Punta Allievi, via Gervasutti

La Punta Allievi, con i suoi ben 3.176 metri di altezza domina la splendida Val di Zocca. Tracciata nel 1934 dal grande alpinista Giusto Gervasutti, insieme a Carlo Negri ed Aldo Bonacossa, questo itinerario vince lo spigolo sud di questa ponderosa montagna e rappresenta, insieme allo spigolo Vinci al Pizzo Cengalo, uno dei più meritevoli percorsi in cresta della zona. La via, oggi molto frequentata, si sviluppa su sempre su difficoltà contenute, intorno al IV, per placche, diedri e fessure di ottimo granito. Solo il tiro chiave, un camino che poi diventa uno splendido diedro, raggiunge il VI grado. Arrampicata divertente ed ambiente incantevole.

gruppo Val di Zoccadifficoltàmax VIsviluppo600 mt c.a.quota max3.176esposizioneSudtempo6-7 oredata13/08/17

Avvicinamento

Dal Rifugio Allievi si può seguire inizialmente il sentiero Roma in direzione del Rifugio Ponti (est). Quando questo tende nettamente a destra, si segue invece una traccia in salita tra l’erba ed un ruscello. Si continua per il ghiaione di grossi massi liberamente in direzione della nostra montagna, prendendo come riferimento l’estremità sinistra della evidente cengia che permette di evitare il primo risalto. Una volta in cengia, si traversa elementarmente a destra fin dove si esaurisce.

Tempo – 1 ora dal rifugio Allievi

Il Rifugio Allievi-Bonacossa è raggiungibile preferibilmente dalla Val di Mello risalendo la lunga Val di Zocca. Dal paese di San Martino in Val Masino (SO) è attivo un servizio di bus navetta che porta fino all’Osteria al Gatto Rosso in Val di Mello (2 euro). Da qui seguire l’unica strada, molto frequentata, che si inoltra nella valle di fianco al bel torrente e ad alcuni rifugi/agriturismi. Presso un sasso si incontra la palina con indicazioni per il rifugio. Il sentiero diventa subito ripido ed inizialmente non molto interessante, mentre nella sua parte alta l’ambiente diventa decisamente piacevole. Tempo: 3h30′ dal Gatto Rosso.
Dato che il Rifugio è spesso affollato e non molto economico, molti si arrangiano bivaccando sotto ad uno dei numerosi sassi spioventi che si incontrano sulla piana sotto al rifugio od immediatamente sopra di esso. Fate voi.

Descrizione dei tiri

L1 – Dal limite della cengia si obliqua brevemente a dx per un tratto roccioso, poi si risale per gradoni erbosi ad una placca. Si sale la parete/placca, non proprio semplice, trovando alcuni chiodi sparsi e calate con 2ch. Seguendo i punti più facili e i chiodi, nel finale si è portati ad obliquare a dx per zolle, raggiungendo così una cengia sotto una placca, ben a dx dello spigolo. Sosta su 2ch. 50m, V

L2 – Girando uno spigoletto a dx si entra in un facile diedro, che va risalito (1ch con cordino). Si continua per altri 2 brevi risalti a diedro, con qualche zolla e forse del bagnato. Sosta non comodissima, su chiodi dentro una piccola nicchia. 40m, IV+

L3 – Un primo salto lo si può passare a dx o nel diedrino di sx. Comunque poi ci si tiene centrali, aggirando uno strapiombo a dx e salendo dritti per una fessurina (ch e nut). A sx si va incontro al camino che è la prosecuzione dei diedri. Oltre una lastra appoggiata (1ch) si va a sostare appesi all’inizio del tiro chiave, su 3ch. 40m, IV e V

L4 – Tiro chiave. Scalare un difficile camino (1ch all’esterno) ed oltre un tetto (1ch) si prosegue per bellissimo diedro rosso, chiodato e molto ben proteggibile. Raggiunta la cresta, la si scavalca (anche a dx) e si attrezza una sosta. Si potrebbe proseguire in discesa fino ad una cengia con soste anche spittate, ma l’attrito sarebbe eccessivo. L’intaglio è quello formato dal “Primo Dente”. 40m, VI

L5 – Rispetto alla cresta, scendere di circa 5m sul versante W, per poi risalire sfruttando una fessura/lama obliqua verso sx (qualcosa suona a vuoto). Per placca si sale un po’dritti e a dx verso la cresta e si sosta in una zona di massi. Presente una sosta a spit. 30m, IV

L6 – Scavalcare la cresta e portarsi sul versante E. Rimanendo a dx della cresta, si sale con percorso non proprio obbligato. Noi incontriamo un breve risalto con chiodo, oltre il quale sostiamo comodamente alla base di un estetico diedrone appoggiato. 40m, III+, 1p.V-

L7 – Inizialmente si sale agevolmente sulla faccia dx del diedro. Quando questa si fa verticale, si può trovare conveniente aggirare a sx uno spigoletto interno al diedro ed imboccare il diedro parallelo più alto. Per questo (poco proteggibile, chiodi) fino al termine. Evitare una scomoda sosta a spit ed invece aggirare a dx un “testone” di cresta. Presso una comoda terrazza si sosta su spit. 40m, IV e V-

L8 – Obliquando un po’a dx si scala la parete sovrastante la sosta, caratterizzata da fessure orizzontali, scavalcando poi la cresta. Ora sul versante W, si scende in obliquo per placca compatta fino ad un piccolo intaglio, dove si attrezza una sosta. 40m, IV+ e III+

L9 – Tratto in conserva corta. In versante W si seguono delle rampe con zolle erbose e tratti di facile arrampicata, continuando a traversare sotto la cresta, dove il terreno è più facile. Forse basta un tiro di corda molto lungo (60m?) per arrivare ad una clessidrona con cordino, che segna il percorso. 60-100m?, II/III

L10 – Ancora in conserva. Si continua ancora a traversare fino ad individuare un valico agevole ed aperto sulla cresta (ometti?). Si passa sul lato opposto della cresta (Est) dove si trova una cengia discendente con un po’d’erba. Scesi pochi metri, si riprende a traversare e a salire fino ad una coppia di camini che puntano nuovamente alla cresta. 100m?, II/III

L11 – Salire il camino più aperto e raggiungere un masso incastrato sulla cresta, con cordoni. 25m, IV-

L12 – 2 possibilità: a) Raggiungere la cresta affilata e cavalcarla fin sotto un risalto più verticale (IV), oppure b) aggirare la cresta passando in versante W. Il successivo salto con fessure porta ad una cengetta sotto un tetto giallo, alla base di quello che è definito il “Salto Giallo”. Sosta su strozzatura evidenziata da cordone. Possibile unire questo tiro al precedente. 25m, IV e IV+

L13 – Non si sale la parete sovrastante, ma una serie di fessure a dx (E) del pilastrone giallo. Infatti, si scala una prima fessura a dx della sosta, abbastanza facile (chiodi di possibile sosta). Poi si seguono con intuito una serie di fessurine parallele (alcuni ch e cordoni) che portano direttamente ad un nuovo scomodo intaglio di cresta. Sosta su 2ch non vicini. 30m, dal IV al V+

L14 – Seguire brevemente la cresta che offre una buona fessura. Ora si scala sul versante W della cresta, per paretine, tenendosi preferibilmente un po’a sx e cercando la roccia ripulita dalla ripetizioni (altrimenti con licheni). Tornati sul filo della cresta, si raggiunge un nuovo intaglio, dove è attrezzata una sosta su masso incastrato. Recupero corde non comodo. 30m, IV

L15 – Seguire la cresta, solo per un breve tratto ancora difficile. Poi approfittare di una parete facile ed appoggiata a sx (W). In corrispondenza di un masso sulla cresta, portarsi a dx (E) dove si trova una comoda sosta chiodata su cengia. 30m, IV e III

L16 – Dalla sosta si obliqua per facili fessure in placca verso dx, raggiungendo un evidente camino/fessura. Senza salirlo, si passa più a dx (2ch) ad un diedro più facile con lame, che porta ad una zona abbattuta. Sostiamo per l’attrito su 1ch arancio + spuntone. 30m, III+ e IV

L17 – Si obliqua a sx sotto uno strapiombino, per lame (IV+) raggiungendo un largo canale (possibile sosta anche qui). Salire interamente il canale raggiungendo una cresta e l’uscita dalla parete. 50m, IV+ e III/III+

schizzo Pdf alta qualità

Discesa

Relativamente facile e sbrigativa.
Terminata la via ci si trova su ampi pendii ghiaiosi sul versante W e N della montagna. Scendere per ghiaie e massi a sx rispetto l’uscita della via, e a dx della cresta. A volte si trovano tracce e ometti. Dopo esser scesi un tratto si continua in piano a dx della cresta, dove si trova anche un “palo”. Ora ci si trova a proseguire per una crestina (facile) che porta ad una larga insellatura ghiaiosa. Da questa si scende in versante del Rifugio Allievi (S) seguendo i numerosi ometti e le tracce, tra vari passaggi di facile arrampicata tra i massi, qualche cengetta e da ultimo anche dei canalini. Terminate le rocce si prosegue in discesa per il vasto ghiaione risalito anche in avvicinamento, per una traccia più marcata e che sta più a dx (scendendo) rispetto quanto scritto in “avvicinamento”. Ometti segnano il passaggio più agevole tra i massi, comunque il percorso non è obbligato.
Tempo 1h


Materiale

Serie di friends fino al blu grande. Inutile il numero 4.