Punta dei Due, via Gervasutti

La Punta dei Due è una delle due vette principali, insieme al Campanile Livia, delle Fiamme di Pietra, un piccolo gruppo di guglie e torrioni che fanno parte del Corno Piccolo. Le loro forme richiamano le geometrie del granito, ed anche la tipologia di arrampicata in molti casi lo ricorda.
Su queste pareti, sono stati tracciati un numero considerevole di vie, di diverse tipologie e difficoltà, che, pur non superando i 110 metri di sviluppo permettono di arrampicare su una roccia della migliore qualità. Inoltre, la vicinanza del rifugio Franchetti, unita alla brevità di questi itinerari hanno reso le Fiamme di Pietra uno dei luoghi più frequentati del Gran Sasso, insieme alle spalle.
La via Gervasutti è una delle linee più note e frequentate, una bella arrampicata per elegante spigolo, aperta dal noto Giusto Gervasutti ed Aldo Bonacossa il 2 ottobre del 1934. Presenta alcuni passaggi impegnativi ed a volte da proteggere.

gruppo Gran Sassodifficoltàmax pp. di VI-sviluppo130 mtquota max2.608tempo1-2 oreappoggiorif. FranchettipartenzaPrati di Tivodata18/08/16

Avvicinamento

Da Prati di Tivo per salire a “La Madonnina” è possibile prendere la funivia (prima corsa ore 8.30) oppure percorrere il sentiero dell’Arapietra, tramite il quale si raggiunge la stazione a monte della funivia in circa 30 minuti. Per prendere questo sentiero è necessario svoltare a sinistra dal piazzale di Prati di Tivo e seguire la strada prima asfaltata e poi sterrata che sale alla così detta “Selletta”. Si parcheggia al suo termine, dove inizia il sentiero, ben visibile.
Da “La Madonnina” si procede verso il rifugio Franchetti, che si raggiunge in 45 minuti. Si prosegue poi raggiungendo la Sella dei due Corni (15′ dal Franchetti). Da qui si scende per il sentiero bollinato costeggiando le rocce. L’attacco si trova presso uno spiazzo in verticale rispetto alla parete gialla dello spigolo.


Descrizione dei tiri

L1 – Si sale per un facile canale con grossi massi fino ad una conchetta, quindi traversare a sx passando sopra o sotto ad uno spuntone. In breve, salendo verso un camino, si trova la sosta a spit. 30m, III e IV

L2  – Prendere a dx una fessura camino raggiungendo una zona di rocce più rotte (1ch). 3m più sopra, dove lo spigolo si raddrizza, si trova la sosta a spit. 20m, IV

L3  – Originale a sx. Scegliamo la più diretta fessurina sopra la sosta (V, 2ch), dalla quale si esce a sx ad uno spiazzo (1ch). Su per lama sonante, poi leggermente a dx ad una sosta scomoda a chiodi. Meglio proseguire alcuni metri ad un ripiano a dx, sul filo dello spigolo. Sosta a spit. 30m, V

L4  – Traversare a sx presso una lama, per una placca non semplice (1ch, 2ch) raggiungendo una fessurina obliqua (1ch) e quindi terreno più semplice nei pressi dello spigolo. Ora obliquando a sx per due risalti non difficili si raggiunge una sosta a spit. 30m, VI- e IV+

L5  – Facilmente, in breve si raggiunge la cengia ai piedi della cuspide


Discesa

Portarsi in versante Franchetti alcuni metri sotto la cima, dove si rinviene una calata a spit. Scendere con 2 corde alla cengia sottostante, dove è predisposta una seconda calata. Per riportarsi all’attacco conviene tralasciare questa calata, e portarsi invece verso Sella dei due corni (sx faccia a monte) per 20m, quindi effettuare una calata da 60m da un diverso ancoraggio con spit seguendo un camino.

schizzo pdf

L’unico, il vero, il solo fortissimo
Consigliamo la lettura di un’interessante approfondimento sulla vita e l’alpinismo di Giusto Gervasutti, “L’unico, il vero, il solo fortissimo”, scritto da Carlo Crovella, di cui una parte è presente nel blog di Alessandro Gogna (link sotto)

vai al blog di gogna


Campanile Livia, via Valeria

Vista la brevità di questo meritevole itinerario è consigliabile combinarlo con un altra via, sulla stessa cima oppure sull’altra vetta principale delle Fiamme di Pietra, il Campanile Livia. Noi abbiamo scelto di salire una fra le più facili, la via Valeria (aperta da Andrea e Carlo Bafile con Valeria Boschero, il 5 agosto 1946), un’ arrampicata divertente e fra le più ripetute del Gran Sasso (quasi lisciata in alcuni passaggi). Di seguito riporto una breve descrizione:

Avvcinamento – dalla Sella dei due corni scendere per sentiero, al bivio risalire brevemente verso la ferrata Danesi. Attacco presso una forcelletta

 

Descrizione dei tiri

L1 – Salire per rampa obliqua a dx (1ch), quindi obliquare a sx su terreno più facile. Sosta presso sassi incastrati. 30m, IV e III

L2 – La placca successiva è solcata da due fessure. Seguire quella di dx, più verticale, che in alto converge nell’altra. Seguire l’obliquo a dx e sostare verso sx su 2ch oppure 1 spit. 30m, IV+ (fessura proteggibile con friend blu)

L3 – Seguire un camino che può essere fatto esternamente o ad incastro. Dalla sommità di un pinnacolo, affrontare una placca con fessurina ed uscire sullo spigolo. Si può sostare su 1ch. Noi proseguiamo a sx per ghiaie contornando la cima e sostando vicini ad una forcella. 50m, IV e I

L4 – Superare un ultimo risalto vicino ad una calata con cordoni e concludere in vetta. 15m, III+

Materiale – NDA

 

Discesa – a scelta per uno dei 2 canali che si originano dalla forcelletta. Noi siamo scesi verso est. Dalla cima si scende assicurati ad una calata con catena in versante est, poco più alti rispetto la forcelletta. Con una calata da 40m circa, si raggiunge in obliquo un canale. Per questo (II) si raggiunge il sentiero, dove si trova l’attacco della via Gervasutti.

Un’altra linea classica, meritevole e consigliata al Campanile Livia, (Guglielmo del Vecchio, Piero Zaccaria, Andrea Bafile, 27 settembre 1948) è la via dei Triestini, che supera un sistema di diedri e fessure a sinistra della via normale.

scoprire il Gran Sasso

appunti di viaggio, agosto 2016

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