Tofana di Rozes, via Dimai

Notevole salita che con grande intuito risolve il problema della parete sud della Tofana. La “classica” alla parete sud!
La salita si può dividere in 3 parti: nella prima rampa si sale per pareti facili e divertenti, nella seconda parte si effettuano dei trasferimenti passando per il grande anfiteatro sospeso ed un secondo anfiteatro minore, nella terza parte sono concentrate le difficoltà maggiori e si deve effettuare un caratteristico lungo traverso.
L’arrampicata è bella e divertente, su ottima roccia e solo in brevi passaggi obbligati risulta un poco levigata.
Primi salitori: A. Dimai, G. Siorpaes, A. Verzi, I. e R. von Eötvos, agosto 1901

gruppo TofanedifficoltàIII e IV, 1passo Vsviluppo635 + 500 mtquota max3.000 mt c.a. (uscita via); 3.225 mt (cima Tofana) tempo7h la via + 1h alla cimaappoggiorif. Dibona, Giussanidata06/09/09

La chiodatura è sufficiente lungo i tiri ma, soprattutto all’inizio, è necessario disporre di qualche protezione veloce. All’inizio del primo anfiteatro abbiamo visto alcune calate attrezzate (chiodi con cordini) che forse permettono di scendere fino all’attacco, oltre questo punto una ritirata sarebbe molto complessa.
Finita la via si deve continuare a lungo per cresta e ghiaioni per raggiungere la vetta. Dopo l’arrampicata può risultare parecchio faticoso.
La discesa è semplice e non troppo lunga. Diventa però problematica ad inizio stagione (neve e/o vetrato). Lo schizzo del Bernardi è ottimo (tranne al secondo anfiteatro).

Avvicinamento

Parcheggio al rifugio Dibona (deviazione sulla Cortina-P.so Falzarego). Dal rifugio si segue il sentiero che sale al rif.Giussani e lo si abbandona alla stazione della teleferica per seguire le indicazioni per la ferrata Lipella e Grotta della Tofana. Si raggiungono le pareti e si segue a sx il sentiero pianeggiante per la ferrata Lipella. In vista delle pareti gialle dell’anfiteatro, presso un bivio (indicazioni per la ferrata), ci si stacca dal sentiero per seguire un costolone verde in direzione della rampa iniziale della via. Si raggiungono le rocce. Si sale prima a sx, lungo una placchetta levigata (1passo III). Poi si entra in una grotta e si attraversa un cunicolo. Si percorre una stretta cengetta esposta e presso un masso e un chiodo si attacca. Tempo – 1 ora

Descrizione dei tiri

L1 – Salire una fessura, spostarsi poco a dx e seguirne un altra molto lunga, fino ad una conca ghiaiosa. A dx si va a sostare su spuntone. 45m, III con passi di IV

L2 – Montare su una cengia gialla, traversare poco a dx e superare una paretina. Quindi traversare elementarmente a sx fino alla base di un camino. 30m, III e 0°

L3 – All’inizio salire nel camino, poi spostarsi sulla lama di sx e solo nel finale riportarsi all’uscita del camino a dx. Sosta su 1ch oppure su 1clessidra. 50m, IV

L4 – Salire per un canalino a dx. Senza arrivare ad un intaglio si esce a sx su gradoni. Sostare su spuntone. 55m, III e II

L5 – Proseguendo per gradoni ci si accorge di essere su una torre staccata. Si passa sulla placca opposta con una spaccata e si risale brevemente. Sosta su 2ch. 20m, III+

L6 – Qui bisognerebbe stare sulla sinistra. Invece noi stiamo dritti, superando uno strapiombetto (IV+, 1cless) e un canalino (1ch). Quindi scendiamo a sx fino ad una grossa clessidra. 40m, IV e 1passo IV+

L7 – Saliamo obliquando a sx. Rinveniamo una sosta su 3ch e da qui proseguiamo in verticale, fino alle ghiaie del grande anfiteatro. Sosta su spuntone o su 3ch a sx. 50m, IV

(Trasferimento in conserva) – Rimontiamo delle ghiaie e superiamo un saltino (II). Troviamo delle evidenti tracce su di una cengia, quindi le seguiamo a sx fino ad uno scolo. Saliamo un po’e ci stacchiamo a sx lungo una cengia con tracce ancora evidenti. Doppiamo uno spigolo (ometto) e ci alziamo per roccia appigliata in obliquo a sx (II). Qualche metro sotto un breve diedrino sostiamo su una evidente clessidra.

L8 – Superiamo il diedrino (1cless) e tralasciamo una possibile sosta con cordini. Per fessurette arriviamo ad una cengia con ometti. Sosta su spuntoncino. 20m, passo di IV e III

L9 – Traversiamo a sx lungo la cengia, elementarmente. Lungo questa si trovano anche dei cordini in clessidra. Andiamo a sostare su una piccola piattaforma su uno spigolo aereo, su 1cless. 50m elem.

L10 – Superiamo un passaggio sopra la sosta e poco sopra siamo già sui detriti del secondo anfiteatro. sostiamo su spuntone. 10m, 1passo di IV

(Trasferimento in conserva) – Saliamo i detriti e traversiamo a sx seguendo ometti e tracce. Con percorso libero si devono superare dei gradoni di rocce rotte e ghiaie in direzione di una zona gialla alla fine del ghiaione. Noi qui forse facciamo un percorso non proprio corretto. Dalla zona gialla traversiamo a dx per cengetta e ghiaia. Superiamo quindi una paretina nera con tante clessidre (10m, III) fino a delle nicchie gialle su una cengia soprastante. Traversando un poco a sx troviamo la sosta su 1cless+1ch.

 

L11 – Vinciamo una lama a sx (utile un dado). Traversiamo a dx e in salita per delle cornici vertiginose e usciamo su una nuova cornice gialla orizzontale. La assecondiamo a sx (utile spuntone giallo per il secondo), con qualche passaggio (1dado incastrato e alcuni chiodi). Sostiamo quindi dove la roccia torna grigia, su 2ch. 45m, IV

L12 – A sx prendiamo un diedro bello e divertente. Lo risaliamo con impegno all’inizio e poi scorrevolmente quando diventa camino, fino ad una cengia solare sulla sx dove sostiamo su clessidra. 50m, IV

L13 – Torniamo nel camino, difficile solo all’inizio (1cless). Poi con divertimento fino ad uscire su una zona appoggiata. Sosta su 2ch “per terra”. 40m, IV e III

L14 – Ci si porta sullo spigolo a sx quasi nel punto più alto. Da qui ha inizio la lunga traversata. Presto si effettua un passaggio in discesa (1ch con lungo cordone per il secondo) e poi si traversa a sx fino ad una nicchia con 2ch. 30m, III+

L15 – Appena dietro la nicchia ce n’è un altra con il libro dei passaggi. Quindi si riprende a traversare, effettuando anche un altro breve passaggio in discesa (1ch). Si traversa sotto tettini gialli (chiodi) ed arrivati ad un canalino lo si risale fino ad una forcelletta (ometto alle spalle). Sosta su 1ch+1dado. 50m, IV e III

L16 – Salire la paretina sopra la sosta (clessidre). Quindi traversare a sx fino ad entrare in un canale argilloso. Salire un breve camino fino alla cresta. Sosta su 1spuntone+1clessidra nascosta. 40m, IV e III

L17 – Risalire facilmente cresta e spigoletto verso delle fessure gialle. Entrare nella fessura più larga e superare un passaggio non facile (1cless e 1ch, noi stiamo sulla sinistra). Rientrati nella fessura si passa sotto un masso incastrato e ci si monta sopra. Si continua ancora in opposizione fino alle fine del camino e alla fine della via. Sosta su 1clessidra con cordone. 50m, IV con 1passo di V

Per la cima – prima di tutto si deve percorrere una lunga cresta di roccette (I, tracce ed ometti). Quindi si passa a sx (tracce) di un tratto impercorribile della cresta. Poi per ghieie e roccia rotta si prosegue in cresta. Verso sx si raggiunge un ghiaione. Traversando verso sx si dovrebbero prendere delle tracce fino al sentiero che conduce in vetta (noi però saliamo il micidiale ghiaione fin quasi in cima…)

Tempo – 7h di via + 1h circa di cresta e ghiaione

Discesa

Dalla croce di vetta si scende per sentiero elementare, verso W e poi N, fino ad uno spallone detritico (dove sopraggiunge la ferrata Lipella). Quindi si volge a nord e lungamente, per tracce e roccette (I, attenzione all’eventuale neve o vetrato) si arriva al rifugio Giussani. Quindi per larga carrareccia (o scorciatoie) si torna al rifugio Dibona e all’auto.
Tempo – 2h o poco più