Croda di Ligonto

La via normale alla Croda di Ligonto è una salita al naturale, logica e lineare, per gli amanti delle cime importanti, che rimangono tuttavia ancora poco calpestate.
Essa rappresenta una delle maggiori elevazioni del nodo bellunese delle Dolomiti di Sesto, a cui fa capo la più nota Cima Bagni e l’ultimo bastione della Croda da Campo. La si può notare già da Auronzo, da dove conviene partire per il lento approccio lungo la Val d’Ambata. Probabilmente è proprio la partenza a fondo valle che scoraggia la massa, dal momento che complessivamente si deve affrontare un dislivello che si aggira attorno ai 1900m, impegno che potrebbe essere addolcito con il pernottamento al più alto bivacco Gera.

Primi salitori: L. Darmstädter, P. Orsolina, L. Bernard e H. Stabeler, il 23 giugno 1890

gruppo Dolomiti di SestodifficoltàI, IIdislivello1916 mt quota max2.786esposizioneEsttempo5 ore (la salita)appoggiobiv. GeracartografiaTabacco 017partenzaAuronzo di Cadoredata04/12/16

L’itinerario può essere suddiviso in 3 parti
Inizialmente si segue il sentiero CAI in direzione del bivacco Gera, evidente e senza problemi. Da questo poi si scarta in direzione della Forcella Paola, per il vecchio sentiero alpinistico che consentirebbe più aventi di raggiungere il Cadin del Biso e la Cengia Gabriella II.

La terza parte è la via normale vera e propria, che si svolge per buona parte lungo un canale e salti di roccia.
Per affrontare l’ultima parte di salita consiglio di portare uno spezzone di corda da 30m, in modo da agevolare il ritorno con una corda doppia.
Abbiamo compiuto l’ascensione ai primi di dicembre, trovando un discreto strato di neve che ha di fatto reso più agevole la risalita del lungo canale. Nel nostro caso non sono stati necessari i ramponi. Con un innevamento più importante non andrebbe dimenticata la piccozza, almeno per il canalino-camino finale.

Curiosità: Ligonto è anche il nome di una contrada di Auronzo, allo sbocco della val de Ambata.

Avvicinamento

Oltrepassato il centro di Auronzo ci si ferma a Reane, dove c’è un buon parcheggio. Salita in breve una strada asfaltata tra le case, si trovano le indicazioni per il bivacco Gera. Si segue la strada forestale, inizialmente con pendenza bassa, poi moderata. Alla fine di questa, presso uno spiazzo, si inizia un sentiero nel fitto bosco (indicazioni per bivacchi Gera e Piovan). Successivamente, con lungo obliquo, si entra nel greto di un torrente, per poi ritornare a salire nel bosco. La pendenza è notevole ed è uno dei tratti più faticosi. Si raggiunge il fondo della Val de Ambata con il suo torrentello, dove si trova anche un masso spiovente con una targa che ricorda i pionieri di queste crode. Proseguendo per la valle, su ghiaie, si raggiunge la biforcazione della stessa. I bolli e gli ometti guidano verso la diramazione a sinistra, dove vi sono alcuni grossi massi da aggirare o superare. Una cengetta franosa deposita sul fondo della valle, qui assomigliante ad un canyon. Dopo poche decine di metri si deve abbandonare il sentiero.
Sulla sinistra si nota un grosso masso al bordo dei mughi, con un evidente ometto. Raggiuntolo si scopre una traccia ricavata in mezzo ai mughi. Si segue il sentierino, guidati anche dagli ometti, risalendo il colletto di mughi. In vista dalla Croda di Ligonto, si traversa in leggera discesa a sx ad un ruscello. Per esile cengia se ne esce subito a sx ed insistendo nella medesima direzione si accede ad un buon prato. Risalirlo, quindi tenersi sulla sx per raggiungere dei prati in piano, luogo incantevole. Qui abbiamo abbandonato definitivamente il sentiero per Forcella Paola.

Tempo – Fin qui 3 ore da valle

via Normale

Si punta sulla sx ad una forcella stretta tra la Croda ed un torrione staccato. Sull’altro lato sono evidenti delle tracce che passano sotto la solatia parete. Nel primo tratto, molto franoso, conviene aiutarsi con le rocce più stabili in alto. Si raggiunge un ampia rampa rocciosa, quasi un canale sulla dx. Risaliti brevemente sotto gli strapiombi, si esce in obliquo a sx per balze erbose, in direzione di una sorta di cresta dove sono visibili alcuni ometti. Traversando in orizzontale sotto le rocce (si può stare bassi o alti indifferentemente) si noterà un canale poco pendente: questo costituisce buona parte della vera e propria via normale. Vi si entra con passaggio su roccia (II-), quindi più agevolmente lo si risale. Dove è sbarrato da salti sarà conveniente arrampicare sulla sx (I). Senza possibilità di errore, sempre dritti per il canale, non senza fatica si raggiunge la cresta sud, già relativamente vicini alla vetta.
Seguire gli ometti che guidano in obliquo per cengette rocciose, verso il canale che scende a dx dell’evidente e caratteristico torrione giallo (la cima). Raggiuntolo, lo si segue per una sorta di rampa-camminamento in obliquo a sx. Negli ultimi 20m, dove si restringe a camino, si incontrano 2-3 passaggi di II grado (2 cordoni e 1ch). Fuori dal canale, dove c’è anche una sosta su 2ch, si è ormai a pochi passi dalla vetta che si raggiuge facilmente.

Tempo – 2 ore per la via normale


Discesa

Con una corda doppia da 30m o due brevi da 15m si evitano tutti i passaggi del camino finale. Per il resto, come per la via di salita.

Tempo – 3 ore e 30 sino al parcheggio