Pilastro di Rozes, Costantini-Ghedina

Via classica, ben chiodata e dalla roccia ottima o ripulita.
Supera lo spigolo sinistro del secondo pilastro (il “Pilastro”) con arrampicata spesso sul IV grado, ma con due tiri più impegnativi di V+ e VI-. Tra le vie che abbiamo salito sulla Rozes ci è sembrata la meno bella dal punto di vista dell’arrampicata: se la roccia non fosse ripulita alcuni tratti sarebbero piuttosto friabili, inoltre la parte finale non è un granché dal punto di vista dell’arrampicata, è più che altro il modo più veloce per concludere la via.
La via è molto frequentata, però siamo stati fortunati e non abbiamo trovato nessuno anche se di sabato.
Lo schizzo di Bernardi è ottimo, c’è solo da dire che dove segna difficoltà inferiori al IV vuol dire che è molto facile. Ad esempio gli ultimi tiri assomigliano più a dei II gradi piuttosto che a dei III+.
Primi salitori: E. Costantini, L. Ghedina, il 29 settembre 1946


gruppo TofanedifficoltàIV/IV+, 2 tiri di V+ e VI-sviluppo630 mt quota max2.820tempo7h e 20'appoggiorifugio DibonacartografiaTabacco 03data10/07/10

Descrizione dei tiri

L1 – Placca di IV e IV+

L2 – Diedro un poco fratturato di IV

L3 – Traverso orizzontale di 20m sul III/IV

L4 – Facile rampa con passo iniziale di IV

L5 – Placca goduriosa di IV+

L6 – Vago diedrino ripulito sul IV

L7 – Parete verticale molto ripulita (altrimenti sarebbe stata bella marcia) di V+, chiodato (1° tiro impegnativo)

L8 – Traverso con sali-scendi di V+ e VI-, molto attrezzato, ancora su roccia gialla e rossa ripulita (2° tiro impegnativo)

L9 – Percorso incerto tra due spigoli, forse è bene stare sulla sx senza salire dritti per un diedro giallo. IV+ e V (3° ed ultimo tiro impegnativo)

L10 – Verso sx e poi per roccia lavorata con divertimento. IV+ e III

L11 – Oltre una cengia si imbocca un lungo canale. Varie clessidre dove sostare. 55m III e pp. IV

L12 – Da uno strapiombo giallo si continua per fessura nera a dx (cordino). 55m, IV e III

L13 – Tratto facile su sfasciumi, da qui continuo in scarpe. 50m di I

L14 – Per paretine gialle fino ad una cengia. 30m, III e IV

L15 – Verso dx e poi a sx e dritti, fino alle belle clessidre alla base di un canale. 30m, IV

L16 – Di corsa su per il canale, 50m di II

L17 – Da una cengia si va a dx (ometto) e si rientra verso sx in un canale. Dopo 15m di roccia si è su sfasciumi e si raggiunge velocemente la forcella da dove inizia la discesa. 50m

Tempo – 7h e 20′

Avvicinamento

Parcheggio al rifugio Dibona (deviazione sulla Cortina-P.so Falzarego). Il Pilastro è già ben visibile. Dal rifugio si segue il sentiero che sale al rif.Giussani e lo si abbandona alla stazione della teleferica per seguire le indicazioni per la ferrata Lipella e Grotta della Tofana. Alla base della parete si traversa a dx e risalito un cono di ghiaie si traversa una decina di metri su cengetta (II) fino all’attacco. Qui è visibile un foro da spit rimosso.
40 minuti


Discesa

Verso N per traccia. Senza abbassarsi verso l’uscita del 1°spigolo proseguiamo fino alla parete di Punta Marietta dove un pendio con canalini franosi ci permette di congiungerci alla solita discesa, dove inizia la cengia che più avanti diventa esposta. Dal Cantore si riesce ad arrivare al parcheggio in 15 minuti: basta correre giù per i ghiaioni e fare tutte le possibili scorciatoie!


Materiale

NDA. I tratti difficili sono ben chiodati