sulla Cima d'Auta Orientale, via Tissi-Andrich

salita del 29 agosto 2016

"No, non ci sono molti che la ripetono, oggi la gente preferisce cose più difficili". Così esordisce il gestore della baita Cacciatori, quando, al rientro gli domandiamo se c'è qualcuno che ripete la via Tissi-Andrich.
Sarà questo tipo di arrampicata, in cui ci sentiamo così incapaci, spesso priva di eleganza, nella quale, più che l'armonia dei movimenti predomina la ricerca del giusto incastro tra mani, piedi e schiena, ed in cui un movimento errato può creare non pochi crucci anche sul IV grado.
Ma oggi poco ci importa di una certa esteticità nella progressione, così ci avviamo verso questa evidente e bella linea, certi che ci divertiremo, cimentandoci in questo alpinismo d'altri tempi, così fuori moda ma anche così, preziosamente vintage.

la bella parete Sud, della Cima d'Auta Orientale

Un lungo sentiero raggiunge la base della parete, da cui si inizia la salita del ripido zoccolo erboso, che in circa 2 ore e 30 dall'abitato di Colmean ci porta all'attacco della via. Dopo la bella fessura iniziale ed un estetico traverso a destra raggiungiamo il grande camino.
Nonostante il caldo delle scorse giornate lo abbia asciugato quasi completamente, l'ascesa non è semplice. Luca improvvisa atletici incastri di schiena, ed io lo seguo cercando di fare lo stesso, senza considerare lo zaino che spesso mi blocca, costringendomi in maldestri movimenti e qualche imprecazione su alcuni passaggi. Ci entusiasmiamo comunque ed in breve arriviamo su una caratteristica variante d'uscita: un bel passaggio da effettuarsi strisciando con tanto di breve traverso e strapiombino finale: caratteristico! La vetta ci accoglie con un meraviglioso sole ed una splendida immagine dell'imponente parete Sud della Marmolada; da così vicino non l'avevo mai vista!

nel camino della via Tissi-Andrich, tiro 7

A tracciare questo itinerario nel 1930 fu la celeberrima cordata Tissi-Andrich, due uomini uniti, non solo dalla corda, ma anche da una profonda amicizia. Fecero il loro ingresso nel mondo alpinistico oramai trentenni, compiendo, nell'arco di pochi anni, alcune ripetizioni di pregio, come la prima ascensione italiana e traversata senza bivacco, della via Solleder-Lettenbauer alla parete NO della Civetta. In brevissimo tempo realizzarono notevoli prime ascensioni, come lo spigolo NO della Torre Trieste (1932), il Pan di Zucchero per la parete NO e quella via estrema aperta per errore sulla Tofana di Rozes, nel corso della ripetizione della via Stösser. Ma di questa celeberrima cordata ricordiamo anche la nota e frequentata via a Sud della Torre Venezia, la breve ma estrema via sul Campanile di Brabante e la prima ascensione assoluta, nel 1930, della Terza Pala di San Lucano.

Andrich, Tissi, Leopoldo del Belgio, Franchetti, Rudatis, 2 settembre 1933, Rifugio Vazzoler

Lo stile dei due fu sempre, in contrapposizione con quello di Emilio Comici, orientato esclusivamente all'arrampicata libera, spinta al limite e con un utilizzo limitato di chiodi. Attilio Tissi (1900-1959), sempre al comando della cordata, era un uomo molto alto, con una forza e delle doti naturali indubbiamente fuori dal comune e Giovanni Andrich (1903-1972), suo fedele secondo, non era certo da meno. Attilio lo considerava insostituibile e non a caso quando arrampicava con altri spesso confessava alla moglie "se ci fosse stato Andrich avrei fatto meglio" (cit. Mariolina Tissi).Le loro imprese sulle "pareti di casa" e non, furono all'epoca animate dallo spirito entusiastico di una giovinezza sempre volta alla scoperta e all'avventura.

Attilio Tissi nel 1932, in una foto di Domenico Rudatis, tratta da Liberazione

La Cima d'Auta Orientale è una vetta stupenda, facente parte, insieme alla Cima Occidentale e al Barbacin, di un gruppo di tre cime: le Zime de l'Auta, di cui rappresenta la massima elevazione.La sua elegante parete a Sud si innalza slanciata dalla valle del Biois  per circa 600 metri. Qui sono statti tracciati diversi itinerari, sia classici che moderni, tra i quali spicca la via Ronchi, che sale parallelamente a destra della Tissi-Andrich, per fessure e diedri, con difficoltà di VI+ e A3. Fu aperta nell'estate 1960 da Giorgio Ronchi e Carlo Andrich, e dedicata al fratello di Giorgio, Emilio, caduto proprio nel corso di una ripetizione della Tissi-Andrich.Di recente realizzazione sono invece la via Spirit (Massimo Da Pozzo e Danilo Serafini, 2003) e la via Due spit alla fine, del celeberrimo Manolo (con Omar Genuin, 2007), entrambe di alta difficoltà (7c+ la via Spirit ed 8a+ la via Due Spit alla fine).La via Tissi-Andrich, aperta il 21 agosto 1930, è la prima della parete e percorre con evidente logicità il grande camino che la divide in due.

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