Torre delle Madri dei Camosci, Deye-Peters

Sicuramente la via più ripetuta nell’anfiteatro del rifugio Pellarini, sul versante nord del gruppo dello Jof Fuart.
Per logicità, estetica della linea, bontà della roccia, gradi “medi” e vicinanza al rifugio, merita la sua alta frequentazione. Risalito lo zoccolo, che può essere problematico ad inizio stagione, si affronta una parete spesso bagnata che dà accesso ad un lungo e regolare diedro. Usciti da questo, si procede per lo spigolo fino alla Cengia dei Camosci. Si potrebbe proseguire fino in cima, ma le guide consigliano di seguire la cengia e tornare velocemente per la gola nord-est del Fuart. Un’alternativa, raggiunta la cima, è sfruttare la via normale e scendere per il sentiero Anita Goitan e Sella Carnizza, con un giro molto lungo. All’inizio si incontrano alcune soste a spit. Il tratto chiave è abbondantemente chiodato, la libera possibile, ma molto dura.
Via aperta da A., Deye ed R. Peters, 16-17 agosto 1929.

gruppo Jof FuartdifficoltàIV e V, A0sviluppo550 mt (alla Cengia degli Dei) tempo7 oreappoggiorif. Pellarinidata11/07/15

Avvicinamento

Innanzitutto si raggiunge il rifugio Pellarini. Il sentiero è diviso in una prima parte su comoda strada sterrata ed in una seconda per traccia nel bosco. Circa 1h30-2h.
Dal rifugio si segue il sentiero verso sud, incontro alle pareti, ma si devia presto per i prati e a piacimento si raggiunge lo zoccolo. La gola a sx dello zoccolo, nel nostro caso, presentava una crepacciata che però non ci ha impedito di passare sulle rocce abbordabili a dx e salire sulla cengia. Da qui si può fare un tiro di corda (clessidre in nicchia) per essere sicuri lungo alcuni tratti esposti. In 50m circa si è alla base del diedro presso la parete nera. 1h


Materiale

Una scelta di dadi e friends. Chiodi per necessità non programmabili


Discesa

Dalla Cengia degli Dei si svolta verso il Fuart (dx salendo). Quando la cengia scende leggermente e proseguirebbe con diversa angolazione su qualche chiazza d’erba, si prende il sentiero attrezzato della Gola Nord-est, che in questo punto inizia con una corda metallica. Passaggi attrezzati si alternano a passaggi di facile arrampicata (II), prima di fianco alla gola, poi nel fondo, poi di nuovo a lato. I bolli rossi non mancano. Non ho capito se alla fine conviene seguire i bolli azzurri lungo delle cenge erbose ascendenti a sx (scendendo), perché noi siamo rientrati per tracce e qualche ometto nel fondo della gola. Per tornare sotto allo zoccolo d’attacco sono stati utili i ramponi (che altrimenti avremmo portato per niente!). 2h30′ dall’uscita al rifugio.

Descrizione dei tiri

schizzo pdf

Per la relazione completa si veda la guida “IV grado e più – Friuli Orientale”