Piccolissima di Lavaredo, via Cassin

A distanza di 3 mesi si torna a toccare un po’di dolomite, anzi Dolomite Doc, quella delle Tre Cime. Certo le previsioni meteo non facevano ben sperare, così come il fortissimo vento gelido incontrato al Rifugio Auronzo, ma arrivati all’attacco ci siamo accorti che le condizioni c’erano tutte e così abbiamo goduto di un’ottima giornata limpida e tutto sommato anche gradevole stando al sole. Non siamo stati neanche i primi a passare, visto che nel canale di discesa abbiamo trovato tracce fresche, forse del giorno prima.
Primi salitori: Riccardo Cassin, Luigi Pozzi, Gigi Vitali, 1934

gruppo Tre Cime di LavaredodifficoltàVI+sviluppo290 mt quota max2.700tempo4-5 oredata01/04/12

Descrizione dei tiri

La via sale lo strapiombo giallo centrale alla parete sud-est, come noto. Molto ripetuta, è ideale come approccio in vista di più impegnative scalate sulle pareti nord, ma in realtà è certamente un validissimo obiettivo a sé stante. Viene naturale paragonarla al vicino Spigolo Giallo, rispetto alla quale: è più corta, ha meno tiri impegnativi ma 2 passi singoli più difficili, meno frequentata e meno consumata, più soleggiata. La roccia è quasi sempre ottimamente ripulita, solo nel tiro chiave si è visibilmente staccato un blocco che ha lasciato delle schegge friabili.
Chiodatura incompleta, bisogna integrare con altre protezioni. Soste a chiodi spesso non eccezionali, alcune volte si può aggiungere qualcosa.
Avverto che il tiro chiave è selettivo, c’è un tratto senza chiodi intorno al VI in cui bisogna fare alcuni metri prima di riuscire a mettere qualcosa.

Ottima combinazione lo schizzo Bernardi con la relazione Sass Baloss. Aggiungo solo alcuni appunti

L1 – Diedro regolare, poi fessurina fino ad una comoda sosta all’inizio di una cengia. V

L2 – Senza arrivare ad una sosta prendere una rampa obliqua e proseguire verticalmente (chiodi). Ad un tettino uscire a dx. Meglio proseguire superando una fessurina con 2ch con cordone (VI-) e appena dopo sostare a dx

L3 – Raggiungere 1ch con cordino, superare il muretto con dei buchi (p.VII-) obliquando a sx. Poi breve fessura e tornare a dx ad una sosta poco appesi. VI e VII- o VI/A0

L4 – Dritti superare uno strapiombo (3ch, di cui 1doppio sopra che è difficile da moschettare) fattibile comodamente in A1 (VI+). Poi più facilmente a 2ch collegati da cordino e maillon di calata. Proseguire puntando al diedrino sovrastante, per un tratto senza potersi proteggere, poi con friend e dadi piccoli a dx. Con decisione si arriva ad 1ch e si rimonta una non più difficile lama staccata. Sosta su 2ch. VI+

L5 – Ad 1ch con fettuccia bianca (VI-), poi si traversa a sx espostamente (VI-, chiodi) fino all’evidente diedro formato da un grande pilastro. Risale fino ad un comodo terrazzino con 2ch. VI-

L6 – Proseguire per il diedro, breve e con ottimi appigli. Sosta presso uno spuntone in cima al pilastro. V

L7 – Stare bassi e girare uno spigolo. Salire in prossimità di esso fino ad una comoda cengia. IV, p.IV+

L8 – Obliquare decisamente a sx (1ch su una cengetta) puntando ad una lama nera. Arrivati ad una larga cengia traversare a sx non poco fino ad un camino grigio. IV+ e II, 60m

L9 – Salire per il camino o sulle pareti laterali. Evitando di uscire a dx (visibile una calata a spit, ma si tratta di un’anticima) stare a sx ed uscire in cresta. Vincere anche un ultimo strapiombino giallo manigliato ed oltre 1anello cementato si può sfruttare una sosta a spit diedro uno spuntone di cresta. IV+, 58m

Tempo – 5 ore

Avvicinamento

In meno di 30 minuti dal parcheggio del Rifugio Auronzo, per traccia evidente. Oppure, come abbiamo fatto noi stavolta, in 1h30′ dal parcheggio presso la sbarra


Discesa

Seguiamo la relazione Sass Baloss, ma non è l’unica possibilità.
Ci caliamo con 55m verso l’orrido camino formato con la Punta di Frida. Il terreno è a volte a gradoni, e il forte vento ci ha fatto incastrare una corda al recupero: risalendo per 25m le difficoltà erano sul II-III. Con un altra doppia di 50m da 3ch ci caliamo fino a raggiungere il canalone, però ci si deve tenere molto a sx faccia a monte, altrimenti non si arriva fino al fondo. Bisogna spingere con i piedi per portarsi verso sx. Da un resinato (con cordino corrimano…) ci caliamo con 55m nel canale e poi con altre 2 doppie da circa 40m per risalti meno ripidi fino alla cengia d’attacco. Torniamo al parcheggio alla sbarra a piedi. In totale impieghiamo 3h circa dalla cima


Materiale

I chiodi ci sono ma c’è anche da integrare! Portarsi dadi e friend, soprattutto piccoli