Torre del Boral, via della Solitudine

Primi salitori: Lorenzo Massarotto ed Ettore De Biasio, l’8 e 9 agosto 1981

Una via d’Avventura, dentro e fuori al Boral, claustrofobia e poi vertigine, giungle vegetali nell’avvicinamento e roccia slavata in qualche camino in alto…insomma un bel viaggio! I primi salitori certo hanno il merito di aver intuito la possibilità di entrare nel Boral dallo spigolone della Terza Pala e poi di tirar fuori una via logicissima lungo i camini che incidono la torre nella sua parete rivolta verso la Seconda Pala.

gruppo Pale di San LucanodifficoltàIV, tratti di V e VItempo16 ore da fondovalleappoggiobiv. Bedindata09-10/07/11

La via si può dividere in 4 parti: la prima parte permette di entrare dentro al Boral e di salire fino ad un salto impraticabile, la seconda risale in forte obliquo la parete nord-est della Terza Pala fino alla base della Torre, la terza parte è per camini sul fianco est, l’ultima parte risale la cresta e il versante meridionale fino alla vetta.
La via in roccia è mediamente molto buona, per larga parte ottima e alcune volte buona, friabile solo per pochi metri nel boral.
La chiodatura è scarsa, 4 chiodi di sosta e 2 cordini in tutto. Da segnalare che è probabilmente possibile in questa stagione rifornirsi d’acqua all’inizio del boral, però deviando un po’ dalla via.

Il bivacco per noi è stato inevitabile, ormai in discesa, ma non siamo stati veloci lungo la via per cui molte cordate riusciranno almeno ad appoggiare i piedi sui prati del Monte San Lucano. Consiglio comunque di portarsi un minimo per bivaccare. In Internet si trova una relazione-racconto di Sandro De Toni, sul suo sito. Una buona lettura che indica i passaggi importanti. Devo confermare inoltre le difficoltà riportate, che si discostano non poco da quanto indicato sulla guida di De Biasio.

Descrizione dei tiri

L1 – Traversiamo per zolle stando qualche metro sotto alle rocce, con un passaggio un po’delicato. Ingradabile. 50m circa

L2 – Per un banco roccioso scendiamo verso il Boral, prima di un salto c’è un cordone ma si va via bene arrampicando in discesa. Passiamo attraverso un corridoio tra parete ed una lingua di neve. Sosta su fungo di neve. 50m, 2 tratti di II/III

L3 – Saliamo stando sulla sx del Boral, per roccia discreta ma facile. Sosta su spuntone. 50m, II/III

L4 – Per gradoni giungiamo sotto un diedro-camino brutto a vedersi. 40m, II/III

L5 – Saliamo il diedro. Nei primi metri si arrampica a dx, per poi traversarci dentro. Si sale tutto (1 vecchia fettuccia) e si sosta fuori. Roccia friabile all’inizio, poi meglio. 50m, p.V e poi III+

L6 – Procediamo slegati. Da un terrazzo risaliamo sulla sx una paretina senza entrare in un camino. Poi traversiamo a dx su gradoni esposti sul Boral. Più sopra intravediamo e poi raggiungiamo salendo in obliquo una rampa con un po’d’erba. Ancora in obliquo paralleli al Boral raggiungiamo una larga e comoda cengia con ciuffi d’erba. Più avanti nel Boral c’è un’impraticabile cascata (a 50m circa), mentre a sx la parete della Terza Pala è invitante. 100m, II e III

L7 – A sx c’è un lungo tetto nero non molto in alto. Per rocce solide e non difficili giungiamo ad un comodo terrazzo dove c’è una nicchia nera (doppio ma breve zigzag). 1ch di sosta (+1ch, tolto). 25m, III

L8 – Qui inizia una lama-fessura obliqua a dx. La seguiamo con difficoltà anche sostenute ed un passaggio strano quasi all’inizio, da fare “a cavalcioni” della lama. La lama poi diventa un vago canalino più facile. Sosta da attrezzare. 45m, V e IV

L9 – Per rocce facili traversiamo a dx. Tralasciamo un diedro-camino nero in alto e passiamo oltre 2 terrazzini con ghiaie. Sosta esposta, su 1spuntone + 1ch (tolto). Senz’altro meglio fermarsi poco prima. 40m, III e III+

L10 – Saliamo in obliquo a dx per roccia bianca, ad una placca liscia traversiamo perdendo un paio di metri ed entrando in un vago ed aperto camino (1ch). Dall’altra parte per rocce non difficili ed un passo in camino raggiungiamo uno strapiombo nero alla base di un camino (“nicchie nere”). 50m, IV e III

L11 – Traversiamo a dx della sosta, eseguiamo un traverso liscio con alcune prese instabili, espostissimi sul Boral (tralasciamo il “muro a buchi” citato da De Toni e traversiamo oltre). Poi saliamo per roccia delicata fino ad una nicchia con ottima clessidra. 45m, V+

L12 – Traversiamo a dx per rampe con erbetta. La roccia di colpo diventa slavata e non si riesce a fare una buona sosta. Mi accontento di 2 spuntoni, di cui uno lo ricavo scavando dietro. 60m, III

L13 – Per roccia facile giungiamo nel canale con massi che scende dall’orrido camino a sud della Torre del Boral. Per il canale e poi scartiamo a dx verso una quinta staccata. Sosta su spuntone. 50m, II/III e facile

L14 – Saliamo per il pilastro-quinta tendendo solo leggermente a dx. Presso una nicchia troviamo una clessidra di sosta. 45m, IV

L15 – A dx iniziamo a salire un canale aperto con un po’d’erba. Poi diventa camino con difficoltà crescenti. Sosta su 1 spuntone mediocre + 1ch (tolto). 60m, III e IV

L16 – Qualche metro sopra vinciamo uno strapiombo, poi per camino discontinuo. Sosta su 1ch, da integrare. 40m, p.IV+, IV e 1p.V

L17 – Si inizia rientrando a sx nel camino, poi si va sulla a dx, poi sotto uno strapiombo si esce a sx e si rientra nel camino con un passaggio su appoggi dubbi. Ancora facilmente fino alla sosta, su ottimi spuntoni-lama. 50m, IV e 1p.IV+

L18 – Qui il camino inizia come fessura. Si arrampica per essa o appena a dx (1cless ed 1sasso incastrato). Poi ancora per camino, infine si affronta un difficile passaggio presso un restringimento: le pareti sono piuttosto liscie. Sosta su sasso incastrato. 50m, IV+

L19 – Saliamo la placca sulla sx: è breve, proteggibile e c’è una clessidra. Poi traversiamo elegantemente a dx per rientrare nel camino (1cless stretta) e con passo esposto veniamo fuori dal difficile (1sasso incastrato). Si sale ancora un po’fino ad un comodo terrazzo con piantine secche. Sosta su 1ch (+1ch ed 1 friend, tolti). 30m, V e V+

L20 – Dalla sosta si traversa a dx con un passo su roccia compatta. Noi, stiamo un po’in alto, in posizione delicata piazzo un dado a sx in fessura, poi giro uno spigoletto e mi abbasso traversando solo 2-3 metri. Poi c’è una breve parete di roccia giallastra (4m circa) con possibilità di metter dentro qualche protezione. Si entra quindi in un camino di bella roccia decisamente più facile. Si passa anche per un masso incastrato. Infine si esce su comodo terrazzo vicino a dei mughi. Sosta su 1ch (+2ch tolti). 50m, VI e IV+

L21 – Per zolle a dx, poi traversiamo a sx vicino a dei mughi. Per rocce frammiste erba entriamo nei mughi. Sostiamo su di essi alla base dello spigolo sud, oltre il quale precipita il baratro. 40-50m, II/III e facileTra i mughji e la parete c’è forse il miglior punto dove bivaccare lungo la via

L22 – Salire per lo spigolo, appena sulla sx in grande esposizione, ma su roccia molto bella e con qualche clessidra. Dopo un tratto con erbe si prosegue sempre sullo spigolo più articolato (una clessidra gigante ma non solida) fin quasi in cresta. Sosta su spuntone+cless. 50m, IV+ e IV

L23 – Facilmente fino in cresta. In spaccata si supera una voragine tra due pilastri, poi stando sulla sx si traversa fino ad altri spuntoni. Sull’altro lato della cresta visione agghiacciante sulle profondità lucane. 40m, III

L24 – Un paio di metri in discesa, quindi si traversa per rocce, detriti e zolle ben sotto la cresta, sul versante sud quindi. Ci alziamo in obliquo. Sosta su spuntoncini. 55m, II/III

L25 – In obliquo ancora mirando ad un mugo solitario. Superati 2 passaggi più verticali sostiamo su buona clessidra, una decina di metri sopra al mugo. 45m, II e IV

L26 – Per una paretina entriamo in un diedro-camino che saliamo tutto fino alla vetta. 40m, IV

Tempo – 11h e 30′ (16 ore da San Lucano)

Avvicinamento

Una bella rogna: lungo e faticoso, con almeno un paio di passaggi difficili da reperire.
Dalla chiesa di San Lucano ci addentriamo a caso, al buio e con la nebbia, nel bosco retrostante. Tendendo a sx nella giungla bagnata, con massi muschiosi affioranti, raggiungiamo il greto del Boral di San Lucano. Risaliamo, poi per pura fortuna ci accorgiamo di doverlo abbandonare, scartando sulla sx per il bosco ripido. E’dove lo zoccolo della Terza Pala scende fino al Boral, proseguendo oltre si troverebbe una parete di roccia. Comunque saliamo ripidamente per una traccia, stando per un buon tratto a picco sul Boral, a dx. Poi traversiamo in obliquo a sx verso la cima del boschetto che termina con una fascia di roccia. Qui abbiamo perso tempo per trovare il passaggio. Alla fine saliamo circa a metà della curva che disegna il boschetto a contatto con le rocce, a dx di un diedro verticale terroso per una parete di I-II ripido e sporco. Rinveniamo un nastrino blu. Andando a dx e salendo dei canali pieni d’erba troviamo miracolosamente i pioli dei boscaioli, e poi una corda fissa che ci accompagna lungo il diedro di III-IV. Giriamo a sx per cengia fino a quando la traccia comincia a salire a dx e dritti è illogico proseguire perché in discesa. Saliamo ora a piacere, un po’verso dx, per boschi ripidi ed anche un canalino con erba. In un ultimo tratto saliamo un passo roccioso (un cordino) ed usciamo nel bellissimo bosco del Col di San Lugan, praticamente pianeggiante. Ricominciamo a salire, sempre più ripidi. Un salto roccioso lo aggiriamo a sx per poi montarci sopra. La traccia diventa sempre più evidente. Dopo una cresta con alberi radi e qualche mugo giungiamo sotto un saltino di roccia. Dobbiamo vincerlo tirandoci su un ramo secco. Proseguiamo sempre più fra i mughi, in un punto dobbiamo anche strisciarci sotto. Circa 100m sotto l’attacco dello spigolo Tissi c’è una forcelletta con un grosso albero secco abbattuto, qui c’è un pendio erboso con alberi che scende verso il Boral. Lo seguiamo inizialmente con facilità, poi diventa più simile ad una cengia e dobbiamo stare vicini alle rocce e stare molto attenti. Dove si assottiglia notevolmente capiamo che è il momento di tirare fuori le corde. Sosta su 1ch+1friend (tolti).
Tempo totale –  4h30′ circa


Discesa

Dalla vetta si effettua una calata verso ovest, rivolti alla Torre di Lagunaz. Poco sotto ad una eventuale seconda calata ci spostiamo al di là di una quinta (questa forma un canale che scende giù verso lo Spiz di Lagunaz), raggiungendo una macchia di mughi. In totale 55m di calata.
Ci spostiamo a dx faccia a valle (N) verso altri mughi. Qui una seconda calata di 40m ci deposita su gradoni ghiaiosi in una specie di anfiteatro formato con la Torre di Lagunaz. [Noi passiamo qui la notte, al bordo superiore di un prato ripido dove c’è una piccola nicchia gialla, e dove passa il ritorno delle Creste di Milarepa. 20m più sotto c’è una forcelletta con cordone e chiodo]. Proseguiamo come al ritorno dalla Terza Pala, cioè risalendo la Torre:

L27 – Verso dx saliamo un canale (una bella clessidra), poi passiamo sulla parete di sx fino ad una cengia con buona clessidra. 45m, III

L28 – Giriamo uno spigolo e dopo alcuni risalti d’arrampicata, sulla dx risaliamo gradoni fino alla cima della Torre di Lagunaz. 40m, III e I

Si scende brevemente a nord e dietro dei mughi ed uno spuntone rinveniamo la prima calata. Quindi;

1 CD – 50m stando praticamente sullo spigolo, iniziando poco a dx faccia a valle

2 CD (da ch e cless) – 50m stando a sx dello spigolo, (le corde quasi si incastravano)

3 CD (da cless) – 40m molto verticali, in parte nel vuoto

Siamo al masso del libro dei passaggi. Quindi risaliamo un ripido prato, faticosissimo adesso, fino al Passo del Ciodo. E qui ancora una volta per il Mul, Forcella Besausega, Ambrusogn fino a Pradimezzo. Questa volta però abbiamo la seconda macchina. Tempo totale – 5h30′ circa 5h30′ circa


Materiale

Chiodi per le soste, dadi e friend medi. Materiale da bivacco e frontale