Cima d’Auta Orientale, via Tissi-Andrich

Montagne importanti per gli abitanti della Valle del Biois, le Cime d’Auta meritano almeno una visita escursionistica per il fantastico ambiente ed il panorama dalla cima. La vetta più alta, quella orientale, mostra verso sud una poderosa parete giallo/grigia, molto invitante per l’alpinista. Di certo non poteva sfuggire alla storica cordata Tissi-Andrich l’evidentissimo camino centrale, dove sale la via qui relazionata, linea elegante e logica, aperta nel 1930.
Anche se è da ritenersi una classica, non sono molte le cordate che oggi vi si cimentano, causa forse il lungo approccio e l’arrampicata d’altri tempi, per camini, da salire con una certa fantasia.
La Baita Cacciatori ed il Ricovero Papa Giovanni Paolo servono la zona per spezzare l’avvicinamento, e risultano utili nel caso si voglia giungere presto sotto la parete. Per quanto riguarda i camini, se si sceglie un periodo asciutto e si è avvezzi a questo tipo di arrampicata, potranno risultare divertenti. Per quel che mi riguarda, dopo i primi metri del camino centrale in cui ho fatto una certa fatica, ho proseguito abbastanza agevolmente collaudando la tecnica “strisciante”, ossia spingendo con piedi e schiena. Ne consegue un’arrampicata un poco faticosa e non propriamente elegante, ma sicuramente caratteristica e di soddisfazione.

gruppo MarmoladadifficoltàV+sviluppo320 + 150 mtquota max2.624tempo5-6 oreappoggiobaita CacciatoripartenzaColmeandata29/08/16

Abbiamo seguito la relazione-schizzo di Roberto Iacopelli (Le altre vie, arrampicate scelte a caso nelle Dolomiti e dintorni, Cierre Edizioni), trovandola affidabile, anche se viene descritta un’uscita che probabilmente è una sua variante. Proprio in uno di questi tiri d’uscita si trova un tratto poco gradevole, svolgendosi nel fondo di un camino viscido. Per fortuna è ben protetto ed è lungo pochi metri.
La roccia è nel complesso buona, in alcuni tratti ottima, nei tiri più facili spesso un poco rotta.
Chiodatura non abbondante, presente in tutte le soste, occorre però, per integrare, la solita dotazione di friends e dadi. Fino all’inizio del camino, alle soste sono presenti anche cordini di calata.

Avvicinamento

Da Caviola, nei pressi di Falcade, si sale alla frazione di Colmean (indicazioni) dove è conveniente parcheggiare alla fine del paese. Seguire la larga strada forestale per la Baita Cacciatori (cartelli), eventualmente approfittando di alcune scorciatoie. Ad un bivio della strada è più comodo proseguire per il ramo di destra. Ad un nuovo bivio, seguire le indicazioni a sinistra che portano dopo 600 metri (da cartello…) alla curatissima Baita Cacciatori. Fin qui circa 1 ora per 500 metri di dislivello.
Appena oltre la baita, prendere il sentiero ripidissimo che reca indicazioni per Cima d’Auta. Dopo il bosco, proseguire per ghiaione in direzione delle pareti. Assecondare il sentiero CAI che piega a destra ed attraversa un boschetto. Poco più in alto si giunge ad un bivio tra “normale” e “ferrata”. Seguire a destra per la normale, brevemente, fino ad una colata di massi poco prima di un canale. In alto si intuisce una cengia erbosa obliqua sopra un salto della parete.

Tempo – 2 ore totali

Zoccolo

Portarsi sotto la parete, dove si trova un sentierino da camosci. Seguirlo verso dx fin dove termina, quindi salire per un colatoio di roccia compatta (II+) verso l’inizio della rampa erbosa, che si raggiunge a sx per breve cengetta rocciosa o per prato misto a rocce. Seguire in maniera naturale la rampa prativa raggiungendo la spalla formata da un avancorpo. Per tracce su zolle, ripidamente, si raggiungono le rocce soprastanti, dove si trova anche un cordino (noi ci siamo legati). Verso sx si salgono ancora zolle gradinate, poi si traversa su cengia sotto parete, infilando un canalino misto roccia ed erba. Si esce alla base di una placca appoggiata che forma anche un diedro, dove si trova 1ch di sosta (60m da precedente cordino). Attacco.

Tempo – 1h dal sentiero, rimanendo legati


Descrizione dei tiri

L1 – Per la placca si raggiunge un diedro (cordone) che si sale (IV) fino a delle balze erbose con placche. Cercare i punti più facili e raggiungere la cengia erbosa alla base della parete principale. Si è 10m a sx di una targa alla memoria di Ronchi. Sosta su 2ch con cordone. 40m, III e IV

L2 – Scalare una fessurina (2ch) uscendo a sx su terrazzino (1ch). Scalare anche la caratteristica doppia fessura successiva (1ch) uscendone ancora a sx su cengia con erba. 3-4m più avanti si sosta convenientemente su 1ch + 1cless con cordone. 30m, V

L3 – Seguire la cengia e per canalino immettersi in una zona ghiaiosa. Sosta su 1cless alla base delle placche che si hanno sulla dx. Per tali placche sale la variante “Cicciomax” (V e VI, Iacopelli-Maceri ’92). 20m, III e I

L4 – Continuare per il canale, che poi si fa più varticale, iniziando a sx e continuando poi sul lato dx (roccia non molto solida). Raggiungere infine una vaga cengia prima sotto strapiombi. Sosta su 2ch. 40m, III e IV

L5 – Seguire a dx la cengia, con passaggi più difficili solo all’inizio ed alla fine (1cless). Girato uno spigolo, si entra nel camino e si rinviene una sosta su 2ch+cordino. 30m, III e IV

L6 – Primo tiro in camino. Salire facilmente ad una prima strettoia, superarla (2ch) e proseguire fino ad un nuovo slargo (1cless). Ancora per il camino, andando in profondità fino ad 1ch, dove diviene più chiuso e si deve traversare verso l’esterno (altro ch). Proseguire dritti sfruttando una lama sulla parete dx, uscendo poi dal camino verso una lama staccata dove si sosta su 2ch. 30m, V

L7 – Secondo tiro in camino. Traversando bassi, rientrare nel camino. Salire agevolmente ad un masso incastrato, che si supera all’esterno (cordino). Proseguire lungamente nel camino. Quando si apre, si trova 1ch su una piazzola a dx (cordino su gradino a sx da evitare). Non seguire le placche di dx, ma continuare nel camino, eventualmente sfruttando una fessurina sul bordo dx (1ch). Entrare nel camino e prima che diventi impraticabile, appena possibile, uscire a dx (1ch) e traversare ad una canale. Risalirlo fino ad una sosta comoda con 2ch. 60m, IV+, IV e III

L8 – Si segue il canale finché si esaurisce sotto una fessura. Sosta su 2ch. 20m, II
Alcune fessura sulla sx sarebbero invitanti e probabilmente conducono alla parte alta del camino. Noi continuiamo secondo relazione Iacopelli.

L9 – Salire la fessura-camino su roccia non perfetta, uscire a dx seguendo un breve canale fino ad una nicchia dove parte una fessura obliqua a sx. Superare anche questa fessura, quindi proseguire più agevolmente verso una cengia con soffitti gialli. Sosta alla base di un camino sulla dx, su masso incastrato + 1ch. 40m, V e V+, poi III

L10 – Proseguire per il camino, inizialmente non difficile, entrando poi in una cavità al suo interno (1ch, poi 1 cordino). Salire nel fondo un po’viscido e un po’ripulito (1ch). Traversare verso l’esterno, dove si aggirano dei massi incastrati (3 cordini su altrettante strozzature) ed uscire sopra ai massi. Proseguire facilmente per canale a dx raggiungendo la sosta spostata a dx rispetto al successivo diedro verticali. 2ch di sosta. 30m, IV+ e V+

L11 – Salire il diedro di sx, verso la fine troviamo conveniente scartare per un canale sulla dx. Dopo un breve canalino si esce su cengia gialla. Traversiamo a sx e risaliamo un solido e breve caminetto. Sosta presso una forcella, da attrezzare. 45m, IV e III

L12 – Dalla forcelletta, per rocce miste ad erba, sulla sx rispetto dove si è saliti, si esce in vetta (croce, targa, madonnina, etc…) 30m, II

Tempo – 5-6 ore

schizzo pdf

Materiale

Una scelta di dadi e friends fino al giallo/blu, qualche chiodo (li abbiamo usati). Ridurre al minimo lo zaino per facilitare la salita al secondo di cordata.


Discesa

Dalla vetta si segue il sentiero ed un breve tratto attrezzato raggiungendo un bivio. Sulla sx si può seguire la ferrata Piccolin, che condurrebbe alla sella tra le due cime Orientale ed Occidentale e poi scenderebbe nel canale tra di esse. Noi invece preferiamo la panoramica “via normale”. Scendiamo dunque con i cavi ad una forcelletta e risaliamo sul versante opposto. Seguendo le tracce e qualche altro facile corrimano si scende raggiungendo i prati sottostanti. Quindi un breve tratto in salita porta sotto la caratteristica torre di roccia vulcanica che separa le due “Cime” dal Monte Alto d’Auta. La si aggira a sud e poi con altra discesa si arriva ad una forcelletta da dove a dx il sentiero scende fino al punto in cui lo si è abbandonato durante l’avvicinamento. 30-45′ dalla vetta.
Probabilmente la ferrata è più sbrigativa , ma non ha lo stesso fascino.

Tempo totale per tornare al parcheggio dalla cima: 2h

Alpinismo Vintage sulla Cima d'Auta Orientale

via Tissi-Andrich, 29 agosto 2016

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