La via Dibona sale la parete sudest della Torre del Grande del Falzarego, con buon irraggiamento mattutino per tutta la prima parte, vale a dire per i primi 5 tiri. Questi risultano molto ben protetti con numerosi anelli cementati, anche doppi, alle soste e qualche chiodo e clessidre dove servono. Roccia ottima
La seconda parte inizia con una placca rivolta ad est (troppo freddo per noi nel marzo 2007) e continua con altri 4 tiri con difficoltà dal IV+ al V con 1passo V+.
Itinerario aperto da Angelo Dibona, Ignazio Dibona e G. De Stefani il 3 settembre 1934
gruppo Falzarego-FanisdifficoltàIV e V con p. di V+sviluppo390 mt quota max2.500tempo5 oredata26/07/07
Nel luglio 2007 ripeto la via percorrendo alcune varianti e concludo la parte alta. Le varianti sono ben protette (ci sono pure alcuni spit!) e divertenti. Il tiro dellla fessura in alto è impegnativo su roccia non molto buona e con soli 3 chiodi. Il passaggio chiave è abbastanza selettivo se lo si vuole passare in libera.
Altra ripetizione il 2 aprile 2011. Faticaccia sprofondando nella neve per arrivare all’attacco, poi via calda e asciutta. Per scendere abbiamo sfruttato la via che dà sul canale Torre Piccola-Torre Grande. Abbiamo fatto 1doppia dalla cima + 1doppia più sotto che ci ha depositato nel canale.
Parcheggio presso il ristorante “Strobel” poco prima del P.so Falzarego proveniendo da Cortina. Seguire il sentiero per le Torri del Falzarego (indicazioni). Nei pressi di alcuni ruderi militari si sale l’evidente traccia che porta alla base delle torri. Risalendo il ghiaione di destra si mira alla bella fessura a destra di un grande diedro, sopra un breve salto di terra e erba. Anello cementato
Primo tentativo
L1 – Si sale la fessura, con un solo passo delicato, ch. Si sale ora facilmente a destra, altro ch. Risalire più o meno direttamente alla parete in alto, con anello cementato, parecchia erba. 40m, IV e III
L2 – Ci si sposta a sinistra (spit) e si risale direttamente per bella roccia o semplicemente per il canale di sinistra (clessidra). Poco in alto e a destra si trova l’anello di sosta. Sui 25m, minimo III
L3 – Si sale dritti, prima per un tratto facile e poi mirando ad una canale più verticale. Qui si trova qualche chiodo. Si può salire tutto a destra o un poco più difficile tenendosi a sinistra. Continuando sulla parete di sinistra si percorrerebbe una variante sul V (2 chiodi recenti). Noi sostiamo invece a destra su anello. 35m circa, III e IV
L4 – Si traversa con scarse difficoltà verso destra fino ad un anello cementato sul bordo destro della base di una placca grigia. Tiro corto, II
L5 – Si sale la placca, tenendosi anche a destra. C’è almeno un chiodo, gli appigli sono buoni e la placca abbastanza verticale. Sotto ad un alberello, prima della placca successiva, si trovano due chiodi buoni per la sosta. 30m, IV/IV+ e II
L6 – Ci si sposta sulla placca successiva, esposta ad est. Risulta abbastanza impegnativa sebbene vi si trovino numerose manette. Per proteggersi ci sono parecchie clessidre, alcuni chiodi tenendosi a destra. Poco a sinistra di un albero secco si trova una buona clessidra con chiodo per la sosta (poco spazio). 30-40m, V-
Seconda ripetizione
L1 – identico. 40m, IV e III
L2 – identico. Sui 25m, minimo III
L3 – Su dritti e al canale si sale stando a sinistra. Si sale la placca un po’ appaggiata della variante, con 2-3 chiodi. Usciti dalla placca c’è uno spiazzo con un piccolo pino, dove sostiamo (in realtà la variante sosta qualche metro più in basso a dx evitando l’ultimo tratto della placca). 55m giusti, IV+
L4 – Si spacca a destra (spit) e si sale per placca e una fessura un poco sulla sx. Si trova qualche ch e 1spit poco sotto la sosta, anch’essa su 2spit. 40m circa, IV+
L5 – Traversiamo verso dx alla meno peggio per sostare su ch e cless sotto la placca originale. 20m, IV
L6 – Corrisponde alla stessa L6 nel precedente tentativo. Questa volta sto più a sinistra trovando presto una buona clessidra e passo un chiodo alla fine, ormai quasi in sosta. La placca è veramente ben appigliata e di ottima roccia, e anche proteggibile a clessidre. Sosta su ch e clessidra. 40m, V-
L7 – Traversare a sx alzandosi solo in prossimità del chiodo con vecchio cordino. Sosta in nicchia su spit e ch. Tiro corto, V
L8 – Si prende una fessura gialla a sx (ch) e poi facilmente dritti dentro un canale prima con erba e poi con qualche roccia non saldissima (trovato solo un dado incastrato). Sosta su masso incastrato. 50m, IV+, IV
L9 – Salire la gialla fessura strapiombante di sx. La roccia non è tanto bella (gialla a scaglie), si trovano solo 3ch lungo il tiro e non sono riuscito ad integrare. Sosta scomoda seduti su pilastrino staccato con 2ch distanziati (e anche non sicurissimi) sulla parete di fronte [una delle soste più scomode che abbia mai visto]. V la fessura
L10 – Buon appiglio poco a sx del chiodo (quello di dx, con cordino marcio), poi leggermente a sx per riportarsi poi a dx (qui altri 2ch, consigliabile allungarli se il secondo vuole azzerare). Dopo qualche passaggio non banale si sale + facilmente fino ad un anello cementato praticamente in e Roccia non molto salda dopo il passaggio chiave. V+, V e IV
Primo tentativo
Per la via di salita con 5 corde doppie:
CD1 – Dalla clessidra fino agli anelli cementati poco prima della sosta tra tiro 5 e 6
CD2 – Si arriva alla sosta tra tiro 3 e 4 (prima di riimboccare il canale)
CD3 – Si arriva alla sosta tra tiro 2 e 3 (anello su zona erbosa)
CD4 – Si arriva alla sosta tra tiro 1 e 2 (terrazzino terroso con anello)
CD5 – Fino alla base
Tentando di unire le calate 3 e 4, con una unica di 55m contati, la corda non scorreva. Conseguenza: ho risalito i due tiri assicurato con marchard
L’uscita verso la forcella tra le torri era intasata dalla neve
Seconda ripetizione
Per canale di roccia (II°) con qualche detrito, verso N e poi svoltando a sx per congiungersi alla discesa della Torre Piccola