Cima d’Ambiez, via della Soddisfazione

Via stupenda, che sale, con difficoltà sostenute nella zona di massimo sviluppo dell’imponente parete di Cima d’Ambiez, concepita dagli apritori Andrea Bosetti, Elio Orlandi, Livio Rigotti, proprio con l’idea di una linea “a goccia”. Fu salita per la prima volta nel febbraio del 1982 e poi completata nel giugno dello stesso anno con la partecipazione di Ermanno Salvaterra.
L’itinerario, che si svolge su splendide placche di roccia ottima, a destra dell’evidente colata ove si trovano le vie “Sogno libero” e “Linea nera” presenta in origine due tiri difficili in partenza con alcuni passaggi in artificiale che si possono evitare partendo dalla via Stenico-Girardi (aperta nell’agosto del 1941) per riprendere la linea corretta sulla terza lunghezza. Questo rende la ripetizione certamente più accessibile ma non meno impegnativa. Infatti, nonostante il grado – mai troppo elevato – la salita risulta sempre continua e tecnica, non facile da leggere in alcuni tratti, anche in virtù della chiodatura piuttosto parca. Senza dubbio una delle vie più conosciute e meritevoli della parete.

gruppo Brenta, Val d'AmbiezdifficoltàV, VIsviluppo420 mt quota max3.102tempo6-7 oreappoggiorif. AgostinicartografiaTabacco 053data27/08/21

Avvicinamento

Punto di partenza è il Rifugio Agostini in Val d’Ambiez, che si raggiunge in circa 1h15′ dal Rifugio Cacciatore. Disponibile un servizio jeep che conduce al Cacciatore in 30′, con partenza del Ristoro Dolomiti a San Lorenzo, altrimenti vanno sommate almeno altre 2 ore di cammino.
Dal rifugio Agostini si sale per sentiero segnato la Val d’Ambiez, in direzione del sentiero Brentari e della Vedretta d’Ambiez. Si oltrepassano gli attacchi delle classiche vie della Torre d’Ambiez, quindi aiutati da due tratti attrezzati si arriva all’altezza della netta cengia che traversa sotto la parete della Cima d’Ambiez.
L’attacco della via della Soddisfazione, con la variante qui descritta, si trova presso una targa commemorativa, prima che la roccia diventi gialla e prima che la cengia si assottigli. 2ch per assicurarsi.

Tempo – 45′ dal rifugio


Descrizione dei tiri

L1 – Salire il breve diedrino, proseguire per vago pilastrino ad una cornice (ch). Traversare brevemente a sx (ch) ed alzarsi (ch). Obliquare a sx, quasi orizzontalmente, ad una sosta scomoda con 3ch. 35m, V

L2 – Prendere a sx delle lame simili ad un pilastrino. Saliti alcuni metri (dado incastrato), abbandonarle per traversare orizzontalmente a sx fino a raggiungere una fessurina nera, dove si sosta appesi scomodamente su 2ch. 25m, IV

L3 – Salire la fessurina (ch). Prima di una cornice si trova un passaggio difficile da affrontare a dx. Sulla cengia, sotto un tettino giallo, si trova 1ch+1cless, ma sconsiglio la sosta in quanto poco sicura. [E’ possibile che il passo finale della fessurina si eviti obliquando prima a sx]. Dal ch+cless si traversa 2m a sx fino a roccia scura (1ch sporgente), quindi si sale dritti a 2ch con cordini per possibile sosta (scomoda). Obliquare leggermente a dx in placca e raggiungere un piccolo gradino dove si sosta sotto ad una fessura. 1cless+ch di sosta. 40m, V+ e V

L4 – Seguire la bella ed ammanigliata fessura fino alla sosta, chiodata. 35m, IV e V

L5 – Dritti sopra alla sosta per uno strapiombo (ch + cordone visibile da sotto). Si prosegue brevemente per la fessurina sovrastante, quindi si traversa a dx 3m ad un’altra evidente fessurina superficiale (ch). Si scala la divertente fessura-lama fino al suo termine presso una cornice, dove si sosta su 1cless+1ch. 30m, VI, poi dal V+ al IV

L6 – Proseguire rimontando un pilastrino bianco superficiale a dx e per un vago diedro aperto (cless) si raggiungono due comode cenge sovrapposte (dove non si trovano soste attrezzate…). Si può continuare dritti rispetto alla parte iniziale del tiro, oppure obliquare a sx per una concavità scura della parete, uscendone per uno strapiombino a dx, raggiungendo una cornice dove sono attrezzate 2 soste con 3ch a circa 10m una dall’altra. Noi sostiamo su quella di sx, che si trova sotto un piccolo tetto giallo, a dx di una fessurina. 25m, IV+

L7Difficile individuare la giusta direzione. Si lascia a sx una parete nera, ed anche una fascia striata nera-gialla, mentre si lascia sulla dx una parete nettamente gialla. E’ fondamentale individuare il primo chiodo, vecchiotto e con cordino un po’ logoro, una decina di metri piu’ a dx ed in alto della sosta.
Salire in leggero obliquo a dx su roccia giallastra, raggiungendo il primo ch con cordino. Salire dritti pochi metri (ch), quindi obliquare a sx (nut incastrato), 1m dritti (ch quasi inservibile) e poi ancora traversare 2m a sx ad una scomoda sosta appesi su 3ch+cless. 35m, VI

L8 – Dritti sopra alla sosta per fessura atletica con buone prese (cordoni e ch all’inizio). Arrivati ad una cornice con ch+cordino, superare uno strapiombino, quindi scalare in placca leggermente sulla dx, raggiungendo una nicchia gialla. Sosta su 1ch+1cless (2ch nella nicchia). 40m, V+

L9 – Salire sopra alla sosta e obliquare a dx [si può anche arrivare qui piu’ facilmente passando a dx della nicchia]. Superare uno strapiombino ed obliquare a dx puntando ad un breve e netto diedro. Salito questo, si scala la placca a dx dello spigolo che è la continuazione del diedro (1 cless) e si esce su cengia, dove a sx si trova la comoda sosta su 2ch. 40m, V+

L10 – Spostarsi 2m a sx (ch inutile) e salire dritti in placca ad una cengetta. Obliquare a sx per una lama (ch), quindi si prosegue un po’dritti ed un po’in obliquo a sx per placche e piccoli diedri (alcune cless con cordone) uscendo su un canale che taglia verso dx. Seguirlo brevemente e sostare sopra un grosso masso, su 2ch. 50m, IV+

L11 – Sono possibili più soluzioni per terminare la via. Noi abbiamo optato per la seguente.
Salire direttamente nel camino o più facilmente appena dx di esso. Dopo una decina di metri noi usciamo per la placca nera di sx. Sopra ad un pilastrino nero staccato traversiamo orizzontalmente a sx (cless) arrivando ad una zona con cenge e paretine adagiate. Sostiamo su friends. 25m, IV

L12 – Seguiamo una facile fessura-diedro che termina su di una comoda cengia sovrastata da un tetto, dove a sx si trova una clessidra con cordone per sostare. 20m, III+

Tempo – 7 ore

schizzo pdfrelazione pdf

Discesa

Una volta raggiunta la via normale, poche decina di metri più a sud dell’uscita qui descritta, si scende con percorso complesso guidati dagli ometti, a volte con passaggi esposti e difficoltà di II grado con qualche passo più difficile.
Inizialmente si scende in corrispondenza della cresta sud, poi si disarrampica un canale a sx di un avancorpo. Con percorso a zig zag si scende per cenge e salti fino ad un intaglio (con i Denti d’Ambiez), da dove si prende un canale sulla sx per tornare alla cengia di attacco.
Recentemente, in occasione dell’apertura del percorso Alta via delle Normali, tutta la discesa è stata attrezzata con numerose calate, così che è possibile scendere senza effettuare alcun passaggio di arrampicata, di conseguenza è più difficile perdersi in caso di nebbie, frequenti nella valle. Gli ancoraggi sono tutti a norma, predisposti su 2 resinati + moschettone. La lunghezza delle calate varia tra i 15 e i 30m, quindi effettuabili sempre con una corda. Noi ne abbiamo contate 14 in totale, ma ne abbiamo saltate forse un paio nella parte alta.

Tempo – 2h fino al rifugio Agostini

Materiale

NDA + Friends dal micro al giallo, qualche dado, 2 cordini kevlar aperti. Martello e chiodi per emergenze

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