nord, quello più faticoso ma anche ambientalmente più remunerativo. Ne è conseguita una gran bella giornata in questi territori ancora poco frequentati.
gruppo MarmaroledifficoltàI, II, III- dislivello1800 mt c.a.quota max2.917appoggiobivacco VoltolinacartografiaTabacco 016data29/09/13
La vera via normale è quella che sale dalla Val di San Vito, in versante ovest, mentre la via di salita dal versante est è da considerarsi un’alternativa più impegnativa. Infatti se da occidente anche l’escursionista esperto può arrivare senza intoppi fino in cima, da oriente è richiesto un minimo di pratica alpinistica che fa selezione. Ad ogni modo, anche da questo lato, non si va oltre il III grado. Dopo la cima non sono tornato subito a valle ma ho percorso anche il sentiero Minazio, molto consigliabile.
Si parte dal parcheggio dedicato all’area attrezzata della Foresta di Somadida, sulla strada che da Auronzo sale a Misurina.
Si percorre una strada bianca pianeggiante, sorpassando alcune costruzioni in legno della forestale (lasciare sulla sx la deviazione per il biv.Musatti). Dopo 20-30 minuti si arriva presso un bivio, dove si prosegue a sx seguendo per biv.Voltolina e Val di San Vito.
Ora si prosegue nel bosco, spesso con tornanti quasi pianeggianti. Verso dx si scende quindi nel Cadin del Doge, alla base della alta parete nord dell’omonima cima. Sotto le rocce si lascia a dx la traccia che sale in valle di S.Vito e si prosegue a sx in piano. Oltre delle ghiaie si supera un salto attrezzato e si prosegue nel boschetto sovrastante. Si entra nel vallone tra Croda de Marchi e Corno del Doge (Val di Mezzo), incrociando il sentiero dell’alta via n.5. Dopo un tratto pianeggiante si torna a salire leggermente raggiungendo il bivacco Voltolina.
Tempo – 2h30′
Già dal bivacco si può abbandonare ogni sentiero e traversare a dx fino ad immettersi in un valloncello erboso ai piedi delle pareti. Risaliti nel valloncello o di fianco ad esso si raggiunge quel ghiaione con grossi massi che scende dalla Cima Bel Pra. Le grosse pietre che costituiscono il ghiaione agevolano nella risalita di quest’ultimo. Oltrepassati i già citati grossi massi con opportuni spostamenti, si risalgono gli ultimi 100m franosi, preferibilmente stando sulla sx. Al sommo delle ghiaie, o della neve a seconda del periodo, una cengia obliqua a lastroni parte verso sx. Una freccia rossa indica l’attacco.
Dopo pochi metri su di una cornice più bassa si monta sulla lastra inclinata che costituisce la cengia. La si risale tutta (I) fino ad terrazzo ghiaioso. Sulla cresta di sx si nota un ometto (possibile variante) ma si può procedere dritti per roccette friabili e traversare a sx poco più in alto per cengia delicata (ometti). Per raggiungere un ometto poco più in alto si è costretti a salire un muretto con scarsi appigli (3m, II). Raggiunta la cresta si sale facilmente fin dove diventa ripida e stondata. Si risalgono 4-5m delle rocce sulla cresta (non ci sono alternative facili!) fin sotto una placca liscia, dove al momento ci sono 2 chiodi con cordone. Si vince la placca, raggiungendo quasi subito una fessurina a dx, da dove poi è conveniente traversare con decisione a dx fino a delle cengette strette ma facili che guidano in un grande camino. La placca è valutabile di III-, si sente il bisogno dell’assicurazione a corda a causa dell’esposizione e della lunghezza (tiro forse di 20-30m contando il traverso).
Si attraversa il caminone uscendone a dx (2 vecchi chiodi). La zona seguente è caratterizzata da numerose cenge oblique, create dall’evidente conformazione geologica della montagna, tutte salibili su basse difficoltà. All’inizio ci si alza un po’, poi si deve continuare obliquando a dx, intersecando quindi varie di queste cenge. Giunti su terreno più facile si ritorna in obliquo a sx seguendo le cenge e portandosi in prossimità del bordo dx del gran caminone. Per questo bordo, superando vari passaggi non impegnativi, si arriva direttamente alla croce di vetta. Tempo – 2h10′ dal bivacco, 5h totali con le soste.
Dalla vetta si riconoscono subito i numerosi bolli rossi della via normale. Dopo pochi metri per cresta verso ovest, ci si affaccia sul versante della Val di San Vito. I bolli conducono attraverso brevi cengette intervallate da passaggi su roccia in versante sud, dove bisogna prestare attenzione alla friabilità del terreno. L’ultima cengetta porta verso dx ad uscire dalle difficoltà, dove ha inizio un esteso ghiaione che sembra portare dritto verso la Punta Sabbioni. Fare attenzione: più avanti il ghiaione terminerebbe su spalti strapiombanti, è quindi necessario seguire scrupolosamente ometti e bolli sulla dx, rimanendo addossati quindi alle pareti di roccia.
Quasi al termine delle ghiaie (comode in discesa) delle frecce rosse invitano a salire su di una cengia all’apparenza poco logica. La cengia continua lungamente, con alcuni passaggi su roccia (I, 1 di II). Oltre una zona aerea ci si abbassa progressivamente a dei terrazzamenti ghiaiosi. Qui si inverte il senso di marcia, tornando verso sud ed anche leggermente in salita. Poi, grazie ad una cengia con soffitti, si scende al ghiaione basale. Seguendo le tracce e gli ometti si passa sotto la Torre dei Sabbioni e da qui si torna più o meno direttamente, a discrezione, sul sentiero al centro della valle. Tempo – 1h30′ circa.
Il sentiero Minazio è senz’altro consigliabile per le belle vedute sulle Marmarole e per l’ambiente in cui si svolge: cenge aeree spesso accompagnate da soffitti e pareti lavorate dall’acqua. Inoltre si evita di rifare il sentiero dell’andata (dal Cadin del Doge, si intende).
Innanzi tutto si scende nella bella e verde Val di San Vito, fino al bivio per il bivacco Comici. Si sale quindi per terreno erboso. Raggiunte le rocce si tralascia l’indicazione per il rifugio San Marco e si scende verso dx. Da qui il sentiero prosegue quasi sempre in piano, con alcune brevi salite e cenge attrezzate con corrimano metallico. Alla fine del percorso si guadagna la Forcella Bassa del Banco, da dove si gode di un ottimo panorama.
Abbassandosi per sentiero si entra nella Busa del Banco, dove sorge anche il bivacco Comici. Tempo: 1h30′ dalla Val di San Vito.
Dal punto più basso della Busa scendo per un sentiero diretto. Questo sarebbe interdetto su ordinanza del sindaco a causa di una grossa frana staccatasi dalla Croda del Fogo e che ha cancellato i bolli e la traccia nella parte più prossima al bivacco. Si può ancora percorrere, ma fate attenzione all’inizio a non allontarvi troppo dalle pareti, state al limitare della frana e cercate i segnavia ancora visibili. Alcuni tratti attrezzati sono sparsi lungo il sentiero.
Dopo la zona della frana, una di mughi ed il bosco, si ritorna alla strada bianca della Foresta di Somadida là dove c’è il bivio per il bivacco Voltolina. Di qui alla maccchina. Tempo – 1h30′ dal bivacco.