Spiz di Mezzodì e Pramper, traversata

Escursione decisamente pesante, con l’obiettivo di concatenare più cime possibili di tutto il gruppo Mezzodì-Pramper sopra Forno di Zoldo.
Si inizia con la “traversata superiore degli spiz”, decisamente alpinistica, a cui si devono aggiungere alcune digressioni per raggiungere le cime. Qui ci si mantiene in quota quindi non ci sono grandi sali-scendi. Successivamente si scende per il Carnielli e si ritorna a salire eseguendo la traversata classica del Dente delle Fopa e della Cima del Venier. Si prosegue ora nel vivo del Pramper risalendo il Coro, lo Spigol del Palon e la Cima di Pramper. Per quest’ultime 3 è necessario salire e scendere per la stessa via, quindi aumenta decisamente la fatica. Era mia intenzione concatenare anche la Cima del Pramperet ma le gambe si sono rifiutate, lascio quindi ai prossimi il completamento di tutte le 10 cime.
Altre cime minori concatenabili con difficoltà sotto il III grado sono lo Spiz Belvedere, il Corno del Doge, il Piccolo Dente della Fopa, Cima Cadin di Cornia.

gruppo PramperdifficoltàI, II, passaggi di IIIquota max2.409appoggioRif. Sora l'Sass, biv. Carnielli-De Marchi, Rif. PramperetpartenzaPian della Fopa (1210 mt)data16/08/11

Le 5 vette maggiori degli Spiz e le 4 maggiori del Pramper

Traversata degli Spiz di Mezzodì e del Pramper: 2 rifugi, 1 bivacco, 2 viaz, 9 cime

Spiz Nord (2305 mt)

Conviene parcheggiare al Pian della Fopa per risparmiare dislivello e tempo. Quindi per il sentiero attrezzato si sale al Rifugio Sora l’Sass (45′). Qui porre attenzione a svoltare subito a dx e non procedere dritti. Seguendo il sentiero (ad un bivio, a dx) si imbocca il Giaron Dantre i Spiz e per questo, con molta fatica, si guadagna la Forcella La Porta (2ore dal parcheggio).
Scendere brevemente per ghiaie, poi a dx imboccare una cengia con evidente ometto. Si supera un primo gradino (passo di II), quindi un breve camino (passo di III) e girando a dx si risale un altro friabile breve camino (altro passo di III) fino ad un masso con calata attrezzata. Si risalgono le ghiaie di un canale ed oltre la forcella con cui termina si scendono alcuni metri sull’altro versante. Si traversa a sx (sud), si risale un canale che poi gira a sx. Oltre una cengetta con mughi si percorre tutta una cresta (presso un interruzione, passo di II) fino ad un parete. Seguendo i bolli per una paretina o per un breve diedrino 2m a sx (in ogni caso II+) si supera il salto e si sale più agevolmente per gradoni fino in vetta.
Tempo – 20 minuti dalla forcella, 2h30′ dal parcheggio


Spiz Est (2317 mt)

Intanto si scende dallo Spiz Nord per la stessa via di salita, molto conveniente scendere in doppia il tratto chiave (sufficiente una corda da 30m).
Dall’attacco si continua a scendere per il sentiero per poi alzarsi ad una spalla erbosa. Da qui si obliqua per un pendio di erba e ghiaie in direzione di un canalino (vedi foto). Con qualche passaggio di I+ si raggiunge lo stretto pertugio della Forcella della Finestra che permette di passare sul versante opposto (ovest). Per un cengia (ometti), oltre un camino, si raggiunge una rampa con canalini. La si segue fino ad un gendarme di cresta. Ora conviene passare di nuovo sul versante est e percorrere un cengia con ghiaie ed erba aggirando la gialla parete dello Spiz.

Oltre uno spuntone (ometto) inizia un camino rivolto verso lo Spiz di Mezzo (sud-ovest). Lo si sale su roccia coperta di detrito e non sempre solida (II, più che altro per l’impegno costante), il passaggio finale del camino è piuttosto rognoso e supera una strettoia con sasso incastrato (passo di III). Alcuni metri a sx si imbocca un canalino ghiaioso che fa pervenire sulla cengia anulare sotto la cuspide finale. Bisogna percorrere lungamente ad est la cengia per portarsi sul versante diametralmente opposto (nord), da dove si sale brevemente per canalini o per la cresta (I-II) fino alla piccola vetta.
Sbagliando ad intrerpretare la relazione nel finale ho invece affrontato un camino sul versante est, trovandolo difficile e pericoloso (III) quindi assolutamente sconsigliabile.

Tempo – 1 ora dalla cima precedente


Spiz di Mezzo (2324 mt)

Per raggiungerlo bisognerà continuare per la Traversata Superiore degli Spiz. Quindi si scende dalla Cima dello Spiz Est (presso il passo di III è presente una utile calata, tra l’altro facendola “lunga” si salta completamente la discesa del camino) e ci si riporta più ad est dello spuntone dell’attacco.
Si scende verso il baratro sottostante, all’inizio tenendosi a sx e facendo molta attenzione perché il terreno è cosparso di ghiaia. Si avvista un ponte di roccia, che deve essere raggiunto con passaggi sul I grado ma esposti. Si cammina sul ponte che permette di scavalcare il canalone sottostante (siamo alla Forcella del Ponte). Dall’altra parta si scende una paretina a sx (II+ delicato perché mancano gli appigli per abbassarsi) e il seguente passaggio su massi neri incastrati. Si segue brevemente una cengia, poi si sale per una rampa fino ad una cresta. Girato uno spigolo si sale per canale o per la cresta con mughi sulla dx (I grado) fino alle ghiaie che conducono alla comoda cengia che fascia il versante est dello Spiz di Mezzo. Prima di una larga forcella con un torrione si sale a dx per un canalino-camino, con passi di I grado, uscendo su rocce più articolate che seguite a piacere portano sulla grande terrazza sommitale dello Spiz. L’ometto più significativo è quello sulla punta più meridionale della terrazza.
Tempo – 45 minuti dalla cima precedente


Spiz Sud (2309 mt)

Molto semplice. Si scende il canale dello Spiz di Mezzo fino alla cengia ghiaiosa, quindi seguendola a sud e risalendo un pendio di massi e ghiaia si giunge sulla vetta del tozzo Spiz Sud.
Tempo – circa 10 minuti dalla cima precedente

Dente Della Fopa (2161 mt)

Con questa cima si passa ad un sottogruppo di transizione tra Mezzodì e Pramper. Si è tra l’altro “costretti” a scendere parecchio per poi risalire: per questo molti troveranno già molto appagante la traversata degli spiz senza dover procedere oltre. La via di Angelini sul versante sud dello Spiz Sud potrebbe risultare utile solo per una traversata pensata al contrario.

Per scendere dallo Spiz Sud ci si potrà affidare agli sbiaditi bolli rossi aiutati dai molti ometti. Ci si cala per il vesante ovest, assecondando alcune cenge, gradoni e passaggi di I e II, fino alla spalla erbosa della Pala dei Lares Auta dove è collocato il bivacco Carnielli-De Marchi. Fin qui 30minuti.
Si scende ancora per il sentiero ora segnato con bolli freschi, giù per una rampa di roccette frammiste a ghiaino (I grado) fino al suo termine. Senza scendere ulteriormente si asseconda la traccia del Viaz Sora la Fopa, che però si abbandona quasi subito per scartare a sx nel canalone che scende dai due Denti della Fopa. Si risale il canalone con grossi massi, su terreno spesso solido, orientati da numerosi ometti (adesso, in inverno la neve gli abbatte). Quando il canale si biforca si continua a dx, superando dei passaggi di I su terreno friabile, fino a 2-3m dalla stretta forcella del Dente. Ancora seguendo gli ometti per le lastronate della nostra cima, dove i passaggi appaiono più semplici, si raggiunge la lunga cresta sommitale con macigni finiti lì da non si sa dove.
Tempo – 1 ora dalla cima precedente


Cima del Venier (2237 mt)

Si scende dal Dente della Fopa per la sua cresta meridionale con passi di I e mughi.
Si segue una traccia per la cresta incontro alla nostra cima passando per l’indefinita Forcella del Venier. Si rimonta quindi un pendio con detrit e roccette per passare poi sul versante est grazie ad una cengia. Seguendo la logica si segue una cengia-rampa erbosa e la cima è in breve raggiunta. Le difficoltà non vanno oltre il I grado, presenti alcuni ometti e bolli rossi un po’sbiaditi.
Tempo – 20 minuti dalla cima precedente


Cima del Coro (2324 mt)

Si scende dal Venier sul lato sud, per un bellissimo prato. Alla fine di questo alcuni ometti invitano a scendere un salto di I grado e conducono a dx per una cengia con grandi caverne fino alla bella Forcella Sagrona. A sx dolci prati, a dx il brullo canalone del Giaron della Fopa.
Si segue la labile traccia del Viaz Sora la Fopa, reincrociato alla forcella, brevemente sul versante orientale della montagna. Oltre uno spalto di roccia è meglio salire faticosamente a dx per zolle e ghiaie fin nei pressi della cresta. Qui alcuni ometti portano a traversare ancora verso sud, quindi liberamente per rocce al massimo di I grado ci si porta sull’anticima. Scesi pochi metri e risalito un pendio con massi, stando sulla dx, si giunge sulla vetta con grossi lastroni protesi verso il Pramper.

Invece di svoltare subito a dx all’inizio ho proseguito in obliquo verso un costolone verde più a sud. Poi per pendio ghiaioso, mughi e rocce di I mi sono congiunto al percorso suggerito qui sopra.

Tempo – 30 minuti dalla cima precedente


Spigol del Palon (2314 mt)

Cima incompresa, ma meritevole di essere salita.
La discesa dal Coro avviene per la via normale seguendo gli ometti ed approfittando del ghiaione iniziale per scendere rapidamente alla traccia del Viaz Sora la Fopa. Ora bisogna seguire questo viaz, cosa che è risultata parecchio ardua in ragione del fatto che gli ometti sono pochissimi e la traccia a volte molto labile. Utile a volte cercare la potatura dei mughi ed inquadrare da distante gli scollinamenti dove è evidente il taglio. Ad ogni modo si procede praticamente a livello di Forcella Sagrona verso sud, attraversando alcune lingue-canalini ghiaiosi. In particolare in un canale largo si deve fare attenzione a traversare in quota (I, friabile, ometti) e poi scendere per i prati ad una apertura tra i mughi (ometto). Si attraversa un altro canale e si sale incontrando un altra potatura. Traversando ad un pinnacolo poi si scende tra i mughi su di uno spallone proteso a sud-est dal Coro. Ora per la traccia meglio marcata si scende, anche con passaggi di I grado, finendo tra i mughi. Ancora per traccia non sempre evidente si traversa in discesa verso ovest uscendo tra i ghiaioni e i prati tra Cima del Coro e Palon, in Val Sagretta. Questo tratto del Viaz è uno dei tratti più difficili da trovare.
Abbandonare la traccia e salire per i prati e poi per il ghiaione che scende dalla forcelletta appena a nord della cima dello Spigol del Palon. Il terreno, cosparso di grossi massi, è sorprendentemente solido e solo nel finale diventa più ghiaioso ed instabile. Nel canale ci sono anche vari passaggi sul I grado, anche I+. Non lasciandosi tentare da una cengia ascendente in versante est si raggiunge invece la scomoda forcelletta (Forcella Sud della Sagretta).
Stando alla guida del CAI-TCI sarebbe possibile un collegamente elementare tra questa forcella e quella più settentrionale della Forcella Nord della Sagretta. A sua volta sarebbe possibile da tale forcella collegarsi alla Cima del Coro con difficoltà massime di I grado. Non mi sono fidato a calarmi dalla vetta su questo versante, anche perchè presenta un salto un po’enigmatico…è uno spunto!
Dalla forcella si passa per breve tratto in versante ovest per roccette di I miste a ghiaie, presenti gli ometti. Da una piccola insellatura sulla cresta si passa iun versante est, superando 2 macchie di mughi. Risalendo verso dx si esce su un inaspettato grande prato, vero pregio di questa cima. Il prato termina con un lastrone ed un salto. Si scende dall’altra parte e si segue una cengia ascendente sul versante est fino a portarsi sulla cresta meridionale. Quindi “all’indietro” la si segue fino alla vetta (doppio barattolo per le firme).
Tempo – 1h30′ dalla cima precedente


Cima di Pramper (2409 mt)

E’ la cima più alta di tutto il gruppo e propone una bella via normale. Sulla cresta sembrava sempre di essere arrivati, invece poi appariva una nuova cima sempre più in là. E’ anche la via normale più lunga di tutta la traversata, e quella con più ometti.

Dallo Spigol del Palon si scende per la stessa via di salita, approfittando più in basso del ghiaione. Si riprende l’esile traccia del Viaz sotto le rocce, dove iniziano i mughi. Qui credo di aver perso la traccia
Trovo una buona traccia a ridosso della parete dello Spigol del Palon che evita la foresta di mughi. Esco sul pendio erboso-ghiaioso tra Spigol del Palon e Pramper dove si rinviene l’ottima traccia che proviene dal rifugio Pramperet (ometti e perfino qualche bollo rosso). Si risale il solido pendio su zolle d’erba fino alla Forcella del Palon, a nord del Pramper (la situazione è simile a quella dello Spigol del Palon).
Ora si segue la cresta con numerosi ometti, che man mano si allarga e diviene cosparsa di grossi massi. Bisogna fare attenzione ad aggirare sulla dx (ovest) una prima anticima giallastra (Ad est non si riesce a procedere). Saliti su un lastrone bisogna calarsi di pochi metri sull’altro lato, quindi ancora per cresta si raggiunge la cima principale dove è stata collocata una piccola croce “rustica”.
Tempo – 2 ore dalla cima precedente, stanchezza…


Discesa

Dalla Cima di Pramper si scende per la via normale, come in salita, sfruttando qualche ghiaia in discesa dalla forcella. Ritrovata la traccia con ometti la si segue a dx (sud) nel catino alto della Conca di Cornia, sopra un cocuzzolo che si erge sopra i mughi. Sempre ben indicata dagli ometti, praticamente ora un sentiero, la traccia conduce ai mughi nei pressi di Forcella Piccola, attraversati i quali si sale brevemente alla forcella.
Si scende qualche tornantino sul versante sud e poi si traversa in leggera discesa verso delle lontane casere (finalmente si trova un bel torrentello per dissetarsi!). Con degli ultimi tornanti, purtroppo in salita, si sbuca direttamente alla porta del Rifugio Pramperet. Fin qui 1h45′
Attraversati gli splendidi prati del Pra de la Vedova si segue un sentiero a dx (indicazioni per Forno di Zoldo, sentiero n°523) che dolcemente nel bosco porta fino alla Casera di Pramper. Da qui per la strada sterrata della Val Pramper si ritorna al parcheggio del Pian della Fopa.
Tempo – 1h15′ dal rifugio Pramperet, 3h dalla Cima del Pramper.

C’è da dire che dalla Forcella del Palon sarebbe possibile scendere direttamente al Pian della Fopa per il ghiaione sul versante ovest, alternativa conveniente per la discesa, ma evita le belle visioni del percorso appena descritto attraverso il rifugio Pramperet. Per quel che riguarda i miei tempi: sono partito alle 5.15 e sono tornato alle 18.15, insomma partite presto!