Campanile Basso dei Lastèi

I tre campanili del Focobòn sono ben distinguibili dall’alta valle del Biois, con la loro forma slanciata. Visti dalla Val di Gares invece quasi si appiattiscono, nascondendo la loro individualità. Le vie normali si sviluppano su quest’ultimo versante (sud-est) approfittando dei facili canali divisori tra le vette, presentando difficoltà alpinistiche, ma di facile arrampicata.
La nostra idea iniziale era di salire tutti i tre campanili (compiendo un concatenamento) visto il modesto sviluppo di ciascuna normale, ma il tempo particolarmente nebbioso, ci ha fatto desistere dopo la salita della prima guglia il Campanile Basso dei Lastèi, “il più ardito ed aguzzo” (cit. L. De Franceschi), nonché quello che presenta le difficoltà alpinistiche maggiori.
Primi salitori: Albert Blattman, Karl Plaichinger, Hans Teifel, il 2 settembre 1906

gruppo Pale di San MartinodifficoltàIII, 1 p. di IVdislivello1400 mt c.a. (da Garés)sviluppo160 mtquota max2.721tempo1 ora (la via)appoggioMalga StiapartenzaGarés, 1340 mtdata31/08/16

Per arrivare alla base della parete è possibile salire abbastanza direttamente (e di conseguenza ripidamente) dalla Val di Garés per il sentiero della Banca della Fede, discostandosene in maniera piuttosto naturale solo nel finale. Per tornare a valle invece abbiamo optato per un giro panoramico attraverso Passo Lucàn ed il sentiero attrezzato “dei Mar”, allungando di molto il tragitto, ma percorrendo un sentiero meritevole (avendo tempo a disposizione).
La via normale si sviluppa su solida roccia lavorata dall’acqua, con percorso a spirale attorno alla cuspide. Per la discesa sono predisposte alcune calate a corda doppia, eseguibili con corda singola da 50m.

Avvicinamento

Per buon tratto comune alla Cima di Campido.
Dal paese di Gares, si prende il sentiero per Malga Stia, si scarta subito a sx seguendo indicazioni per il “sentiero” e non per la “strada”. Saliti di fianco ad un ruscello, ad un cartello bisogna fare attenzione a girare a sx (al momento mancano indicazioni!), seguendo tracce nel prato e superando il ruscello. Dopo buon tratto con erba alta si continua nel bosco e poi ripidamente con alcuni zig-zag su per la costa boscosa e prativa della montagna. Dopo un tratto un po’franato, traversando a dx, si giunge in un punto aperto con bivio (non segnalato!). Sulla dx si scenderebbe verso Malga Stia, invece si prosegue in salita superando un tratto attrezzato con corda fissa. Verso sx si esce su ampi prati. Si risalgono i prati con tornantini, raggiungendo un avvallamento con alcuni massi, chiuso da una parete di roccia in alto. Si prosegue ancora con il sentiero, obliquando a sx. Si oltrepassa un primo canale erboso chiuso da pareti, si oltrepassa anche la seconda possibilità per salirlo e si giunge ad un punto del sentiero dove si incontra un largo canale di scolo con fondo roccioso lavorato dall’acqua. Qui si lascia il sentiero.
Salire per un canalino più stretto a dx del canale principale, per rientrarvi più sopra. Continuare quindi liberamente per il largo canale fino ad una parete con rivoli d’acqua, dove si incontrano dei bolli rossi. Questi dovrebbero unire il sentiero precedente (nei pressi del Pian di Campido) con il sentiero attrezzato dei Mar (al Passo Lucàn). Li seguiamo per un canale a dx, uscendo su nuovi prati da dove sono ben visibili i campanili. Raggiungiamo la base delle rocce e continuiamo per tracce obliquando a sx.
Ora ci si stacca per andare ad attaccare il primo campanile. Si sale il primo canale che si incontra, con passaggi di I grado. Si esce a sx alla cengia sotto il Campanile di Mezzo, per evitare un sasso incastrato. Salita tutta la cengia ascendente, si rientra nel canale. Lo si sale ancora, anche per una “scaletta” di roccia lavica scura, si supera poi un sasso incastrato sulla dx. Qui attaccherebbe la via originale, per le rocce “appigliate ma friabili” raggiungendo la cresta ben visibile (II).
Proseguiamo ancora nel canale, fermandoci nel suo punto più alto.

Tempo – 2 ore e 30 c.a.


Salita

L1 – Attacchiamo la parete di dx per un piccolo pilastrino, obliquiamo poi per placche manigliate e solide. Saliamo piuttosto dritti verso la cresta, raggiungendo la base del torrione sommitale. 1ch+cless+cordino lungo il tiro. Sosta da attrezzare su spuntone + friend. 50m, III

L2 – Continuare per lo spigolo di sx, dove la roccia è fessurata, superando poi un diedro più compatto. Sosta su 2ch alla base di un nuovo salto compatto. 20m, III+

L3 – Scendere a dx ed aggirare lo spigolo, raggiungendo una cengia con erba sul versante est. Percorrerla per un tratto fino a delle placche. Non salire per una fessura obliqua scura (1ch fuori via, 1 cless alla base), ma traversare in placca sfruttando dei bei buchetti per andare a prendere una lama. Seguirla e dal suo apice vincere la breve placca sopra di essa. Obliquare ora per rocce più facili verso dx (una sosta/calata quasi subito). Noi sostiamo in linea con il testone finale, dentro un caminetto che presenta un buon masso incastrato. 70m, III con tratto di 5-10m di IV

L4 – Salire a dx di uno strapiombo ed al successivo tornare a sx uscendo in cima. Sosta da attrezzare con friends. 20m, III

Tempo – 1 ora

Discesa

Anche se le guide dicono di tornare per la via di salita, c’è una variante più comoda.
Dalla cima scendere per cresta verso sud, per delle placche via via più compatte, fino ad un salto. Fermarsi ad una calata predisposta su 4ch e vari cordini. 50m, I e II 
Con una prima doppia di 15m si scende alla sosta che era alla fine del tiro 2. Con una seconda doppia di 20m si scende alla cresta erbosa del tiro precendente.
Ora si segue la cresta per 10-15m verso sud fino ad un ometto, dove si trova una calata su 2ch e vari cordini (vecchi).
Con una terza corda doppia si evita il tratto più difficile della parete sottostante e poi disarrampicando si ritorna al canale di accesso (II).
Per la doppia 25m sono sufficienti, con 2 corde si arriverebbe direttamente nel canale.

Rientro per il sentiero attrezzato "dei Mar"

Ridisceso il canale, ci si riporta sui prati sotto le pareti. Mantenendosi in quota, si attraversa verso nord (un paio di bolli, poi persi) e un poco in salita si rimane su prati sotto la parete del campanile. Quando si intuisce che ci si sta avvicinando alla fine dei prati, scendere per zolle piuttosto direttamente, avvicinandosi ad una punta di roccia scura. Ritroviamo i bolli ormai vicini alla traversata (un poco nascosta) che più in basso ci portano a raggiungere il Passo Lucàn, proprio dove si trova la punta scura.
Si scende sul versante opposto della forcella, per 10m, raggiungendo il sentiero attrezzato “dei Mar”. Verso dx seguiamo gli infissi. Ora non resta che seguire tutto l’esposto sentiero, che presenta creste erbose sospese e tratti con cavo. Si devono salire e scendere alcune collinette e dopo un tempo non breve si raggiunge la Forcella Stia. Evitare questo sentiero in caso di pioggia. Dalla Forcella scendiamo alla omonima Malga Stia, poi per strada sterrata elementare torniamo a Garés.