Cima Cadin degli Elmi

Cima divenuta negli anni abbastanza frequentata, una classica nel gruppo degli Spalti di Toro. Sicuramente incoraggia l’assenza di difficoltà tecniche, unito all’ottimo panorama dalla vetta, così come la naturalezza della progressione.
Durante la nostra escursione abbiamo compiuto un giro ad anello, risalendo all’andata più direttamente verso forcella Spe e passando al ritorno per gli ameni prati di Costa Vedorcia.

gruppo dolomiti d'OltrepiavedifficoltàEEdislivello1200 mtquota max2.424appoggiobiv. Gervasuttidata01/11/15

Bivacco Gervasutti

dal rifugio Padova per il Fosso degli Elmi
La partenza si effettua più comodamente dal Rifugio Padova, raggiungibile per stradina asfaltata da Domegge di Cadore. Dal parcheggio si scende brevemente al rifugio (1278m), per poi seguire le indicazioni per forcella Spe ed il Bivacco Gervasutti (sent.352).
Dopo uno scollinamento si prosegue lungamente in discesa, si attraversa un ponticello di legno e si continua a salire. Poco dopo si incontra il bivio per la Casera Vedorcia. Proseguiamo a sinistra (indicazioni per Forcella Spe) costeggiando anche delle belle cascatelle. Attraverso il bosco il sentiero continua monotono e anche ripido. In cima ad un colletto si innesta un sentiero proveniente dalle casere già citate. Usciamo in un greto tra bei prati, alla base dei ghiaioni delle cime cadine. Nel raggiungere forcella Spe affrontiamo anche un tratto più scabroso.
Dalla forcella aggiriamo con prudenza un pendio di ghiaie miste a terra e raggiungiamo un forcellino da dove si vede il bivacco. Da qui in breve raggiungiamo la nostra meta.
Alla forcella Spe si può arrivare anche dalla Val cimoliana (vedi escursione) o da Costa Vedorcia (vedi escursione).

via Normale

Alle spalle del bivacco è ben visibile il versante di salita alla cima.
Ci si incammina dunque attraverso dei prati con qualche masso in direzione nord, incontro alle rocce. Finita l’erba inizia un ghiaione che più in alto è diviso da uno sperone. Prendiamo il ramo destro (qualche ometto) e raggiungiamo una piccola forcella. Nota: il ghiaione che scende in versante opposto (W) può essere sfruttato per la discesa, qualora il terreno non sia troppo gelato.
Si salgono ora sulla dx diverse roccette di I grado, aiutati da qualche bollo rosso e da ometti. Usciti su di un prato pensile, si prosegue traversando a sx e poi ancora per roccette fino alla comoda vetta.
Per il ritorno utilizziamo la stessa via di salita, fino a Forcella Spe

Costa Vedorcia

Dalla forcella scendiamo per un breve tratto per il sentiero di andata, tenendoci poi sulla sx dove è visibile una traccia di sentiero ed un cartello con indicazioni per il Rifugio Tita Barba.
Il sentiero prosegue lungamente in piano, traversando prima bassa vegetazione e poi il bosco. Da un certo punto in poi diventa anche una larga sterrata. Trovato un bivio con indicazioni per il rifugio, decidiamo di seguirle, per un sentiero più stretto ed anche accidentato, che ci porta al particolare Rifugio. Dalla casupola di fianco, prendiamo la larga sterrata che con alcuni tornanti ci porta ai prati sottostanti, più abitati, cioè quelli di Costa Vedorcia. Le costruzioni sono più numerose e visibilmente ancora in uso. Splendido il panorama verso gli Spalti di Toro, sicuramente un luogo che merita visitare almeno una volta nella vita.
Le indicazioni per il rifugio Padova ci portano a scendere rapidamente nel bosco, fino a tornare al bivio dell’andata vicino al ruscello. Arrivati più in basso ci rimane anche da risalire, ad ogni modo ritorniamo al parcheggio concludendo un bel giro ad anello.