Pala Sud del Pelmo, via Rizzardini

Ecco una via per la quale non riesco a spendere parole di elogio. Per una volta dico che è brutta, poi ci sarà anche qualche estimatore, non dico di no.
La salita si svolge su di una bella parete solare che termina con una vaga cima detritica già oltre il livello della cengia di Ball, più a Sud. Diversamente da quanto possa sembrare da distante vi sono molti tratti in cui si può procedere slegati od in conserva, rendendo l’arrampicata molto discontinua. La roccia è ottima sul facile zoccolo iniziale ed in 1 tiro. Per il resto direi discreta. La linea ricerca le zone più facili, quindi non aspettatevi di andare sempre dritti, cercate invece con intuito. In loco sono presenti alcuni chiodi, ma noi abbiamo trovato utili i chiodi per alcune soste.Primi salitori: N. Rizzardini, L. Pozzebon, 1957

gruppo PelmodifficoltàIII-IVsviluppo650 mtquota max2.500tempo3-4h la via, 2h per la cimaappoggiorif. Veneziadata18/08/12

Discorso diverso per il proseguo della giornata che ci ha fatti tornare su di morale. In una giornata splendida era doveroso salire alla cima del Caregon, alle 16 poi eravamo quasi gli unici ed i colori del tramonto al ritorno sono stati eccezionali. Per la discesa abbiamo optato per la cengia di Grohmann, così ho potuto apprezzare anche questo angolo di montagna che mi mancava da vedere. Poco piacevole trovarsi a salire quando si dovrebbe scendere a valle, però è anche vero che questa cengia sembra convenire in discesa, dato che nel verso contrario si sarebbe costretti a risalire faticosamente le ghiaie del canalone della Fessura.

Descrizione dei tiri

Vedere la relazione di E. Zorzi nel libro di “IV Dolomiti Orientali”, Vol.2

L1 – Slegati per lo zoccolo di II

L2 – Vago colatoio marcio, poi a sx. Sosta su 1ch. IV

L3 – Per camino ad una nicchia con 1ch, poi girare a sx e salire per bella roccia ad una cornice. Qui sbagliamo andando a dx. IV

L4 – Si sale per un bel camino di roccia levigata (unico tiro bello) entrando da sx se aggirate l’inizio per la cornice. IV

L5 – Facile canale gradonato, poi per cengia poco a dx e quindi breve canale di II e ghiaie fino ad un cengia in alto. II

L6 – Per un camino, uscendo poi a dx ad un altro camino. IV

L7 – Per camino un po’ friabile, poi su roccia più delicata a dx fin sulla cresta. III

L8 – Per cresta a dx, su roccia rotta con detriti, poi ci si ferma su spuntone. III, pp.IV

Tempo – 4 ore

vedi IV grado

Avvicinamento

Noi partiamo dal Passo Staulanza. Con il sentiero quasi tutto in piano ci dirigiamo verso il rifugio Venezia, ma molto prima della stesso, poco dopo i pascoli di Mandriz, imbocchiamo un evidente canalone sassoso che risale fino all’attacco della via. Tempo: 1h45′ dal parcheggio


Materiale

Portatevi qualche chiodo per le soste per la via Rizzardini


Discesa dalla via per la cima

Salire brevemente per la cengia poi assecondare gli ometti che guidano a dx pressoché in quota fino alla traccia della via normale. Volendo si scende subito al rifugio per la cengia di Ball. Fin qui circa 15′.
Saliamo per le ghiaie cotti dal sole e dal caldo, ci liberiamo del peso dei ferri solo dopo delle rocce là dove si stacca la traccia per la cengia di Grohmann. Proseguiamo per le ghiaie, poi zigzagando per dei risalti panciuti (varie possibilità) uscendo nell’alto Cadin sotto le cime principali. Il luogo è strano, la roccia ha un colore giallo-rosa inusuale. Praticamente in libertà andiamo a sx verso un insellatura di cresta, visitando spaccature e cascatelle d’acqua. Da un panoramico lastrone risaliamo la cresta ed oltre l’ultimo ostacolo di II raggiungiamo la vetta. 1h50′ da dove si riprende la normale.


Cengia di Grohmann

Per la via di salita si scendono i gradoni panciuti e le prime ghiaie. Prima di affrontare il saltino di roccia si devia a dx seguendo alcuni ometti ed una traccia tutt’altro che invisibile.
Dapprima si sale per cengie comode, poi in successione si devono affrontare 2 passaggi più esposti, di cui il secondo su roccia non ottimale e con difficoltà di I grado (non posso confermare il II grado dato da altre relazioni perché non c’è da arrampicare!). Oltre il tratto centrale, che è il più stretto ed esposto, si prosegue per larghe cengie in discesa fino al canalone della fessura. Si scende per ghiaino ma bisogna prestare attenzione ben presto e tenersi sulla sx! Altrimenti un salto di massi obbliga ad una corda doppia. Si scende infatti sulla sx (dx orografica) con dei zigzag di II grado per terrazzamenti rocciosi con roccia sporca di detrito (penso che questo sia l’ostacolo più grande per quanti vogliano percorrere la cengia di Grohmann, in uno qualunque dei due sensi). Ancora velocemente per ghiaino verso un lontano secondo salto nel canalone. Anche qui si esce a sx per traccia marcata che conduce fuori dal canale, su erba e mughi. Facendo attenzione alla traccia (ometti) si guadagna la lingua ghiaiosa che esce dal canalone precedente, quindi stando sul fondo sassoso (e non ai suoi lati!) si finisce per incrociare il sentiero segnato. Fin qui impieghiamo 2h dall’inizio della cengia.
Per il sentiero a dx si oltrepassa il bivio per Coi e quindi si prosegue con un eterno falsopiano fino al Passo Staulanza. 45minuti