Moiazza Nord

Bella salita alpinistica in ambiente solitario e selvaggio. Le maggiori difficoltà sono nell’orientamento (pochi ometti) e nella diffusa friabilità della roccia. Necessario il casco, massima difficoltà alpinistica II.
Sintesi del percorso: Chiesa di Goima – biv. Grisetti (pernottamento) – cima – ritorno
In auto: Sulla strada del passo Duran salendo dal versante zoldano prima che inizino i tornanti in prossimità del campeggio e dell’ex bar (tabella sentieri a destra) a Chiesa di Goima. Parcheggio per qualche auto

gruppo MoiazzadifficoltàPD, II obbdislivello1600 mt quota max2.870tempo8 ore totaliappoggiobiv. Grisettidata25/07/06

In 2h 30′ da Chiesa di Goima (strada del p.so Duran, in prossimità del ristorante Le Vare a 1250m) si raggiunge il bivacco Grisetti grazie al comodo sentiero d’accesso principale (559). Il bivacco è stato recentemente messo in ordine e risulta accogliente e pulito con 9 posti letto e tavolino.
Non abbiamo trovato acqua alla sorgente indicata dalle guide, a circa 30′ prima del bivacco. La sorgente alla base del ghiaione delle Crepe della Moiazzetta (sul sentiero Angelini verso Coldai) invece consentiva l’approvvigionamento, a 20′ dal bivacco. A nostro avviso conviene pernottare visto il tempo richiesto dal tipo di salita e per evitare temporali.

Salita
L’attacco è facilmente individuabile alla base dello sperone a sinistra del Vant della Mussaia. Per raggiungerlo si può seguire il sentiero Angelini che porta a forc.Masenade e poi tagliare per i prati verso lo sperone, in particolare si punta un ghiaione (tracce) sopra ad una fascia rocciosa.
Si sale per una paretina dove questa presenta le minori difficoltà, cioè tenendosi prima su un canale a sinistra e poi obliquando a destra. Si sbuca su una terrazza prativa e da questa si sale per erba e per roccette (canale o sulla sua cresta sinistra) verso un piccolo larice. Da qui si sale con qualche passo su una nuova terrazza. Direttamente o per un canale più friabile a sinistra si risale con passi di I. Con qualche altro passo misto a zolle erbose si raggiunge uno spigoletto con chiodo. Noi traversiamo una decina di metri a destra per poter affrontare una parete più ripida ma con roccia solida. La si sale tenendosi un po’a destra utilizzando lame e fessure (25m di II o qualcosa di più). Alla fine della paretina troviamo un buon spuntone già con cordone. [per evitare il II ci dovrebbe essere la possibilità di aggirare lo spigolo a sinistra del chiodo per prendere poi un canale, ma il percorso ci risultava ,almeno all’inizio, più esposto]. Altri pochi passi a destra sul II e si perviene alla grande terrazza inclinata.
Qui si sale più o meno liberamente per zolle erbose, ghiaia o lastroni ben lavorati con agevole cammino fino alla base delle rocce verticali. Salendo si punta verso destra ad una particolare fascia rocciosa scura ben distinguibile alla fine di un canalone che sale da destra. Si sta più bassi di questa fascia, si traversa il canalone, poi si prende una traccia più ghiaiosa che risale verso una crestina di torrioni (qualche ometto). Questa presenta qualche passo in salita e discesa sul II, un po’esposto ma ben appigliato, per raggiungere una forcelletta con due ometti (c’è un nevaio in basso). Altri canali, più a sinistra, sono altrimenti percorribili con scarse difficoltà e si raccordano finita la cresta (percorsi per errore in salita).
Si sale obliquando a destra rinvenendo qualche ometto e un grande corpo roccioso che separa due canali (al centro c’è anche una piccola grotta). Qui in salita, in assenza di ometti, percorriamo il canale di destra che non ha presentatio grosse difficoltà, forse sul I superiore al massimo, ma con roccia scadente. Dopo averlo percorso quasi tutto ci spostiamo a sinistra ad una forcelletta e poi saliamo per una rampa che ci permette di entrare nel canale precedentemente lasciato a sinistra (un passo un poco esposto). Ora troviamo qualche ometto e a sinistra più in basso vediamo un cordone da doppia. Insistiamo nel canale (non traversare a sinistra verso delle rocce rotte dall’altra parte del canale) che ci porta obliquando un poco a destra per dei gradoni fin sotto l’anticima. Da qui si percorre la cresta che solo con qualche passo più impegnativo ci porta alla presunta cima. Infatti se si prosegue per la cresta si trovano altre elevazioni all’incirca della stessa altezza ma si devono affrontare altri passaggi anche friabili e più impegnativi.
Non abbiamo trovato un libro di vetta (forse era dentro una scatola metallica di tabacco ma intriso d’acqua) ma solo un grande ometto.

Discesa
Nella discesa seguiamo l’altro canale compiendo una prima doppia, risultata poi inutile. Attenzione alla roccia spesso friabile che fa inevitabilmente buttar giù sassi. Le difficoltà sono pressapoco quelle del canale della salita.
Alla parete di 25m di II ci caliamo con una doppia. Fino al bivacco come in salita.

1 Pelmo, arcobaleno e Spiz Zuel da una grotta nei pressi della Casera GRisetti

2 – Giochi di luce sugli Spiz di Mezzodì, dal bivacco Grisetti

3 – La nostra cima con il bivacco

4Alba con Antelao, Spiz Zuel e Monfalconi in fondo

5 – La Cima delle Sasse all’alba

6La parete di 25m di II vista dall’alto

7 – Sulla grande terrazza con lastroni ed erba

8 – Le placche della Cima di Nali, Cima delle Sasse, Crepe della Moiazzetta. Cristallo e Pelmo sullo sfondo

9 – La fascia scura dove bisogna attraversare a destra

10 – La cresta terminale con la cima

11 – Cantoni di Pelsa con le bella Torri Venezia e Trieste. Spostata a destra la Busazza

12 – Il bivacco Grisetti visto dai pressi della cima

13 – Discesa su roccia spesso poco affidabile

14 – Il passo di II che permette di arrivare allo spuntone per la calata sulla paretina di 25m