Schenon del Latemar

Escursione completamente segnalata ad una delle cime principali del gruppo, panoramica e frequentata.
La cima più alta è il “Cimon” ma questo è raggiunto da una ferrata, mentre la nostra meta è decisamente più facile.
Eventualmente si può usufruire della seggiovia e raggiungere il sentiero 517-bis risparmiando circa 300m di dislivello.
Noi abbiamo optato per un giro ad anello con a capo la Forcella del Latemar, da dove si continua fino in cima.

gruppo LatemardifficoltàE (EE l'ultimo tratto)dislivello1182 mtquota max2.791tempo3h e 30' (salita)appoggiobiv. RigattipartenzaPasso di Costalungadata17/08/10

Salita

Il miglior punto di partenza è la stazione a valle della seggiovia “Pra de Toro” al Passo di Costalunga (detto anche Passo Carezza). Aggirato a dx un ristorante si trovano subito le indicazioni per la Forcella Latemar e per la cima. Seguiamo quindi brevemente una strada sterrata fino ad un bivio: all’andata abbiamo seguito i sentieri nr.17 e 18 che vanno a dx (aggirano ad ovest il “Pulpito”) mentre al ritorno siamo arrivati dal sentiero nr 517-bis di sx (che invece gira ad est).
Proseguiamo quindi con la strada sterrata di dx, prima per prati (possibile scorciatoia) e poi nel bosco (d’inverno è una pista da sci) fino ad uno splendido alpeggio che si apre nel bosco. Abbandoniamo la stradina e seguiamo la traccia nel prato fino ad una croce con panchina, dove nei pressi vi è un crocevia. Continuiamo con il sentiero 18A (indicazioni) che scende leggermente per poi attraversare in obliquo un bosco verso sud-ovest. Sopraggiunge un altro sentiero che parte dal lago di Carezza. Raggiungiamo quindi un costone in parte erboso ed in parte roccioso che va risalito con numerose strette serpentine dritti verso la Forcella Piccola del Latemar. Solo circa 200m prima della forcella ci sono delle roccette di I grado (molti segni rossi), per il resto non ci sono difficoltà. Arriviamo quindi alla forcella, dove finisce anche il sentiero 517-bis. Godiamo già di un buon panorama. Fin qui 2h

Seguiamo il nostro sentiero 18, ancora, per delle ghiaie e roccette in obliquo a sud-est fino ad aggirare uno spigolone. Qui il sentiero procede in piano, all’inizio elementarmente. In seguito, per attraversare dei canalini e dei costoloni è necessario affrontare dei passaggi di I grado, ed in un occasione forse di II (singolo passaggio in discesa più difficile solo perché reso lucido dai passaggi). Da una forcella si superano ancora 2 passaggi di roccette e poi si continua elementarmente per una china ghiaiosa su buona traccia fino agli ometti di vetta. Da qui è opportuno fare una visita all’enorme corce di vetta, nei pressi della quale c’è anche il libro di vetta. Il sentiero 18 continuerebbe in discesa fino al visibile bivacco Rigatti e poi continuerebbe con la traversata del gruppo.

Tempo – 1h30′ dalla forcella e quindi 3h30′ in totale


Discesa

Intanto ritorniamo sui nostri passi fino alla forcella, dove incontriamo il sentiero 517-bis. Scendiamo per quest’ultimo su zolle un po’ripide (tralasciare una traccia che va a dx) fino ad un colletto erboso. Qui il continuo del sentiero è ben visibile: la traccia è meno ripida ed attraversa il versante orientale del Pulpito (o Cima delle Pope). Rientrati nel bosco iniziamo a scendere con degli zig-zag per un costolone. A sx si stacca una nuova “Pista Forestale” (cartello con cartina): seguendo tale sentiero si raggiungerebbe la stazione a monte della seggiovia.

Noi invece proseguiamo per il costolone, ora erboso e reso sdrucciolevole dai passaggi dei bovini che vi transitano. In breve raggiungiamo la Malga Vallace, dove c’è un prato e dei cartelli con indicazioni. A sx continuiamo ancora per il sentiero 517-bis che via via che si scende si trasforma in carrareccia ed infine riporta al bivio nei pressi della stazione della seggiovia e al parcheggio.

Tempo – 1h alla forcella + 2h alla macchina, quindi 3h in tutto